giovedì 28 febbraio 2013

Il punto della situazione dopo le elezioni

Facciamo un breve punto della situazione dopo le elezioni politiche. Per formare un governo ci vuole la maggioranza in entrambe le camere. Bersani, la maggioranza, ce l'ha solo alla Camera ma non al Senato. Per averla dovrebbe ottenere il voto di una delle altre forze maggioritarie presenti che sono il M5S e il Pdl. Al momento pare escluso un accordo con Berlusconi e dunque rimane soltanto una possibilità: l'accordo con Grillo. Nel caso in cui il M5S non desse la fiducia non sarebbe possibile la formazione di un governo. Vista la situazione di ingovernabilità e in assenza di un accordo di legislatura, una proposta potrebbe essere quella di consentire la formazione del governo su pochi punti (conflitto di interessi, nuova legge elettorale, tagli ai costi della politica e misure per la crescita) e poi tornare al voto.

mercoledì 27 febbraio 2013

Le pagelle delle elezioni politiche 2013


Grillo 10: non ha vinto, ha stravinto. Cavalcando l'onda della protesta e del populismo è diventato il primo partito italiano. Realtà
Berlusconi 8: ha 7 vite come i gatti. E' pensare che era avviato sul viale del tramonto. Ma la sua influenza nei media è stata ancora una volta determinante. Invincibile
Bersani 5: è inutile attaccare gli elettori di Berlusconi se, negli ultimi tempi, c'è stata un'apertura verso Monti. Un po' di autocritica servirebbe. E se al suo posto ci fosse stato Renzi? Deludente
Monti 4: c'era da aspettarselo. Probabilmente ha influito il suo governo tecnico che ha grandi responsabilità, anche se non tutte sue. Triste
Ingroia 3: un partito che nasce meno di due mesi fa e va da solo non può pretendere miracoli. Rimpianto
Giannino 2: altro che curriculum falsi, fino a pochi mesi nessuno lo conosceva. Non pervenuto

Potete commentare le pagelle e scrivere i vostri voti nei commenti

martedì 26 febbraio 2013

Elezioni 2013, i risultati


Quella che esce dalle urne è un’Italia frammentata che ha sullo sfondo l’incognita dell’ingovernabilità.

Sono tre i risultati fondamentali di queste elezioni 2013: il trionfo del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, la débacle di Pier Luigi Bersani e l’incredibile rimonta del Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi.

Come riuscire, dunque, a governare in una situazione come quella che si è venuta a creare dopo il voto? I possibili scenari sembrano sostanzialmente due: la creazione di una larga coalizione di governo oppure la costatazione del fatto che questa nuova Legislatura è morta ancora prima di nascere. Fattore che inevitabilmente segnerebbe la strada verso un ritorno alle urne.

A fare notizia è il risultato del Senato dove il centrosinistra ha una maggioranza relativa (119 seggi contro i 116 del centrodestra), ma di fatto riduce al minimo le speranze di governare con lungimiranza. Ottimo invece il risultato raccolto dai 5 Stelle a Palazzo Madama. Il partito di Beppe Grillo guadagna un bottino di 54 senatori, addirittura 36 in più del centro “montiano”, fermo a 18. Un esito deludente, quello del presidente del Consiglio uscente e dai suoi alleati, Gianfranco Fini (Fli) e Pier Ferdinando Casini (Udc).

Al Senato il centrosinistra conquista 12 regioni, mentre 7 vanno al centrodestra. La coalizione guidata da Pier Luigi Bersani si afferma in Piemonte (29,8%), Liguria (33%) Emilia Romagna (42,1%) Trentino Alto Adige (23,4%), Friuli Venezia Giulia (29,3%), Toscana (43,4%), Marche (33,2%) Umbria (37,6%), Lazio (32,3%), Molise (30,2%), Basilicata (36,7%) Sardegna (31,7%). Il centrodestra conquista invece Lombardia (37,6%), Veneto (32,8%), Abruzzo (29,6%), Campania (37,3%) Puglia (34,4%) Calabria (33,3%) Sicilia (33,3%). In Valle d'Aosta le due coalizioni non correvano, e l'unico seggioè' stato assegnato alla lista Vallee d'Aoste, che ha ottenuto il 37%. La regione dove il Pd si afferma in modo più consistente è la Toscana, con il 43,4%, mentre per il centrodestra il risultato migliore è quello della Lombardia, 37,6%. Grande successo di 5Stelle nella Liguria di Beppe Grillo, con il 30,3%, ma in tutte le altre regioni il movimento si attesta comunque su percentuali tra il 20 e il 28%, con l'eccezione della Lombardia, dove si ferma al 17,4%.

Il “boom” del Movimento 5 Stelle tocca anche Montecitorio. Quello del comico genovese è addirittura il primo partito alla Camera con il 25,55% dei voti raccolti, mentre la vittoria – comunque minima, visto uno scarto di appena lo 0,4% – va al centrosinistra, che sfrutta l’alleanza con Sinistra Ecologia e Libertà. Contenuta, anche in questo caso, la performance di Monti e co., che si fermano poco sopra il 10% (Udc e Fli raccolgono, rispettivamente, l’1,78 e lo 0,46%).

Non entrano in Parlamento né Rivoluzione Civile, il partito di Antonio Ingroia che riunisce al suo interno Idv, Prc, Pdci e Verdi, né Fare per Fermare il declino di Oscar Giannino. Rc porta a casa l’1,79% al Senato e il 2,24% alla Camera; Fare, invece, si attesta allo 0,90% a Palazzo Madama e all’1,12% a Montecitorio. Restano fuori dal Parlamento quindi Fini, Ingroia, Di Pietro, Giannino, Pannella, Bonino, Storace. Salvo sorprese dagli italiani all'estero non ci saranno parlamentari di Fli, Rivoluzione Civile, Prc, Pdci, Radicali, La Destra, Forza Nuova, Casa Pound, Ms-Ft, Fare per fermare il declino. Fratelli d'Italia avrà deputati ma non senatori. La lista Crocetta e il Grande Sud avranno un senatore ciascuno.

«Siamo diventati il primo partito in assoluto in tre anni e qualche mese, senza prendere un rimborso. Non prenderemo soldi e continueremo così: non faremo inciuci, in Parlamento daremo scappellotti a tutti», ha commentato Beppe Grillo dopo la lettura dei risultati. Commentando l’esito dello spoglio alla Camera e al Senato, Pier Luigi Bersani ha invece affermato: «È evidente a tutti che si apre una situazione delicatissima per il Paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell’interesse dell’Italia», ha concluso il segretario del Partito democratico.

Fonte: il Punto

domenica 24 febbraio 2013

Fai la cosa giusta: vota

Oggi o domani dobbiamo andare a votare. Il ragionamento del tipo 'i politici sono tutti uguali' è sbagliato, in quanto è uno dei classici stereotipi affibbiati alla politica. Perchè votare? Innanzitutto votare è un diritto e un dovere civico del cittadino. Inoltre, il voto è l'unico strumento di democrazia diretta che permette al cittadino di contribuire ad una scelta importante per il paese. Chi non vota poi non dovrebbe avere nessun diritto di lamentarsi. E, non ultimo, non dimentichiamo che in passato si è lottato tanto per ottenere la democrazia. Lo stato siamo noi, i cittadini. Siamo noi a scegliere. Votare è importante

venerdì 22 febbraio 2013

Elezioni politiche 2013: ecco come votare

Votare è una procedura semplice, ma qualche informazione per come farlo correttamente è sempre utile. Come sappiamo, domenica 24 e lunedì 25 febbraio gli italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo di Camera e Senato. Si può votare domenica dalle ore 8 alle ore 22 e lunedì dalle ore 7 alle ore 15. Poco più di 47 milioni gli elettori chiamati alle urne. A loro vanno aggiunti gli oltre 3,5 milioni di elettori italiani residenti all'estero.

Sia per l'elezione della Camera dei deputati (Scheda rosa, 18 anni per votare) che per quella del Senato della Repubblica (Scheda gialla, 25 anni per votare) l'elettore esprime il voto tracciando un unico segno sul solo contrassegno della lista prescelta. Verrà consegnata una scheda rosa che servirà per scegliere i rappresentanti per la Camera dei Deputati (630 membri). Potranno votare per la Camera tutti i cittadini italiani che hanno compiuto i 18 anni di età. Per votare bisogna fare una sola croce sul partito che si sceglie. Con la scheda gialla si sceglieranno i componenti per il Senato Italiano (315 membri). Possono votare per il Senato tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto i 25 anni di età. Per votare bisogna fare una croce solo sul simbolo del partito, senza indicare preferenze. Non è possibile esprimere voto di preferenza.

Votare è un diritto e un dovere civico del cittadino.

lunedì 11 febbraio 2013

Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato il 28 febbraio

Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato il 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”, avrebbe detto il papa. L’impressione, però, è che non si tratti solo di una questione di età.

sabato 9 febbraio 2013

Operaio si impicca, a fianco aveva l'Art.1 della Costituzione

Una notizia drammatica giunge da Guarrato, un paesino di 1300 persone in provincia di Trapani: Giuseppe Burgarella, operaio, sindacalista della Cgil di 61 anni disoccupato da tempo, si è tolto la vita impiccandosi a una trave sotto casa sua. L'ha fatto, però, in un modo ancor più drammatico, che induce ancor di più a riflettere e chiarisce ulteriormente le cause del suo gesto.

Prima di togliersi la vita l'uomo ha scritto con cura certosina la lista - interminabile - di tutti i "morti per disoccupazione" degli ultimi due anni. Se li era appuntati uno ad uno, copiandoli dalle cronache dei giornali, e in fondo all'elenco aveva scritto il suo: Giuseppe Burgarella.

Ma non solo: l'uomo se ne è andato con la Costituzione a fianco, citando in un foglietto l'articolo 1, che "dice che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Allora perché lo Stato non mi aiuta a trovare lavoro? Perché non mi toglie da questa condizione di disoccupazione? Perché non mi restituisce la dignità? Allora se non lo fa lo Stato lo devo fare io". I Carabinieri lo hanno trovato impiccato con la "magna carta" della Repubblica Italiana a fianco.

Fonte: Cado in piedi

lunedì 4 febbraio 2013

Berlusconi: 'Restituiremo l'Imu'

"Come risarcimento di un'imposizione sbagliata e ingiusta, nel primo Consiglio dei ministri delibereremo la restituzione dell'Imu sulla prima casa pagata dai cittadini nel 2012. La restituzione potrà avvenire con un rimborso sul conto corrente oppure, specie per i pensionati, in contanti agli sportelli delle Poste. Ciascun contribuente che ha pagato l'Imu riceverà una lettera dal ministro dell'Economia e dello sviluppo. Una volta ricevuta la lettera, andranno a riscuotere il rimborso. Rimborso che credo possa essere possibile nell'arco di un mese". (Silvio Berlusconi)

sabato 2 febbraio 2013

Giovanardi attacca Ilaria Cucchi: 'Sta sfruttando la morte del fratello'

Carlo Giovanardi, dopo la battaglia contro i gay, questa volta se la prende con la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, che intende candidarsi nelle liste di Rivoluzione civile. Ecco le sue parole: "E' evidente che Ilaria Cucchi sta sfruttando la tragedia del fratello. Tutte le perizie sul caso arrivano alla conclusione che non c'è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori. Tre poveri agenti di custodia sono massacrati da quattro anni perché dappertutto è stato detto che lui è stato massacrato di botte e il processo invece sta dimostrando il rovescio, cioè che è morto perché era debole, aveva una serie di patologie. Ha fatto lo sciopero della fame e i medici invece di curarlo l'hanno lasciato morire prendendo per buona la volontà di una persona che non sapeva gestirsi”. Ed infine: “Gli agenti sotto processo sono poveri cristi che lavorano per 1200 euro al mese e subiscono un processo su un'accusa costruita sul nulla. Come succede sempre in Italia su fatti come questi, si costruisce una carriera politica e la sorella è diventata capolista di un partito”. Di fronte alle accuse, Ilaria Cucchi ha risposto con queste parole: "Giovanardi sta facendo campagna elettorale sulla morte di mio fratello. Non merita risposta alcuna".