Prosegue il dibattito sulla legge elettorale da introdurre nel nostro paese per andare a sostituire quella attualmente in vigore, il famigerato Porcellum; quanto sia reale l’intenzione di un mutamento non è dato sapersi, certo è che continuano a susseguirsi proposte su proposte alcune delle quali piuttosto stravaganti.
Nelle ultime ore è iniziata a circolare l’ipotesi, caldeggiata soprattutto da Beppe Grillo e dal Movimento 5 Stelle, di un ritorno nientemeno che al sistema elettorale vigente in Italia prima del Porcellum, vale a dire il Mattarellum; nomi pittoreschi che ai più non daranno molte indicazioni sul funzionamento reale del sistema di voto e di ripartizione dei seggi. Per questo, dopo aver cercato di spiegare in passato, sul nostro giornale, cos’è il Porcellum e come funziona, tentiamo ora di approfondire il sistema del Mattarellum per comprenderne i meccanismi.
Tutto parte dal referendum abrogativo del 1993 nel quale oltre 11milioni di italiani votarono a favore dell’abrogazione del sistema proporzionale, che era stato in vigore fino ad allora, lasciando campo ad un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario; il Mattarellum per l’appunto, che deve il nome al suo ideatore Sergio Mattarella (ai tempi appartenente alla Democrazia Cristiana).
Tale sistema elettorale è stato in vigore dal 1993 fino al 2001 venendo poi sostituito dal Porcellum, il cui nome nasce dall’autore della legge stessa, ovvero il leghista Roberto Calderoli in veste di ministro delle riforme, il quale non esitò a definire il provvedimento della nuova legge elettorale da lui stesso creata come “una porcata”.
Torniamo al Mattarellum per capire come funziona; questo sistema elettorale è misto in quanto prevede che l’assegnazione dei seggi avvenga per il 75% mediante l'elezione di candidati in collegi uninominali (il territorio nazionale è diviso in 475 collegi per la Camera e 232 per il Senato) ed in base ad un meccanismo maggioritario a turno unico. Vale a dire, viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza relativa delle preferenze nel collegio (nessun candidato può presentarsi in più di un collegio).
Il restante 25% dei seggi è assegnato con metodo proporzionale ma con sistemi di valutazione diversi tra Camera e Senato: alla Camera infatti, hanno diritto ad accedere alla suddivisione dei seggi le liste che raggiungono una soglia di sbarramento (che nello specifico è del 4%) ed il calcolo dei seggi spettanti avviene tramite un meccanismo piuttosto farraginoso che è integrato dal cosiddetto metodo dello scorporo, vale a dire una compensazione per i partiti minori che sarebbero altrimenti danneggiati dal sistema uninominale.
Al Senato invece, il meccanismo di divisione dei restanti 82 seggi da assegnare avviene tramite calcolo su base regionale: sostanzialmente in ogni singola regione vengono contati i voti di tutti i candidati perdenti che si collegano ad un gruppo regionale, per poi andare ad assegnare i seggi a coloro i quali hanno ottenuto la miglior percentuale elettorale (anche qui si applica la compensazione dello scorporo).
In sintesi il Mattarellum si caratterizza per essere un sistema elettorale misto, un ibrido basato al 75% su un sistema maggioritario con collegi uninominali, ed al restante 25% su un sistema proporzionale nel quale non si esprimono preferenze. Un sistema elettorale che orienta il sistema politico in un senso fortemente bipolare e che, a differenza dell’attuale sistema elettorale (il Porcellum), consente ai cittadini elettori di scegliere i propri governanti (quantomeno per quel che riguarda la parte maggioritaria, ovvero il 75% dei seggi da attribuire).
Con il referendum del 1993 si volle quindi dare al nostro sistema politico un orientamento prevalentemente uninominale abbandonando il sistema proporzionale che era stato in vigore fino ad allora e che si era attirato molte critiche poiché ritenuto eccessivamente frammentario.
Il Mattarellum venne sostituito nel 2005 dal Porcellum, sistema elettorale tutt’ora in vigore mediante il quale i seggi vengono distribuiti in maniera simile al proporzionale con l’aggiunta di una soglia di sbarramento e del premio di maggioranza; i partiti possono presentarsi singolarmente o in coalizioni indicando, programma, candidato a premier, e lista di candidati per ogni circoscrizione. Nel Porcellum le liste sono bloccate, quindi i cittadini non possono scegliere in autonomia i nomi dei deputati che li rappresentino ma si limitano a votare per alcune liste; scelta dei candidati che, come ormai tutti sanno, viene invece lasciata a monte ai partiti in base alle graduatorie da loro decise.
Fonte: La Vera Cronaca
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