Gigi D'Alessio dal palco di Piazza Plebiscito dice che è tutto risolto: bonifiche, monitoraggio sanitario e persino la regina d'Inghilterra che compra ortaggi nella terra dei fuochi. Peccato che non ci sia alcun riscontro. Caldoro finanzia con 600 mila euro l'evento. Il sindaco di Napoli tace sulla terra dei fuochi. Le sirene della campagna elettorale per le regionali si sono accese.
L’occasione è ghiotta, la festa dell’ultimo dell’anno in Piazza Plebiscito a Napoli. Il pubblico è quello delle grandi occasioni, 500 mila in piazza a Napoli ed uno share televisivo oltre il 25% su Canale 5. Va in scena il più grande attacco mediatico dei negazionisti del biocidio in Campania.
Sul palco Gigi D’Alessio recita un copione. Qualche ora prima a Palazzo San Giacomo aveva brindato con il sindaco De Magistris che, nella conferenza stampa di fine anno, aveva consegnato ai giornalisti un infinito elogio “dell’orgoglio partenopeo” ed una arringa contro le “cicciuettole” che criticano l’amministrazione. Di contenuti sui veri problemi di Napoli nemmeno l’ombra.
D’Alessio sul palco dice che la Campania non è più la terra dei fuochi, che solo l’1% dei terreni sono inquinati e questi non sono nemmeno coltivati; che sono partite le bonifiche (sic!), è partito il monitoraggio sanitario, ed infine la perla: la regina Elisabetta mangia le verdure di Caivano. Ascoltano nella piazza, con lo champagne che inebria la folla ed i fans del Gigi nazionale. Ascoltano anche in Tv, lontano dalla Campania e dalla Terra dei fuochi.
Ma da dove vengono questi dati? Davvero si fa fatica a trovare riscontro alle parole di D’Alessio. Il famoso rapporto del Marzo 2014 del governo parlava del 2% del territorio inquinato. Un rapporto pieno di falle, pieno di lacune, tanto da costringere lo stesso Ministro dell’Agricoltura Martina ad ammettere la necessità di ampliare l’elenco dei terreni. I monitoraggi sanitari da queste parti non li ha visti nessuno. Anzi. Dalle Asl, agli ospedali, fino al centro veleni dell’Ospedale Cardarelli medici e dirigenti amministrativi non hanno ricevuto nessuna indicazione in tal senso.
Le bonifiche….le bonifiche…beh qua non è stato bonificato assolutamente nulla! Non esiste alcun dato che certifica che i terreni inquinati nell’area della Terra dei Fuochi siano stati bonificati. D’altronde, se siamo ancora nella fase di analisi dei terreni come è possibile che ci sia già stata la bonifica?
Sulla storiella della regina Elisabetta forse per dignità e serietà è meglio tralasciare.
Il concerto di Capodanno a Napoli si trasforma in un mega spot elettorale ed il terreno scelto è quello della Terra dei Fuochi la questione senza dubbio prioritaria per chiunque voglia governare la Campania dal maggio prossimo. Si perchè se non si fosse ancora capito, la campagna elettorale è cominciata, come avvertiva qualche settimana fa Giuseppe Manzo. Il concerto di Piazza del Plebiscito, nel complesso uno spettacolo senza dubbio di alta qualità tecnica senza giudicare chi si è esibito sul palco, ha usufruito anche delle azioni del progetto Campania SICura della Regione Campania,progetto per la promozione delle eccellenze gastronomiche in Campania. Totale dell’investimento per la Regione Campania per il concerto di D’Alessio: 600 mila euro. Le posizioni negazioniste di Stefano Caldoro sulla Terra dei fuochi sono ormai note. Dopo aver provato a cavalcare l’onda del fiume in piena nell’autunno del 2013, il governatore ha scelto una linea politica che tende a minimizzare il disastro ambientale. Tra le sue principali iniziative messe in campo anche il finanziamento a pioggia per eventi per il recupero dell’immagine della Campania in merito al fenomeno della terra dei fuochi, misura che ha portato ad esempio a milioni di euro dati in concessione diretta alle principali squadre di calcio campane, compreso il Napoli di De Laurentis che ha beneficiato di 3,5 milioni di euro. Il “rivoluzionario” sindaco di Napoli invece da mesi non apre più bocca sulla terra dei fuochi. Nemmeno in occasione della manifestazione regionale di Casal di Principe dello scorso 29 novembre, che ha visto la partecipazione di diversi sindaci del napoletano e del casertano, ha preso posizione. D’altronde De Magistris da subito precisò che Napoli non rientrava nel perimetro della terra dei fuochi, dimenticando gli allarmanti dati sull’aumento dei tumori in città pubblicati dalla sua stessa amministrazione e dimenticando inoltre che la città di Napoli ospita tre siti di interesse nazionale da bonificare – Pianura, Bagnoli e Napoli Est.
Lo stesso sindaco che brindava con D’Alessio nella conferenza stampa di fine anno, cosa pensa delle uscite dello showman sulla terra dei fuochi? E cosa pensa dell’operato del governo Renzi e Regione Campania su bonifiche e monitoraggio sanitario del territorio? Chissà.
Intanto le forze politiche che sostengono la sua maggioranza sembrano avere posizioni chiare in merito, tanto da aderire sistematicamente a tutte le mobilitazioni che si svolgono tra Napoli e Caserta su questo tema. Eppure dal primo cittadino e punto di riferimento dei partiti della sinistra in città nessun commento. Nemmeno davanti allo spot negazionista di D’Alessio?
Per il momento il 30 dicembre in visita alle Vele di Scampia, il primo cittadino ha detto che “nel 2015 dimostreremo che non siamo la terra dei fuochi ma la terra delle passioni e del riscatto”.
Il tema sembra essere svanito dall’agenda del governo Renzi, tutta concentrata su Sblocca Italia e Jobs Act ed ormai distante dai problemi della Campania. Un governo che non ha nemmeno dato seguito alla legge 6 del 2014, la legge sulla Terra dei Fuochi fatta dal governo Letta.
D’altro canto anche i comitati devono necessariamente ripensare una strategia di comunicazione e mobilitazione. Dopo un autunno denso di mobilitazioni anche molto partecipate, si rischia ora di perdere mordente. Le sirene delle campagna elettorale per le elezioni regionali rischiano di fagocitare tutto.
Fonte: fanpage.it
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