lunedì 28 maggio 2018

È saltato tutto, Mattarella convoca Cottarelli

Conte ha rinunciato dopo lo scontro tra Mattarella e Lega-M5S sulla nomina di Savona; Di Maio proporrà la messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica: non era mai successo niente di simile

Sergio Mattarella. (ANSA/FABIO FRUSTACI)

Giuseppe Conte ha rinunciato all’incarico da presidente del Consiglio, dopo un colloquio col presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutto è clamorosamente saltato perché la lista dei ministri presentata da Conte conteneva il nome di Paolo Savona al ministero dell’Economia, un noto economista che aveva teorizzato l’uscita dell’Italia dall’euro.

Mattarella si è opposto alla nomina di Savona in ragione di quelle idee e progetti, e del rischio che avrebbero rappresentato per gli italiani; ha chiesto di proporre un’alternativa proveniente dallo stesso schieramento politico, ma M5S e Lega si sono opposti facendo saltare l’accordo (altre volte in passato era accaduto che il presidente della Repubblica si opponesse alla nomina di un ministro). Dopo aver rivolto un accorato discorso, Mattarella ha convocato al Quirinale per domattina Carlo Cottarelli, ex commissario per la spending review, probabilmente per affidargli l’incarico di formare un governo.

Luigi Di Maio, capo del M5S, ha annunciato che proporrà al Parlamento di discutere la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Matteo Salvini, capo della Lega, ha chiesto le elezioni anticipate. Entrambi hanno detto più volte che Mattarella ha voluto opporsi a Savona perché «sgradito a Berlino» e ai cosiddetti «poteri forti».

Vedi anche: Cosa dice la Costituzione sulla nomina dei ministri

Mattarella ha spiegato che, tra le altre cose, con Savona si sarebbe arrivati “probabilmente, o forse inevitabilmente, all’uscita dell’Italia dall’euro” – che Savona aveva teorizzato spiegando che dovrebbe avvenire “in segreto” – e che la sola sua nomina avrebbe messo a rischio immediato i risparmi degli italiani, per l’aumento dei tassi di interesse che avrebbe comportato. Mattarella ha ricordato anche che l’uscita dell’Italia dall’euro non è stata discussa durante la campagna elettorale, e che aveva chiesto a Lega e M5S di proporre un’altra persona del loro schieramento politico per quel ministero, ma nessuna proposta alternativa è arrivata.

Leggi anche: I ministri che volevano Lega e M5S

La Costituzione assegna al presidente della Repubblica il potere di nominare i ministri, e al presidente del Consiglio solo quello di proporli: nonostante questo, mai nella storia repubblicana si era arrivati a un simile scontro tra il presidente della Repubblica e una maggioranza parlamentare.

Fonte: Il Post

mercoledì 23 maggio 2018

26 anni fa la strage di Capaci


23 maggio 2018. Sono trascorsi 26 anni dalla strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Per non dimenticare...


"Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini" (Giovanni Falcone)

martedì 22 maggio 2018

Giuseppe Conte, chi è e le altre cose da sapere

La persona indicata da M5S e Lega come nuovo presidente del Consiglio è un avvocato di 54 anni e non ha mai fatto politica

Giuseppe Conte (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Giuseppe Conte è stato indicato da Movimento 5 Stelle e Lega Nord come presidente del Consiglio del loro futuro governo. Conte ha 54 anni, è nato a Volturara Appula, in provincia di Foggia, è un avvocato civilista e insegnante di diritto, e non ha mai fatto politica. Il suo nome è stato annunciato lunedì pomeriggio da Luigi di Maio dopo avere incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Dal 2013 Giuseppe Conte è componente del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa, scelto dal Parlamento. Quando il Movimento 5 Stelle lo candidò per quell’incarico, scrive Repubblica, presentò un “curriculum di 18 pagine” e i giornali di oggi insistono molto sulle sue esperienze lavorative e di studio. Le più importanti, tra quelle che dichiara, sono la laurea in Giurisprudenza del 1988, gli studi di perfezionamento a Yale e alla New York University (che ha però smentito che Conte abbia studiato lì) e le docenze di Diritto Privato all’Università di Firenze e all’università LUISS di Roma. Conte, che lavora come avvocato a Roma e ha un suo studio legale, è anche avvocato patrocinante in Cassazione. Giuseppe Conte è stato inoltre il legale nella complessa vicenda sul caso Stamina della famiglia di Sofia, bambina con una grave malattia neurodegenerativa non curabile.

Di Conte non si era parlato molto fino a poche settimane fa, quando prima delle elezioni il Movimento 5 Stelle lo aveva indicato come ministro della Pubblica Amministrazione di un futuro eventuale governo Di Maio. Durante l’evento di presentazione della squadra di governo, Conte fu elogiato da Di Maio per il suo impegno per la de-burocratizzazione dell’amministrazione pubblica e lui stesso – parlando dei suoi obiettivi da futuro ministro – fece riferimento alla “semplificazione della pubblica amministrazione” e alla “cultura della legalità” da promuovere e valorizzare tra gli italiani.

In quell’occasione Conte raccontò di avere avuto i suoi primi contatti con il Movimento 5 Stelle nel 2013, quando gli fu chiesto di diventare membro del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa, l’organo di autogoverno della giustizia amministrativa. «Luigi Di Maio ricorderà, fui molto chiaro», disse Conte, «per onestà intellettuale precisai: “non vi ho votato”, e precisai anche “non posso neppure considerarmi un simpatizzante”, non li conoscevo. In questi quattro anni in cui ho svolto questo incarico non ho ricevuto una telefonata che potesse in qualche modo interferire [..] nel delicato incarico che ho ricoperto». Intervistato a DiMartedì pochi giorni dopo, insistendo sulla sua parziale estraneità al Movimento 5 Stelle, Conte disse che «il mio cuore è tradizionalmente battuto a sinistra».

Durante la presentazione del futuro governo del Movimento 5 Stelle, Conte elogiò molto il “senso delle istituzioni” dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle e disse che a convincerlo a candidarsi a ministro di un loro futuro governo fu la composizione delle liste elettorali e «l’apertura a esponenti della società civile, a figure professionali, figure competenti. Un laboratorio politico meraviglioso, incredibile».

Parlando di quale sarebbe stato il suo programma di lavoro da ministro, Conte insistette molto sulla necessità di semplificare il «farraginoso» quadro normativo italiano e di combattere «l’ipertrofia normativa». Disse che sarebbe stato necessario un censimento di tutte le norme, per potere abrogare le «leggi inutili»; disse che sarebbe stata necessaria una grossa semplificazione della macchina burocratica dello Stato e un riassetto delle autorità indipendenti – «sono decine, ci sono sovrapposizioni di competenze e vuoti legislativi» – e parlò della necessità di rivedere le norme anticorruzione. Conte parlò anche della necessità di «valorizzare la meritocrazia», varando «un programma straordinario di riqualificazione del personale pubblico» e cambiando il modo in cui sono distribuiti gli incentivi economici ai lavoratori dell’amministrazione e, chiudendo il suo intervento, disse che sarebbe stato necessario rivedere integralmente quella che chiamò la riforma della «cattiva scuola», la riforma dell’istruzione approvata dal governo Renzi.

In altre occasioni, prima che di lui si parlasse per incarichi politici, Conte aveva presentato più estesamente le sue idee per la riforma della giustizia amministrativa, di cui ha più volte riconosciuto l’utilità e l’importanza ma anche quelli che secondo lui erano diventati dei limiti al suo funzionamento. Ne aveva parlato in un convegno dello scorso giugno alla Camera. Non sono note quindi le sue opinioni su tantissime altre questioni di cui dovrà occuparsi eventualmente da presidente del Consiglio, né le sue attitudini e capacità politiche nel guidare e gestire un governo, visto che non ha precedenti esperienze amministrative.

Fonte: Il Post

mercoledì 16 maggio 2018

La bozza del “contratto” tra M5S e Lega

L'ha pubblicata lo HuffPost ed è stata definita una versione «superata» da Lega e M5S: ma permette di sapere di cosa si sta discutendo e in che termini


Martedì sera lo HuffPost ha pubblicato una bozza del cosiddetto “Contratto per il governo del cambiamento”, il documento a cui da giorni stanno lavorando Luigi Di Maio e Matteo Salvini insieme ai rispettivi staff e che dovrebbe servire da programma per il governo di coalizione tra Movimento 5 Stelle e Lega, dovesse nascere. Qui trovate i contenuti spiegati per esteso.

Nella bozza ci sono tantissime indicazioni di quali siano i temi intorno a cui si sta sviluppando la discussione, e quindi su quali potrebbero essere le linee politiche dell’azione del nuovo governo. È stata subito letta e analizzata da giornalisti e commentatori, che l’hanno molto criticata per la sua “ingenuità” e per alcune idee molto controverse che contiene. Tra le altre cose, la bozza del “contratto” sembra fare affidamento sull’idea che la Banca Centrale Europea cancellerà 250 miliardi di euro di debiti dell’Italia e parla esplicitamente dell’uscita dall’Euro. Il documento introduce inoltre l’idea di un “Comitato di conciliazione”: un organo parallelo al Consiglio dei ministri che gestisca il dibattito interno tra le due forze della coalizione.

L’autenticità del documento pubblicato dall’HuffPost è stata implicitamente confermata da un comunicato diffuso da Lega e Movimento 5 Stelle in cui si definisce questa bozza «superata», dicendo che «la versione attuale, dunque, non corrisponde a quella pubblicata. Molti contenuti sono radicalmente cambiati. Sull’euro, ad esempio, le parti hanno già deciso di non mettere in discussione la moneta unica».

Fonte: Il Post

mercoledì 9 maggio 2018

Un ricordo per Peppino Impastato


Il 9 maggio del 1978 nel piccolo paese di Cinisi, a 30 km da Palermo, viene ucciso Giuseppe Impastato. Il suo corpo viene dilaniato da una carica esplosiva posta sui binari della tratta Palermo-Trapani. Peppino era un militante della sinistra extraparlamentare. Sin da ragazzo si era battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. A far uccidere Peppino fu Gaetano Badalamenti, il capo di Cosa Nostra negli anni Settanta.

martedì 1 maggio 2018

Festa dei lavoratori?


Per milioni di persone, i disoccupati, quella del primo maggio è una giornata come le altre. Non c'è niente da festeggiare. Purtroppo, da diversi anni a questa parte, la festa dei lavoratori non coincide affatto con la festa del lavoro. Lavoro a tempo determinato, lavoro nero, lavoro part time. Lavoro e basta non se ne trova. C’è sempre un aggettivo appresso. E sono quegli aggettivi a modificare il senso del lavoro, la sua prospettiva futura, la sua sicurezza, il suo status. Il precariato ha diminuito sia i disoccupati che gli occupati a tempo indeterminato. Risultato, l’insicurezza. Quella sociale, però. Perché poi c’è anche l’insicurezza materiale, fisica, nel mondo del lavoro. Le morti bianche le chiamano. Anche qui un aggettivo a caratterizzare la morte. Bianca perché è innocente. Non si può morire sul lavoro!

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 Cost.)

IL SIGNIFICATO DI QUESTA FESTA
Il primo maggio è la festa dei lavoratori o festa del lavoro. E’ una festività che annualmente viene celebrata per ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. L'origine della festa viene fatta risalire ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate alla Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialista ed anarchico - suggerirono come data della festività il Primo maggio. In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia soltanto due anni dopo. In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista - che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma - ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945. Nel 1947 fu funestata a Portella della Ginestra (Palermo) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.