(ANSA / FABRIZIO TENERELLI)
Domenica 7 agosto gli attivisti dell’associazione No borders hanno detto in una conferenza stampa di aver annullato la manifestazione prevista per oggi pomeriggio contro le condizioni dei migranti nel capo della Croce Rossa di Ventimiglia, e a favore dell’apertura del confine con la Francia. La manifestazione era stata annunciata ieri, dopo che tra venerdì e sabato si erano verificati una serie di scontri tra poliziotti, migranti che cercavano di attraversare il confine e attivisti No borders. Negli scontri, un dirigente della polizia è morto d’infarto. Venerdì circa 150 migranti sono riusciti ad entrare in Francia, ma sono stati fermati dalla polizia francese e riportati in Italia.
Un portavoce dell’associazione No borders ha detto: «Non vogliamo cadere in trappola, per questo abbiamo annullato la manifestazione a favore di un presidio fisso a difesa delle “persone in viaggio” che sono recluse nel centro di Ventimiglia». Negli ultimi giorni ci sono stati diversi momenti di tensione con la polizia e il governatore della Liguria, Giovanni Toti, aveva chiesto di impedire la manifestazione e di usare misure severe contro migranti e attivisti. Alcune decine di attivisti e tre cittadini francesi in possesso di spranghe e altri oggetti contundenti sono stati fermati. Un giornalista di Fanpage è stato allontanato bruscamente dalla polizia mentre cercava di riprendere la reazione degli agenti al tentativo di alcuni migranti di oltrepassare il confine.
Nel centro allestito dalla Croce Rossa a Ventimiglia, nel Parco Roja, sono ospitati circa 450 migranti. Normalmente il campo ospita 250 persone, ma diverse centinaia di nuovi migranti sono arrivati negli ultimi giorni. I gestori del campo hanno spiegato all’ANSA che la situazione sarebbe ancora peggiore se i 150 migranti che venerdì hanno cercato di entrare in Francia non fossero stati tutti trasferiti in centri del sud Italia per essere espulsi.
Episodi simili si erano verificati la scorsa estate, quando per settimane alcune centinaia di migranti si accamparono vicino al confine di Ventimiglia chiedendone l’apertura e tentando in alcune occasione di forzarne l’ingresso (il Post era andato a vedere come funzionava il campo). All’epoca, il governo francese aveva iniziato a controllare in maniera sistematica la frontiera di Ventimiglia, respingendo in Italia tutti i migranti che la attraversavano. Anche se il rimpatrio dei migranti illegali è previsto dagli accordi bilaterali tra Italia e Francia, in base al trattato di Schengen i controlli sistematici ai posti di frontiera sono vietati. La protesta, iniziata a giugno, terminò alla fine di settembre, quando la polizia smantellò il campo messo in piedi dai migranti e dagli attivisti No borders.
Fonte: Il Post
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