Ci hanno provato in tutti i modi. Con il sindaco, che prima snobba poi scende in campo vigorosamente contro i referendari, che nega l’election day e che decide che la consultazione avvenga tra mille difficoltà.
Con il PD, che impegna la sua capillare struttura cittadina come non avviene neppure quando nelle urne deve affrontare i suoi avversari politici.
Con PDL e Lega Nord, i presunti avversari politici, indistinguibili dal Pd nelle parole, nei toni e nelle argomentazioni.
Con ministri del governo delle ‘larghe intese’, quali il sussidiarista ciellino Maurizio Lupi (Pdl), ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e Maria Chiara Carrozza (Pd), ministro dell’Istruzione.
E naturalmente con la Curia, che con i moniti del ciellino card. Caffarra e del capo dei vescovi card. Bagnasco, mobilita le parrocchie ma soprattutto ‘benedice’ politici e forze politiche che sostengono il finanziamento pubblico alle proprie scuole. Uno schieramento che sulla carta rappresenta la schiacciante maggioranza dell’elettorato.
Ci hanno provato, ma non ce l’hanno fatta. Alle urne, aperte per una sola giornata in pochi e spesso difficilmente raggiungibili seggi, si sono recati 85.934 bolognesi, il 28,71% degli aventi diritto. A favore della scelta A, quella di usare i fondi comunali per la scuola pubblica e non per le paritarie private, si è espresso quasi il 60% degli elettori. Una netta maggioranza, che ha detto chiaramente al Comune di non rispondere più “sei escluso” a nessun bambino che bussa alla porta della scuola pubblica, di non costringere più nessuna famiglia a iscrivere il proprio figlio o la propria figlia a una scuola privata paritaria monopolizzata dalla Chiesa.
Il circolo Uaar di Bologna festeggia questa giornata assieme agli altri promotori del referendum, e i suoi attivisti festeggiano assieme alle altre persone che hanno impiegato le proprie risorse e le proprie energie all’interno del Comitato Articolo 33.
Il ringraziamento più grande va ai cittadini bolognesi che si sono espressi affinché i soldi di tutti vadano alla scuola di tutti. La scuola è il fondamento di un paese. Se la scuola è laica, civile e solidale lo saranno anche i futuri cittadini. Lo sarà l’intero paese.
Fonte: AgoraVox Italia
Circolo UAAR di Bologna
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