domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua


Auguro a tutti i lettori, assidui o frequentatori, e a tutti i blog amici di trascorrere una serena e felice Pasqua

Andrea De Luca

sabato 30 marzo 2013

Ciao Enzo


Enzo Jannacci è morto ieri sera alla clinica Columbus a Milano. Aveva 77 anni ed era ammalato da tempo di cancro. Jannacci è stato un artista poliedrico. Fu il caposcuola del cabaret italiano e collaborò con tantissimi personaggi dello spettacolo, della televisione e della comicità. Come cantautore in cinquant'anni di carriera aveva registrato quasi trenta album, alcuni dei quali rappresentano importanti capitoli della musica italiana. Jannacci è stato uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant'anni. Ciao Enzo.



lunedì 25 marzo 2013

Marò, che figura! La peggiore della storia

Quando il governo italiano aveva deciso di trattenere i due marò in Italia, vi dico la verità, mi ero ancora un po’ vergognato di essere italiano, più di quanto non lo fossi mai stato prima.
L’unica soluzione trovata da quei geniacci dei nostri governanti per risolvere la questione era stata quella di non mantenere la parola data all’India che i marò sarebbero stati rispediti. Quindi non alta diplomazia, non politiche raffinate, non savoir fair, non servizi segreti.. No! Solo la classica soluzione all’Italiana: mancare alla parola data.

Ma l’India, a prescindere da chi abbia ragione sul dove debbano essere processati i marò, ha capito con chi ha a che fare e se li sta giocando, i nostri governanti, come un gatto fa col topolino, tanto che con solo un paio di dichiarazioni rilasciate alla stampa e impedendo secondo me legittimamente al nostro ambasciatore che aveva garantito per il rientro in India dei marò, di lasciare il loro Paese, ha fatto sì che Monti e Terzi se la facessero nei pantaloni e rispedissero indietro gli stessi marò.

E poi vi meravigliate di vedere l’Italia ultima nelle classifiche di civiltà tra le nazioni?

Ora, non pretendo che il mio Paese andasse a riprendersi i marò con un blitz come quelli che fanno gli americani, gli israeliani e qualsiasi altro Paese che ha un po’ di “cosiddetti”, ma quello di mancare la parola data coinvolgendo ancora un po’ la credibilità di tutti noi e mettendo a rischio anche la persona del nostro ambasciatore che probabilmente in buona fede aveva dato anche la sua garanzia, mi sembra davvero schifoso.

L’unica cosa buona di questa triste storia è che ormai tutti, ma proprio tutti, compresi giornalisti fino a ieri insospettabili, considerano Monti una macchietta, un buffone, un pagliaccio, insieme ai suoi amici e amiche che si è portato al governo. Noi ve lo avevamo detto subito cosa fosse quel tipo… Ma non ha neppure la dignità di restituire la carica di senatore a vita.

Fonte: AgoraVox Italia

giovedì 21 marzo 2013

E' morto Pietro Mennea, il più grande velocista italiano


E' morto Pietro Mennea, il più grande velocista della storia dell'atletica italiana, primatista mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72, tutt'ora record europeo, medaglia d'oro nella specialità alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Mennea aveva 61 anni ed era da tempo malato. Se ne va un gigante dello sport italiano. Addio Pietro e grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato.

martedì 19 marzo 2013

In ricordo di don Peppe Diana


Sono trascorsi 19 anni dall'uccisione di don Peppe Diana, il parroco assassinato per mano della camorra. Era il 19 marzo del 1994. Don Peppe aveva deciso di rimanere a Casal di Principe, dove portava avanti una lotta ai clan fatta di emancipazione culturale e risveglio delle coscienze. Gli spararono in faccia. Fu la camorra a ucciderlo. Sognava una Casal di Principe non più in ginocchio davanti alla camorra, in un posto dove anche certi sogni sono proibiti.

 'Per amore del mio popolo non tacerò' (don Peppe Diana)

lunedì 18 marzo 2013

In Grecia un giocatore segna un gol e fa il saluto nazista

Nel campionato di calcio greco, Giorgos Katidis, centrocampista dell'AEK Atene, ha segnato il gol della vittoria nella partita contro il Veria, ed ha esultato facendo il saluto nazista.

Il giocatore è stato espulso a vita da tutte le nazionali elleniche. I vertici della federazione, in un comunicato, hanno dichiarato: "Il calciatore ha offeso profondamente tutte le vittime del Nazismo e ha violato i valori del calcio". Tuttavia, Katidis si è giustificato con queste parole: "Non sapevo cosa volesse dire quel gesto". Figuriamoci...



E' arrivata anche la risposta degli ultras dell'AEK Atene al proprio giocatore: "Che eri semplicemente un ridicolo, un esibizionista con la frangetta e con i disegni sul corpo, di un'immaturità inferiore perfino alle proprie stesse credenze, lo potevamo tollerare... e con la nostra buona volontà lo scusavamo.. Ma salutare in modo fascista, RIDICOLO INSIGNIFICANTE, NON SI PUO’ PERDONARE IN NESSUNO MODO! Tremano le ossa dei nostri antenati, della nostra stessa storia... dei rifugiati e dei nostri valori antifascisti! Alla fine vali poco come giocatore e come persona! Ormai sei indesiderato e ricercato tra di noi! Le tue lacrime non ci convincono... ".

sabato 16 marzo 2013

35 anni fa il sequestro Moro

Sono passati trentacinque anni da quel 16 marzo in cui un commando di Brigate Rosse sequestrava l’onorevole Aldo Moro, assassinando brutalmente gli agenti della scorta (i carabinieri Domenico Ricci e Oreste Leonardi, i poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino). Meno di due mesi dopo il cadavere dello statista fu trovato nel portabagagli di una Renault in via Caetani, a metà strada tra la sede del Pci (via delle Botteghe oscure) e quella della Dc (piazza del Gesù).

Con la scomparsa di Moro finiva l’era del compromesso storico tra Dc e Pci, da lui fortemente sponsorizzato. In quei giorni il Paese fu pervaso da un senso di rabbia e d’impotenza. Di fronte alla richiesta dei sequestratori di trattare con lo Stato si delinearono subito due schieramenti: quello della fermezza, che assolutamente non intendeva trattare coi brigatisti, e quello possibilista, che considerava possibile un eventuale patteggiamento nel caso in cui non ci fosse stato altro modo di salvare la vita di Moro. Purtroppo prevalse la linea dura.

Ciò che ha fatto del sequestro Moro un “caso” sono stati i depistaggi, gli insabbiamenti e i coinvolgimenti di servizi segreti deviati, criminalità organizzata, P2, per non parlare della probabile presenza nelle Br di agenti segreti stranieri, appartenenti anche a Gladio. Gli Usa temevano la partecipazione dei comunisti al governo italiano: erano altri tempi, l’Urss faceva sempre paura e l’Italia era un Paese di frontiera e non poteva essere consegnato al Pci, all’epoca compromesso con Mosca.

Ancora oggi non è stato del tutto chiarito il ruolo effettivo giocato da ciascun elemento coinvolto. Durante i cinquantacinque giorni di prigionia, di fronte a indagini esitanti e alla diffusione di informazioni riservate, Moro iniziò a capitolare, scrisse documenti e lettere sempre più preoccupate ai familiari, ai politici della Dc e all’amico papa Paolo VI. Andreotti e Cossiga considerarono le lettere “non moralmente autentiche”, perché scritte sotto la minaccia dei brigatisti. I documenti, che costituiscono il cosiddetto “Memoriale Moro”, verranno ritrovati in due momenti successivi (1978 e 1990).

In questi documenti Moro trattò di segreti di Stato che preoccuparono i servizi segreti di vari Paesi, parlando anche di Gladio, un’organizzazione paramilitare segreta della Nato, che aveva lo scopo di azioni di guerriglia nel caso di invasione di Paesi dell’Europa occidentale da parte dei Sovietici. Nello stesso istante in cui Moro cominciò a fare rivelazioni su fatti riservati la sua sorte fu segnata.

Salvare la vita di Aldo Moro non interessò più a nessuno. Tale percezione fu nettamente chiara allo stesso Moro che scrisse a Zaccagnini: “Chiedo che ai miei funerali non partecipino né autorità dello Stato né uomini del partito”. L’ultima prigione di Moro probabilmente fu vicino a via Caetani, all’interno del Palazzo Orsini.

Il giornalista Mino Pecorelli nel suo ultimo articolo fece molti riferimenti criptici al Palazzo e sarà ucciso il 20 marzo 1979, forse perché in possesso di documenti di Moro su Andreotti (che poi sarebbero stati ritrovati nel 1990). La probabile fonte di Pecorelli era il generale Dalla Chiesa; anch’egli sarà assassinato. Andreotti, assolto in primo grado per l'omicidio del giornalista, fu condannato a 24 anni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia, la condanna fu annullata in Cassazione.

Fonte: AgoraVox Italia

venerdì 15 marzo 2013

'Tutti con Silvio': il Pdl contro l'oppressione giudiziaria

Oggi è stata diffusa una nota dell'ufficio stampa del Pdl nella quale si legge: ''Prosegue la preparazione della manifestazione indetta dal Pdl per sabato 23 marzo a Roma in piazza del Popolo, a partire dalle ore 15. Le adesioni che stanno pervenendo presso via dell'Umiltà che si è riunito questo pomeriggio sono numerosissime e vanno oltre ogni aspettativa".
E' stato anche approvato definitivamente il titolo della manifestazione: 'Tutti con Sivio. Contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria'.

giovedì 14 marzo 2013

Tutte le polemiche sul nuovo Papa Francesco


Il nuovo Papa non ha fatto in tempo a benedire i fedeli che già in molti hanno mostrato di non aver gradito la sua elezione. La Nacion ad esempio ci presenta uno spaccato del nuovo Pontefice Francesco I, al secolo Jorge Bergoglio, ricordando come l’arcivescovo di Buenos Aires sia uno strenuo oppositore dei matrimoni gay e dell’aborto e di come in passato sia stato accusato del rapimento di due sacerdoti, avvenuto durante la dittatura militare. Insomma, anche un Papa apprezzato e “del popolo” come Papa Francesco ha i suoi detrattori.

CONTRO I MATRIMONI GAY - Nel corso della discussione del disegno di legge finalizzato alla legalizzazione del matrimonio tra due persone del medesimo sesso, Bergoglio pubblicò una lettera di rifiuto indirizzata ai quattro monasteri di Buenos Aires. Queste le sue parole:

“Cerchiamo di non essere ingenui: non si tratta solo di una lotta politica ma parliamo della pretesa di distruggere il progetto di Dio”

Bergoglio poi aggiungeva:

“Non parliamo solo di un disegno di legge ma di una mossa tesa ad ingannare i figli di Dio. Questa è opera dell’invidia del Diavolo in grado di entrare con il suo peccato nel mondo nel tentativo di distruggere l’immagine di Dio, ovvero quella di uomo e di una donna il cui compito è quello di crescere, moltiplicarsi e dominare la Terra”

LA DIFESA DELLA VITA - Il matrimonio omosessuale è diventato legale il 15 luglio 2010. Come detto il neo-Papa si è distinto per le sue posizioni contrarie all’aborto, ritenuto ripugnante anche se richiesto a seguito di uno stupro. Lo scorso settembre, a seguito di una sentenza della Corte Suprema, il sindaco di Buenos Aires Mauricio Macrì ha deciso di regolamentare gli aborti resi necessari da una violenza sessuale. Bergoglio definì tale decisione “deplorevole”. L’arcivescovo della capitale avvertì in una dichiarazione che l’intenzione del Sindaco era finalizzata a rimuovere il valore supremo della vita e di ignorare i diritti del nascituro. Ed in un documento della conferenza episcopale argentina aggiunse che “l’aborto non è mai una soluzione”.

COINVOLTO IN UN RAPIMENTO? - Riferendosi ad una madre con bambino, l’uomo di Chiesa ha spiegato che ci si trova davanti a due persone e che per questo entrambe devono essere conservate, visto che la vita è un valore assoluto. Ma non è tutto. Nel 2005 il Los Angeles Times riaprì un capitolo oscuro del neo-Pontefice a causa della denuncia di un avvocato il quale accusò Bergoglio di essere dietro il rapimento di due preti, avvenuto nel 1976. All’epoca Francesco I era già in predicato di diventare Papa ma venne superato da Joseph Ratzinger.

VECCHIE CALUNNIE - L’accusa, formalizzata in un tribunale della capitale argentina, è relativa al coinvolgimento dell’Arcivescovo nell’atto criminale svolto sotto la dittatura militare. In realtà non venne specificato il ruolo del porporato ma secondo la legge argentina è possibile denunciare una persona anche con poche prove a sostengo della propria tesi. Nel 1976 Orlando Yorio e Francisco Jalis vennero rapiti da militari di marina. Vennero ritrovati in un campo seminudi e drogati cinque mesi dopo. All’epoca Bergoglio era a capo dei Gesuiti d’Argentina ed all’epoca le accuse vennero liquidate come “vecchie calunnie”.

Fonte: Giornalettismo

mercoledì 13 marzo 2013

Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa con il nome di Francesco


Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa con il nome di Francesco.
76 anni, gesuita, Bergoglio è vescovo di Buenos Aires. L'argentino è il primo Papa sudamericano della storia. Queste le sue prime parole: "Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza della comunità diocesana di Roma al suo vescovo. Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI, in modo che il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. Preghiamo per tutto il mondo perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa bella città".

sabato 9 marzo 2013

L'Italia che muore

Mentre Bersani filosofeggia intorno a fantasiose redistribuzioni dell'IMU e rivisitazioni della macchina di morte di Equitalia, nel tentativo di mercanteggiare l'appoggio di Grillo. Mentre l'Europa pretende con tono perentorio altre lacrime ed altro sangue subito, senza discussioni. Mentre il golpista trombato Mario Monti si dice pronto a tutto purché non nasca un governo anti europeo. Mentre la politica gigioneggia nei salottini TV su argomenti pregnanti come la legge elettorale ed il diritto di cittadinanza, alternando la rava e la fava con la fava e la rava.

C'è un'Italia che muore e continua a suicidarsi, refrattaria alla giustizia dispensata da Mr. Legacoop/Mps ed alla libertà offerta dal salapuzio di Arcore. Perfino i media mainstream che su ordine di Mario Monti da un anno avevano eliminato dai propri palinsesti la mezza dozzina di suicidi giornalieri causati dalla disperazione economica, sembrano non essere più in grado di occultare il fenomeno.
Quando come nella tragedia accaduta oggi a Perugia all'interno della sede della Regione Umbria...

Il disgraziato rovinato dall'Italia giusta, decide nella sua follia di portare con sè anche altri malcapitati, per forza di cose la notizia tracima e neppure il diktat di Mario Monti riesce a mantenerla sottotraccia. Così come sta accadendo sempre più spesso, quando la persona rovinata e gettata in mezzo ad una strada, nel momento di togliersi la vita porta con sé il coniuge, i fratelli, le sorelle, i parenti.

Nonostante la portata del fenomeno sembri non essere stata colta dal mondo del giornalismo italiano (con l'eccezione di chi redige i necrologi locali), impegnato a dissertare intorno agli equilibri degli schieramenti politici, al toto elezioni del Papa, alla salute della regina d'Inghilterra e alle partite di Champions League, il paese è simile ad una pentola a pressione, con la valvola che non funziona più. Nè la politica sembra intenzionata a trovare in extremis un qualche rimedio, essendosi già impegnata con i propri padroni ad alzare ulteriormente la fiamma, così come ordinato dalla BCE e da Bruxelles.

L'Italia muore di troppa giustizia sbagliata, di troppe famiglie che non ce la fanno più, di troppi drammi economici trasformatisi in tragedie esistenziali, di troppe grida d'aiuto lasciate obliare nel frastuono dell'indifferenza, da chi preferisce parlare di spread, di tatticismi politici, di reazioni dei mercati, di grafici di borsa e di prestigio europeo. Muore e trascina con sé i suoi figli ogni giorno, muore ogni giorno di più, anche se restiamo voltati dall'altra parte e fingiamo di non accorgercene.

Marco Cedolin

Fonte: IL CORROSIVO di marco cedolin

venerdì 8 marzo 2013

8 marzo: stop al femminicidio!


Oggi, più che mai, é il giorno giusto (ma anche gli altri lo sono sempre eh non dimentichiamolo!) per dire con forza

STOP AL FEMMINICIDIO!

Oggi ricordiamoci di come l'uguaglianza tra uomo e donna deve essere realtà e non solo un principio di massima su carta.

Deve esserlo in Italia, dove le donne lavorano meno degli uomini, sono pagate meno degli uomini e vengono uccise per possesso dagli "uomini"...

Deve esserlo nel mondo dove pochi giorni fa nelle Maldive una donna del posto stuprata, invece di vedere condannato il suo aggressore, é stata frustata perché ha avuto un rapporto sessuale fuori dal matrimonio applicando la shari'ah

Deve esserlo e basta.

Buon 8 marzo

Daniele il Rockpoeta

Fonte: L'Agorà

giovedì 7 marzo 2013

Processo Unipol: Silvio Berlusconi condannato a 1 anno di reclusione


Silvio Berlusconi è stato condannato della quarta sezione penale del tribunale di Milano a un anno di reclusione nel processo Unipol dove era chiamato a rispondere dell'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio in relazione alla pubblicazione de Il Giornale della telefonata in cui Piero Fassino diceva a Giovanni Consorte: «Allora abbiamo una banca». Intercettazione che all'epoca era ancora coperta da segreto istruttorio. Inoltre i fratelli Berlusconi, che non erano presenti al processo, dovranno versare 80mila euro di risarcimento in solido a Piero Fassino costituito come parte civile, più 10 mila euro di spese processuali. 

mercoledì 6 marzo 2013

Chi era Hugo Chavez


Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, operato nei mesi scorsi di cancro, è morto a Caracas. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolas Maduro. I funerali di Chavez si svolgeranno venerdì 8 marzo.

Chavez è stato presidente del Venezuela dal 1999 alla morte. Promosse la sua visione di socialismo nazionale, integrazione dell'America Latina e anti-imperialismo. Fu inoltre un acceso critico della globalizzazione neoliberista e della politica estera statunitense. Chávez fondò il Movimento Quinta Repubblica dopo aver organizzato, nel 1992, un fallito colpo di Stato contro l'allora presidente Carlos Andrés Pérez. Chávez fu eletto presidente nel 1998 grazie alle sue promesse di aiuto per la maggioranza povera della popolazione del Venezuela e fu rieletto nel 2000, nel 2006 e nel 2012. In patria Chávez ha lanciato le Missioni Bolivariane, i cui obiettivi sono quelli di combattere le malattie, l'analfabetismo, la malnutrizione, la povertà e gli altri mali sociali. In politica estera si è mosso contro il Washington consensus sostenendo modelli di sviluppo economico alternativi, richiedendo la cooperazione dei paesi più poveri del mondo, specialmente di quelli sudamericani. I suoi critici gli rimproverano di essere un populista autoritario e l'amicizia con alcuni stati non democratici, come Cuba, e con Stati le cui modalità di governo, pur formalmente democratiche, sono criticate dall'Occidente, come la Libia nel periodo di Mu'ammar Gheddafi e l'Iran, mentre i suoi sostenitori lo considerano un rivoluzionario socialista impegnato per la giustizia sociale.

Per approfondire: Hugo Chavez (da Wikipedia)

martedì 5 marzo 2013

Un incendio distrugge la Città della scienza

Ansa

Ieri, in tarda serata, è scoppiato un gravissimo incendio alla Città della scienza di Napoli. Le fiamme hanno provocato danni ingentissimi alla struttura: restano solo i muri perimetrali mentre l'interno dei padiglioni è devastato. L'incendio fortunatamente non ha causato feriti in quanto il lunedì è giorno di chiusura settimanale. All'esterno della struttura tra i dipendenti si sottolinea come sia molto improbabile che un incendio del genere possa essersi sviluppato per cause accidentali. Per questo, non si esclude una pista dolosa che deve però ancora trovare conferma. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha dichiarato: "Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale. Ora dobbiamo affidarci completamente alla magistratura per indagini il più approfondite possibili".


Link: Città della scienza

lunedì 4 marzo 2013

Cosentino, giudice rigetta revoca della custodia cautelare. Andrà in carcere


Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Giampaolo Guglielmo, a latere Luigi d’Angiolella, ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare per Nicola Cosentino, avanzata dai legali Stefano Montone e Agostino De Caro. Cosentino è sotto processo per concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Ad annunciare il rigetto, il presidente Guglielmo alla fine dell’udienza del processo imperniato sulle vicende dell’infiltrazione dei Casalesi negli appalti dello smaltimento rifiuti attraverso il consorzio Eco4. L’ex sottosegretario all’Economia era in aula. Giovedi’ saranno depositate le motivazioni del collegio giudicante. I pm avevano espresso parere negativo. Ora, per l’ex capogruppo campano del Pdl, diventa concreta l’ipotesi dell’arresto non appena venga a cadere la carica di parlamentare.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

venerdì 1 marzo 2013

Il Papa lascia il Vaticano

Dalle 20 di ieri Benedetto XVI non è più Papa. Lo aveva già annunciato, a sorpresa, lo scorso 11 febbraio, spiegando di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. 'Divento un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Andiamo avanti insieme con il Signore'. Queste le poche parole pronunciate ieri da Benedetto XVI dal balcone del terzo piano del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Un Papa visibilmente commosso che ha ringraziato e salutato i suoi fedeli. L'ultimo twett del Papa è stato: «Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita».