venerdì 16 maggio 2014

Giro d’Italia, la vergogna di una RAI asservita al potere

Il giro d'Italia, nella giornata di ieri, ha fatto tappa a Vairano Patenora (CE), precisamente nella frazione di Vairano Scalo. Ma alcune scelte dell'organizzazione del giro e della RAI hanno indignato la popolazione di Vairano e diversi esponenti della politica locale. Vi riporto l'articolo dell'amico Thomas Scalera dal sito Vairano News.



Complimenti agli organizzatori della Gazzetta e della RAI che hanno fatto una gran bella frittata durante il passaggio del giro d’Italia per Vairano Scalo. Era prevista una carovana che doveva arrivare 2 ore prima, era prevista una manifestazione davanti al monumento dello storico incontro di Vairano.

Ebbene con la grande delusione dei tanti bambini intervenuti la CAROVANA è passata dritta senza fermarsi, contrariamente a quanto sapevano gli amministratori e il Sindaco.

Ma non basta.

Sapete cosa ha fatto mamma RAI? Durante il passaggio per la piazza, davanti a Taverna Catena ha mandato la PUBBLICITA'. Una vergogna.

Hanno semplicemente occultato il luogo dell’Unità d’Italia, probabilmente per un intervento di qualche importante politico del luogo che da sempre osteggia la VERITA' STORICA.

L’intera popolazione è sconcertata, tutti sono basiti e delusi compreso il Sindaco Bartolomeo Cantelmo che ha rilasciato questa dichiarazione:



Sarebbe il caso che l’amministrazione chieda spiegazioni all’organizzazione perché quello che è accaduto è assolutamente da condannare.

La dichiarazione di Martone del gruppo Torre non ha tardato ad arrivare: “E’ l’ennesimo schiaffo ai vairanesi, quindi, a questo punto, penso che il 22 il Consiglio Comunale debba prendere atto di PRENDERSI TUTTO IL PALAZZO DI TAVERNA CATENA, perché qui c’è qualcuno che vuole OCCULTARE la verità, ma non potrà riuscirci. Poi se il Ministro Franceschini, grazie ai suoi agganci sul posto, vorrà ostacolarci vuol dire che coinvolgeremo le imprese di costruzione locali e TAVERNA CATENA ce l’aggiustiamo noi, senza aspettare l’elemosina di nessuno.”

Chiediamo alle forze politiche di Vairano, TUTTE, di mandarci il loro video di protesta perché l’ennesimo colpo basso dato a Vairano non può passare così impunito. Oggi siamo stati colpiti tutti, ma soprattutto è stata ASSASSINATA ancora una volta la VERITA’.

Di seguito i Video:

Thomas Scalera:



Gianpiero Martone (gruppo Torre):



Enzo Orabona (Partito Democratico):

“La mia rabbia e il mio sdegno per quanto accaduto sicuramente e concordo con il Sindaco prima di sentenziare oppure prima di fare della facile demagogia vanno chiariti i perché dell’accaduto una cosa da notare dopo il passaggio a Vairano i ciclisti sono caduti sarà un segno?“

Fonte: Vairano News

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L'articolo del giornalista Stefano Peccerillo sul quotidiano 'La Gazzetta di Caserta' di oggi:

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mercoledì 14 maggio 2014

Milano, tesi di laurea gettate come immondizia


Quattro cassoni per la raccolta differenziata pieni di tesi di laurea. Il ritrovamento è avvenuto al Dipartimento di Informatica dell' 'Università degli studi di Milano'. Si tratta di elaborati consegnati in un periodo che va dal 1983 al 1995 e sono i lavori di centinaia di studenti che si sono laureati al dipartimento.

Con una nota la Statale precisa "l'Ateneo conserva indefinitamente copia di ogni tesi, di ogni grado e livello di studio, nel proprio Archivio tesi, garantendone peraltro la pubblica consultazione se autorizzata dall'autore". La nota prosegue spiegando che "lo smaltimento delle copie cartacee in dotazione ai singoli docenti, relatori o correlatori, spetta a loro che ne dispongono liberamente, anche valutando le non secondarie esigenze di razionalizzazione degli spazi a disposizione".

La foto mette comunque tristezza...

venerdì 9 maggio 2014

Un ricordo per Peppino Impastato

Il 9 maggio del 1978 nel piccolo paese di Cinisi, a 30 km da Palermo, viene ucciso Giuseppe Impastato. Il suo corpo viene dilaniato da una carica esplosiva posta sui binari della tratta Palermo-Trapani. Peppino era un militante della sinistra extraparlamentare. Sin da ragazzo si era battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. A far uccidere Peppino fu Gaetano Badalamenti, il capo di Cosa Nostra negli anni Settanta.

giovedì 8 maggio 2014

Perché è stato arrestato Claudio Scajola


Claudio Scajola arrestato dalla Dia di Reggio Calabria. L’ex ministro dello Sviluppo Economico è finito in manette con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare e collega di partito Amedeo Matacena, imprenditore reggino. Oltre a Scajola tra gli arrestati spuntano la segretaria dell’ex ministro, Roberta Sacco, e diversi personaggi legati a Matacena, anch’egli raggiunto da un provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo (che risulta però irrepereibile) e alla madre Raffaella De Carolis.


CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, SEQUESTRI E PERQUISIZIONI – Matacena risulta latitante a Dubai a seguito di condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Sono state ordinate numerose perquisizioni in varie regioni, in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. A quanto si apprende dalle agenzie di stampa sono in corso anche sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro. Complessivamente sono stati emessi emessi dal Gip Olga Tarzia otto provvedimenti restrittivi.

CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, L’INDAGINE – L’inchiesta che ha condotto all’arresto di Scajola parte da un filone dell’indagine ‘Breakfast’ sui fondi neri della Lega Nord. Uno dei personaggi chiave dell’inchiesta è Bruno Mafrici, un faccendiere legato al clan De Stefano di Reggio Calabria. Gli investigatori della Dia reggina hanno scoperto alcune telefonate di Mafrici, che si spacciava per avvocato, con l’ex deputato di Forza Italia Matacena. Al telefono i due parlavano di affari e le telefonate si sarebbero fatte sempre più insistenti qualche mese prima che la condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa del politico diventasse definitiva. In questo contesto Scajola avrebbe intrattenuto rapporti definiti dalla Dia «sospetti» con la moglie di Matacena, Chiara Rizzo. In più Scajola avrebbe «interessato» un faccendiere italiano con interessi in Libano per favorire la latitanza di Matacena, lo stesso faccendiere che avrebbe avuto contatti con l’ex senatore Marcello Dell’Utri (arrestato a Beirut lo scorso 12 aprile) per una fuga nel paese mediorientale. Matacena tentava dunque, di trasferirsi in Libano, grazie all’aiuto dell’ex ministro.

CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, IL PROCURATORE PARLA A SKYTG24 – A SkyTg24 il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ha spiegato che durante l’indagine ‘Breakfast’ da conversazioni telefoniche è emersa la figura del Matacena, nel giugno 2013 destinatario di un provvedimento di esecuzione di pena, e che seguendo i suoi rapporti è emerso che alcune persone tra cui Scajola si sono prodigate affinché Matacena potesse sottrarsi alla esecuzione della pena. Qualcuno si sarebbe prodigato addirittura per trasferire il suo patrimonio nelle mani di soggetti apparentemente non a lui legati, allo scopo di sottrarlo a provvedimenti giudiziari di sequestro. Matacena tentava in sostanza di salvaguardare i suoi beni facendoli confluire in oscietà fittizie a capo delle quali sarebbero stati posti alcuni suoi factotum.

CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, LA REAZIONE DI BERLUSCONI – L’arresto di Scajola è avvenuto stamane in un albergo romano, dove l’ex ministro aveva trascorso la notte. Il commento di Silvio Berlusconi non si è fatto attendere. «Non so per quali motivi sia stato arrestato, me ne spiaccio e ne sono addolorato», ha dichiarato l’ex Cavaliere nel corso di un’intervista a Radio Capital. Berlusconi ha precisato che Scajola non è stato candidato in lista con Forza Italia in vista delle Elezioni Europee non perché si avesse sentore di un arresto, ma in seguito ad un «sondaggio su di lui» che segnalava la perdita di voti del partito nel caso di eventuale sua candidatura.

CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, LE VECCHIE VICENDE – Matacena, di cui Scajola avrebbe favorito la latitanza, si è reso latitante dal 2010 dopo la condanna definitiva in Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola già era finito sulle pagine di cronaca giudiziaria nel 2010 per la vicenda della casa al Colosseo acquistata a prezzo ribassato perché in parte pagata dall’imprenditore Diego Anemone. A gennaio di quest’anno Scajola è stato poi assolto perché il fatto non costituisce reato e perchè i soldi erano stati versati «a sua insaputa».

CLAUDIO SCAJOLA ARRESTATO, LA CARRIERA – Nato 66 anni fa ad Imperia, Claudio Scajola vanta una lunga carriera politica alle spalle. Negli anni 1982 e ’83 e dal ’90 al ’95 è stato sindaco della sua città. È entrato in Parlamento, alla Camera, nel 1996, dove ha occupato un seggio come rappresentante di Forza Italia prima e Pdl poi fino alla scorsa legislatura, conclusasi nel 2013. Per 13 mesi, dal giugno 2001 al luglio 2002 è stato ministro dell’Interno del governo Berlusconi, incarico terminato in seguito alla dichiarazione su Marco Biagi «era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza». Dall’agosto 2003 all’aprile 2005 ministro per l’attuazione del programma di governo. Dal 2006 al 2008, durante il governo di centrosinistra, è stato invece presidente del Copasir. Infine, da maggio 2008 a maggio 2010, ministro dello Sviluppo Economico.

(Fonte foto: archivio LaPresse)

Fonte articolo: Giornalettismo

domenica 4 maggio 2014

Ma Genny ‘a carogna non è l’unico colpevole di questo schifo


Partiamo dai fatti. Genny ‘a carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, capo dei “Mastiffs”, figlio di Ciro, camorrista affiliato al clan Misso, perché era allo stadio a fare il “lancia cori” per i tifosi azzurri durante la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, ieri, a Roma? E perché poteva indossare la maglia “Libertà per Speziale”, in solidarietà all’uomo condannato in primo grado per l’omicidio di Filippo Raciti, l’ispettore di polizia rimasto ucciso negli scontri tra ultras a Catania nel 2007? Chi l’ha fatto entrare? Chi l’ha fatto entrare con quella maglia? Genny ‘a carogna è indubbiamente un problema del calcio italiano. Attenzione, però. Non è l’unico. Né il più grave, a questo giro. Prima di Napoli-Fiorentina qualcuno ha sparato a tre persone, tutti supporter partenopei. Ciro Esposito, colpito alla colonna vertebrale è il più grave. All’inizio le forze dell’ordine hanno fatto credere che si trattasse di una vicenda estranea alla contrapposizione fra tifoserie. Un fatto che «non sembra essere collegato a scontri tra tifosi, ma che avrebbe cause occasionali». E in effetti non interessava nello specifico la Fiorentina. Ma siccome siamo a Roma, è parso a tutti ovvio che qualcosa la tifoseria della Capitale, acerrima nemica di quella partenopea, doveva entrarci. Infatti un coinvolgimento pare vi sia, eccome. Siamo all’inizio di indagini complesse, quindi non abbiamo certezze in mano. Di certo c’è che un ragazzo rischia di finire all’altro mondo. Di certo c’è che ci sono stati anche altri tafferugli. In tutto si contano 10 feriti. Doveva bastare questo a fermare il circo del pallone. E invece la paura che bloccare lo show si rivelasse la scelta peggiore ha preso il sopravvento.

Genny ‘a carogna decide o è portavoce di una decisione?
Continuiamo coi fatti: una volta appresa la notizia del ferimento dei tifosi, gli ultras azzurri già nello stadio hanno chiesto ai calciatori di non scendere in campo. Il calciatore del Napoli Marek Hamsik, capitano, si è recato, su richiesta dei dirigenti della Lega Calcio e della polizia, a parlare coi tifosi in curva allo stadio Olimpico. I referenti erano appunto Gennaro ‘a carogna e altri due “dirigenti” del tifo partenopeo. Perché è stato mandato un calciatore e non un funzionario della SSC Napoli? Perché – dicono ambienti di polizia – il calciatore ha un dialogo coi tifosi. Lo ascoltano. Genny De Tommaso parla con Hamsik ma nel frattempo dagli spalti parte un fitto lancio di oggetti. Qual è il ruolo di Genny ‘a carogna? Impone o media? Ha davvero la capacità di decidere l’inizio o l’interruzione di una partita? Di certo c’è che non riesce nemmeno a fermare il lancio di oggetti e fumogeni. Una cosa, ripetiamo, è certa: egli non dovrebbe esser lì, egli non dovrebbe essere il garante di niente. Ma tant’è. La partita si fa. I tifosi dicono che non esulteranno né scandiranno cori né esibiranno striscioni o coreografie. Ma chi decide davvero che si gioca? Questura e Prefettura o il capotifoso? Che ruolo ha Genny? L’orientamento delle forze dell’ordine è ovviamente quello di controllare la fiumana di gente e non farla riversare nuovamente nelle strade senza aver assistito alla finale, dunque frustrata e rabbiosa. Dunque decide l’ultras o no? Intanto le sue immagini in bilico sulla transenna dell’Olimpico fanno il giro del mondo.

Daniele De Santis e la sparatoria prima di Napoli-Fiorentina
Non dimentichiamo i fatti. C’è stata una sparatoria. Il Calcio Napoli vince 3-1 okay. Ma chi ha sparato? E perché? C’è un ultrà della Roma, Daniele De Santis, che in tarda serata viene stato interrogato all’ospedale Gemelli, dove è ricoverato con una gamba rotta. Una pistola viene ritrovata abbandonata nei pressi di un vivaio in viale Tor di Quinto. De Santis detto “Gastone”, è già noto alle forze dell’ordine per fatti legati al mondo ultras della Roma. E per vicinanza al mondo dell’estrema destra. La dinamica, per ora, ha due verità: la prima narra dell’uomo, riconosciuto da alcuni tatuaggi, aggredito da alcuni tifosi napoletani, contro i quali avrebbe esploso i colpi di pistola. L’altra ipotesi, del tutto diversa, è quella dell’agguato organizzato: l’ultrà giallorosso avrebbe provocato, sparato e poi sarebbe stato picchiato. Nelle prossime ore capiremo esattamente la dinamica.

Questi sono a grandi linee gli elementi sui quali ragionare. E rispetto a questi possiamo dire che dopo esserci occupati del pittoresco Genny ora occorre capire il contesto di riferimento di chi ha impugnato una calibro 7,65 col preciso scopo di mandare persone all’altro mondo prima di una partita di pallone. Ieri allo stadio c’era anche il premier Matteo Renzi, con moglie e figli, scortato da polizia e carabinieri. Capisca anche lui che non è più tempo di “lasciar correre”. Forse è davvero arrivato il momento di mettere mano anche a questo guaio ed elaborare proposte draconiane. Sicuramente non è una questione che si risolve con un tweet: prima lo si capisce, meglio è.

Fonte: fanpage.it

Leggi anche: Tifoso del Napoli ferito, arrestato ultrà della Roma con l’accusa di tentato omicidio

sabato 3 maggio 2014

L'importanza della prevenzione

di Dott.ssa Enza Tabacchino

Prevenire la diffusione delle malattie significa conoscerle, individuarne le cause e i fattori che ne favoriscono l’insorgenza; significa anche formare nella popolazione un’idea positiva di salute come bene prezioso da difendere da ogni rischio esterno o interno all’uomo.

Nell’ultimo secolo è stato raggiunto un significativo grado di controllo per alcune malattie grazie soprattutto a specifiche misure preventive, quali le vaccinazioni e, in generale, grazie alle migliorate condizioni igienico sanitarie. Nuove metodologie di prevenzione delle malattie emergono in virtù delle tecnologie ed aumenta anche la consapevolezza sulla salute. Negli anni si è assistito oltre che ad un’evoluzione del concetto di salute – da assenza di malattia a completo benessere fisico, mentale e sociale - anche ad un riconoscimento del ruolo importante e determinante che la singola persona ha sul proprio stato di benessere. La persona deve essere messa nelle condizioni di avere sia una vita integrata socialmente che un controllo sui determinanti dello stato di salute-malattia, ma deve anche sapere e poter scegliere con consapevolezza il suo stile di vita; da qui deriva la definizione di promozione della salute come quel processo che rende gli individui in grado di avere un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. Inoltre, si è sentita la necessità di valorizzare approcci umanistici che tengano conto della persona nel suo insieme, che integrino i diversi saperi e gli ambiti disciplinari, promuovendo dialogo e interazione tra i professionisti. Oggi le persone vogliono non solo curarsi, ma anche prevenire le malattie, informarsi, integrare le diverse conoscenze. La relazione tra il paziente e colui che si prende cura del suo benessere è molto importante, perché un buon dialogo fa sentire le persone meno malate, più partecipi alla cura; insomma ci si sente più “persone” e meno “casi clinici” e questo è davvero molto.

Nella promozione della salute, concetto che negli ultimi anni ha avuto un’importante diffusione, si possono individuare tre attività essenziali e cinque azioni strategiche.

Le tre attività sono:

1. fornire agli individui ed alle comunità i mezzi materiali, le conoscenze e le capacità per controllare e migliorare la propria salute (to enable);

2. mediare tra i differenti interessi della società per il raggiungimento della salute (to mediate);

3. sostenere il diritto alla salute per tutti e quindi favorire l’equità (to advocate).

Le azioni strategiche attraverso le quali fare promozione della salute sono:

1. creare politiche pubbliche per la salute;

2. creare ambienti che favoriscono le scelte salutari;

3. rafforzare i processi di partecipazione dei cittadini che devono diventare i protagonisti e quindi i responsabili del loro stato di salute;

4. sostenere lo sviluppo individuale e sociale fornendo l’informazione e l’educazione alla salute, e migliorando le abilità per la vita quotidiana;

5. orientare i servizi sanitari la cui missione deve andare oltre la cura e la riabilitazione.

Si intuisce, quindi, la complessità generale dell’argomento e dei possibili risvolti nelle politiche in ambito sanitario ma non solo. Si devono creare delle alleanze, cioè accordi tra enti/istituzioni diverse e reti tra i vari servizi, che condividano un obiettivo di salute, creando delle sinergie tali da modificare culturalmente stili di vita non salutari. È fondamentale ci sia un approccio globale e trasversale, con il coinvolgimento di tutti i settori - quello sanitario, dell’istruzione, dell’ambiente, dei trasporti, dell’agricoltura - per agire efficacemente sui determinanti sociali, fisici ed economici della salute. Va inoltre sottolineato che, spesso, modelli di vita poco salutari o stato di malattia si associano ad una situazione di degrado sociale, ad un livello scolastico e culturale basso, a difficoltà economiche e chiaramente a mancanza di capacità di risposta del singolo. Il nuovo paradigma adottato nelle discipline sanitarie pone l’accento proprio su concetti fondamentali quali la persona, l’ambiente, la salute, la cura. Secondo questa visione, il cittadino/paziente deve essere considerato una persona nella sua globalità inserita in un particolare contesto socio-economico, culturale e relazionale, con le proprie credenze, conoscenze e valori.


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venerdì 2 maggio 2014

Euro di serie A ed euro di serie B


Si parla spesso di uscita di Italia dall’euro. Riguardo alle modalità ci sono diverse tesi. Una di queste è un’uscita “concordata” con conseguente svalutazione della moneta o in alternativa un’uscita della Germania con un euro di serie A e l’Italia con un l’euro attuale di serie B svalutato. In queste ipotesi il problema principale rimane il pagamento dell’esorbitante debito pubblico contratto con la moneta attuale forte e non svalutata. Il problema principale è quindi il debito pubblico con gli interessi e quant’altro. Di ristrutturazione del debito pubblico si parla da tempo: un’ipotesi da adottare non certo tra le più felici.

L’euro di serie A e l’euro di serie B forse è la soluzione più “indolore” se proprio si dovesse decidere di abbandonare la moneta attuale troppo forte sui mercati globali: la soluzione dell’euro di serie A e di serie B rispecchia anche la forza delle economie forti e deboli dell’Europa, dei paesi del Nord e dei paesi del Sud, dei paesi definiti virtuosi e dei PIGS.

Una moneta deve rispecchiare l’economia di una nazione e l’Italia come la Spagna o il Portogallo non possono permettersi una moneta adatta invece ad un’economia forte come quella della Germania. 

Ritornando poi alla questione della svalutazione si potrebbe optare per una svalutazione graduale negli anni che potrebbe seguire un’eventuale ripresa economica e un’eventuale riduzione del debito pubblico premettendo che però trattati come il Fiscal Compact vanno ridiscussi, cambiati, rinviati o altro.

La cosa principale da tenere a mente è che la via attuale non è quella praticabile e in un modo o nell’altro dovranno esserci dei cambiamenti. La situazione di deflazione in cui versa l’Europa parla chiaro come parla chiaro anche il fatto che la ripresa economica in Europa sia più debole rispetto ad altre parti del mondo. 

Oppure ancora cambiare il ruolo della BCE e condividere i debiti sovrani così aiutando le economie più deboli magari con l’ipotesi più volte avanzata degli eurobond.

Il Fiscal Compact e il rispetto del 3% di rapporto deficit/PIL sono vincoli da rispettare troppo “duri” come sono stati concepiti qualche anno fa: c’è bisogno di maggiore “elasticità” per aiutare i paesi in difficoltà o rinviare tutto per il fututo quando si sarà usciti dalla crisi economica più grave dal dopoguerra.

Fonte: SYSTEM FAILURE

giovedì 1 maggio 2014

Festa dei lavoratori?


Per milioni di persone, i disoccupati, quella del primo maggio è una giornata come le altre. Non c'è niente da festeggiare. Purtroppo, da diversi anni a questa parte, la festa dei lavoratori non coincide affatto con la festa del lavoro. Lavoro a tempo determinato, lavoro nero, lavoro part time. Lavoro e basta non se ne trova. C’è sempre un aggettivo appresso. E sono quegli aggettivi a modificare il senso del lavoro, la sua prospettiva futura, la sua sicurezza, il suo status. Il precariato ha diminuito sia i disoccupati che gli occupati a tempo indeterminato. Risultato, l’insicurezza. Quella sociale, però. Perché poi c’è anche l’insicurezza materiale, fisica, nel mondo del lavoro. Le morti bianche le chiamano. Anche qui un aggettivo a caratterizzare la morte. Bianca perché è innocente. Non si può morire sul lavoro!

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 Cost.)

IL SIGNIFICATO DI QUESTA FESTA
Il primo maggio è la festa dei lavoratori o festa del lavoro. E’ una festività che annualmente viene celebrata per ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. L'origine della festa viene fatta risalire ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate alla Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialista ed anarchico - suggerirono come data della festività il Primo maggio. In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia soltanto due anni dopo. In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista - che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma - ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945. Nel 1947 fu funestata a Portella della Ginestra (Palermo) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.