Un intervento repressivo concordato dalla multinazionale con il Ministero del Lavoro. Il conflitto è cominciato più di 40 giorni fa, con una richiesta fatta dai lavoratori e lavoratrici del turno serale, che chiedevano misure di igiene e sicurezza per far fronte agli effetti dell'influenza A. Nella fabbrica funziona un asilo nido dove le lavoratrici lasciano i figli mente svolgono la loro giornata di lavoro.
La richiesta consisteva nella concessione di permessi per le lavoratrici incinte, per quelle che tengono i bambini nel nido della fabbrica e disinfettante in gel per tutte le linee di produzione della fabbrica.
La risposta dell'impresa non si è fatta aspettare e ha licenziato 162 persone, fra i quali 44 delegati/e sindacali.
La risposta dell'impresa non si è fatta aspettare e ha licenziato 162 persone, fra i quali 44 delegati/e sindacali.
Sebbene la protesta sia stata realizzata dal turno serale ed è consistita nell'andare nell'edificio dell'amministrazione per chiedere misure urgenti, azione che la proprietà ha definito “privazione illegale della libertà” facendo denunce penali, la maggior parte dei licenziati fanno parte dei turni notturno e della mattina, dove si concentra il consiglio di fabbrica.
Il conflitto dei lavoratori e lavoratrici della Kraft è in costante movimento, ha attraversato i confini della provincia di Buenos Aires per diventare un conflitto a livello nazionale.
Alla mobilitazione di massa che ha seguito i violenti scontri di venerdì, hanno partecipato consigli di fabbrica combattivi, movimenti sociali, studenti universitari, partiti politici, organismi dei diritti umani, referenti politici e sociali come Nora Cortiñas madre di Plaza de Mayo linea fundadora.
In diversi punti del paese sono stati messi in atto blocchi stradali, Salta, Jujuy, Rosario, Neuquén ed altri nelle strade che portano dalla provincia alla città e sulla Panamericana, mentre in solidarietà al conflitto sono cominciati fermi di mezzora in altre fabbriche del paese.
Il piano della proprietà è quello di eliminare un turno e fare turni americani di 12 ore, togliere il nido e la mensa, per questo cercano di smembrare il consiglio di fabbrica che tra l'altro è in contrasto con il segretario del sindacato nazionale del settore alimentazione.
Il conflitto Kraft-Terrabusi assume importanza nazionale come esempio che, se portato a buon fine, potrebbe aprire la strada per altre imprese del paese.
Adesso all'interno della fabbrica ci sono più di 300 elementi della polizia, i capi seguono la linea di produzione scortati dalla polizia ed è proibito soffermarsi a parlare a più di due persone assieme.
La forza della protesta e l'appoggio di massa ottenuto ha costretto diversi settori che non avevano partecipato alla protesta a prendere posizione e a spingere il governo a chiedere che la proprietà faccia ritirare la polizia dalla fabbrica e paghi i salari arretrati.
La solidarietà sta aumentando di giorno in giorno e sta trasformando il conflitto nato all'interno della fabbrica in una bandiera di lotta di molte organizzazioni sindacali, sociali e politiche.
Fonte: Globalproject
3 commenti:
Linkato su entrambi i blog...
Buona domenica :)
Quando una nazione è in crisi si svende e la gente deve fare la bestia da soma...speriamo che oltre al precariato selvaggio non arrivi anche sta sciagura da paese del terzo mondo!!
esatto danx
Posta un commento