"Noi ci battiamo per la proibizione delle armi nucleari nel mondo", ha spiegato Akiba, "e una nostra candidatura congiunta ai Giochi Olimpici darebbe un notevole impulso in tal senso", ha aggiunto. Secondo Taue questa "sarà una nuova sfida per le città bombardate dalle armi atomiche".
I sindaci delle due città colpite dall'atomica sono membri fondatori del movimento 'Sindaci per la pace', che ha promosso la campagna 'Visione 2020' per la messa al bando globale delle armi nucleari entro il 2020. La città di Hiroshima è stata vittima del primo bombardamento atomico il 6 agosto del 1945. Tre giorni più tardi, l'aviazione Usa sganciò una bomba al plutonio sulla città portuale di Nagasaki.
"Finora i Giochi sono stati organizzati solo da singole città, ospitandoli insieme ci impegnamo a proporre un nuovo modo di organizzarli". Le due città distano oltre 300 chilometri l'una dall'altra, ma secondo i rispettivi sindaci, Tadatoshi Akiba e Tomihisa Taue, questo non sarebbe un ostacolo grazie ai collegamenti aerei. Il Giappone si ripresenta, nove giorni dopo che Tokyo è stata bocciata per i Giochi del 2016, assegnati a Rio de Janeiro. Alle Olimpiadi del 2020 dovrebbe correre anche una candidata italiana (si parla di Roma o Venezia, tra le solite polemiche). Possibili anche proposte da India (Nuova Delhi), Turchia (Istanbul) e Ungheria (Budapest).
REGOLAMENTO CIO DICE "NO" - Ma la candidatura congiunta di Hiroshima e Nagasaki sembra bocciata in partenza dalla Carta Olimpica. L'articolo 34 della stessa Carta, al comma 1.3 recita infatti testualmente: "Nel caso in cui ci siano potenziali Città candidate nello stesso Paese agli stessi Giochi Olimpici, solo una Città potrà essere proposta, così come deciso dal rispettivo Comitato Olimpico Nazionale competente". Quindi o si candida una sola delle due città o la candidatura giapponese è destinata a non avere seguito. La regola non sembra lasciare scampo ai promotori giapponesi dell'iniziativa, ma chissà che, con tanto tempo a disposizione, il Cio non riesca a rivedere questa parte del proprio statuto. Anche perché i Giochi, di fatto vengono sistematicamente disputati in più località: si pensi alle recenti Olimpiadi cinesi, ma anche ai Giochi invernali di Torino (tra il capoluogo e il Sestrière, teatro dello sci alpino, ci sono 100 chilometri).
Fonte: La Repubblica
3 commenti:
Sempre meglio che darlo a chi vuole inviare altri 15.000 uomini in Afghanistan.
Sarebbe veramente un ottima candidatura.Hasta la vista
Infatti Pierprandi. Anche se il regolamento lo vieta, spero che prendano in seria considerazione questa doppia candidatura delle città colpite dalla bomba atomica. Si lancerebbe un messaggio di un mondo senza nucleare (chissà nel 2020 cosa succederà?)sfruttando una vetrina dal forte impatto mediatico come i giochi olimpici
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