martedì 4 novembre 2014

La crisi morde ancora in Abruzzo


L'economia abruzzese
Secondo l'analisi dei dati economici del primo trimestre 2014 diffusi dall’Area Research & IR di Banca MPS, l'Abruzzo è una delle regioni italiane che sta affrontando meglio di altre la congiunzione economica sfavorevole, che continua a perdurare con la crisi economica. Il comparto produttivo dell'Abruzzo infatti è in contro tendenza rispetto alla media nazionale del 18.5% contro il 21.5%, ma il PIL regionale rimane comunque indietro, dopo il tracollo del 2013 con un -4.1%, ma è tuttavia risalito nel 2014 nonostante detenga ancora un valore negativo (-1.2%).

Un dato interessante riguarda il primo trimestre 2014 che ha visto una crescita industriale del 2.9% che fa ben sperare per una ripresa, ma non in tempi brevi. I settori trainanti dell'economia abruzzese rimangono infatti quelli dei trasporti, del legno, dell'abbigliamento, della plastica, e in generale del comparto manifatturiero. Sono penalizzati invece settori come il metallurgico, il farmaceutico e quello delle bevande, che rispecchiano tuttavia la tendenza nazionale. Un dato preoccupante riguarda invece il turismo abruzzese che continua a risentire degli effetti negativi del sisma dell'Aquila con soggiorni brevi, sia per le presenze italiane che straniere. Nel 2014 ha inciso anche il maltempo durante la stagione estiva che ha fatto calare ulteriormente le presenze.

Il rilancio dell'economia nelle mani dei giovani
Una delle possibili soluzioni per rilanciare l'economia abruzzese è certamente quella di lasciare spazio ai giovani con talento, che hanno seguito un percorso di studi mirato e che hanno ulteriormente arricchito la loro preparazione con un master in scienze politiche (qui possiamo vedere nel dettaglio cosa prevede tale percorso di studi). Un indirizzo politico-economico infatti è quello che può dare una nuova spinta all'economia regionale, con progetti studiati e pianificati scientificamente che possano invertire finalmente il trend negativo degli ultimi anni. L'Abruzzo infatti ha dalla sua parte le potenzialità legate al territorio, all'export, e alla produzione incentrata soprattutto ai settori chimico-farmaceutico ed elettromeccanico nonché dei trasporti. Pesa ancora tuttavia l'alto tasso di disoccupazione che, sempre secondo i dati dell'Area Research & IR di Banca MPS, rispecchia quello nazionale con il 12.6%, soprattutto tra i giovani. Le previsioni parlano di un leggero miglioramento solo a partire dal 2015.

Le esportazioni e le nuove imprese
Se invece si analizzano i fatturati nel particolare, quindi passando in rassegna le varie province, si nota come ci siano segnali incoraggianti per esempio a Chieti, che ha una produzione con un segno positivo del 5.5%, di gran lunga superiore al dato nazionale. Le esportazioni invece guardano sopratutto ai mercati europei al quale sono destinati l' 85% dei commerci, in particolare verso quello francese che continua a migliorare, ma anche verso l'America centro-meridionale. Verso l'estero sono destinati infatti i prodotti chimici e della plastica e i mezzi di trasporto. Nel complesso insomma la crescita delle esportazioni dalla fine del 2013 ha registra un incremento del 5.3% contro un 1.5% a livello nazionale. Un indice positivo arriva anche dal dato che registra la nascita di nuove imprese soprattutto individuali, con diverse forme societarie o anche con società di capitali, che è in decisa controtendenza rispetto alla situazione nazionale, dove si parla di centinaia di imprese che chiudono ogni giorno. Per quanto riguarda infatti il dato della "mortalità imprenditoriale" questa risulta inferiore alla media nazionale, facendo ben sperare in uno reale slancio in avanti dell'economia, si spera non solo regionale.

Monica Fabrizi

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