martedì 1 dicembre 2009

Luisa Manfredi, sangue innocente

Era la figlia maggiore del bandito sardo Matteo Boe. E’ stata questa la sua condanna a morte? Se sei figlio di un criminale la tua diventa automaticamente una morte di serie B. Morte fisica prima. Morale, lasciata nel dimenticatoio, poi.

Sono le 18:30 di un freddo martedì di novembre del 2003, il 25 per la precisione. Soffia un gelido maestrale a Lula, piove. Luisa Manfredi, 14 anni, è in casa a prepararsi. Da lì a poco uscirà per il suo corso di ballo sardo. Le piace ballare, lo fa con l’entusiasmo e con l’innocente malizia dei suoi anni da adolescente. Incontrerà le amiche al corso, parleranno dei compiti svolti, dell’interrogazione del giorno dopo, di quanto è carino il ragazzino dell’altra sezione. No. Non parleranno.

Luisa viene colpita dal proiettile di un fucile calibro 12, mentre si affacciava al balcone per stendere frettolosamente il bucato. Si accascerà sul terrazzo di casa ed emetterà il suo ultimo respiro 24 ore dopo. Hanno fatto di tutto i medici per rianimarla e riportarla alla vita. Ma non ci sono riusciti a proteggerla. Così come non c’è riuscito suo padre.

Credeva che bastasse risparmiarle il suo cognome per risparmiarle la morte. Ma gli assassini sanno tutto. Sanno cosa mangi la mattina a colazione, sanno che amici frequenti e sanno anche quand’è il momento giusto per colpire.

Qualcuno ha lasciato uno striscione davanti la Chiesa, su c’è scritto: “Chi ha ucciso Luisa?”. Si è pensato ad una vendetta trasversale o uno scambio di persona prima, di un delitto passionale o politico poi. La madre della ragazza chiede che venga fatta giustizia, che la sua creatura non venga dimenticata, che la gente di Lula che ha visto, se ha visto, parli. Per dire cosa? Nessuno mai dirà com’è morta la figlia di un bandito, anche se questi sta scontando in carcere i suoi errori con la giustizia. La paura è tanta. Chi vive da quelle parti non ci fa più nemmeno caso alle morti atroci che colpiscono anche gli innocenti.

A Lula è calato il silenzio. Si è abbassato il sipario di un teatro di paese dove il dramma si confonde con la realtà, dove il dolore e la disperazione dei parenti e degli amici di Luisa annegano nel lago dell’omertà. Dove sono i mass media? I telegiornali che si scandalizzano e ci scandalizzano per le morti illustri e per le vite dorate di pochi? Abbietti come sempre e alla ricerca del dolore da audience. Lacrime finte o fin troppo facili che scorrono vorticose all’apertura di pacchi milionari.

Lo so che chiedi giustizia, Luisa. Lo so che da lassù urli il tuo grido di dolore. Lo so che chi ti ama in Terra lotta nell’indifferenza mentre tu stai cercando un posto tra le anime del Paradiso, lì dove si vive senza gerarchie.

Non ti dimenticheremo Luisa. Sei la figlia di tutti noi ora, noi che con le nostre flebili vocine chiederemo per te giustizia divina e terrena.

Lina Pasca

Vuoi collaborare con Informare è un dovere? Puoi mandare le tue segnalazioni e/o inviare i tuoi articoli all'indirizzo e-mail andreadl86@yahoo.it

2 commenti:

http://liberalvox.blogspot.com ha detto...

Caso Cucchi: la cartina tornasole di una dirigenza incapace!

Sono stati reintegrati, nel reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini, i tre medici indagati per omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 31 anni, arrestato il 15 ottobre scorso dai carabinieri per detenzione di droga e deceduto una settimana dopo nell'ospedale romano. La decisione "ibrida" di trasferire i tre medici in un altro ospedale era stata adottata il 18 novembre scorso dalla direzione sanitaria del nosococomio, che con quel procedimento aveva deciso di prendere le debite distanze dall'accaduto, trasferendo d'ufficio i tre medici senza far valere la benchè minima "presunzione d'innocenza": un principio del diritto penale secondo il quale un imputato è innocente fino a prova contraria! Non sarebbe stato più giusto aspettare gli esiti dell'indagine giudiziaria per stabilire eventuali colpe e se colpe c'erano perchè il trasferimento e non il licenziamento? Comunque, se la decisione del "trasferimento" è stata affrettata e profondamente sbagliata, pure quella di oggi - che lo "revoca" - arriva in maniera altrettanto "discutibile"! Tant'è. Il reintegro è stato deciso dal direttore generale dell'Asl Rmb, Flori Degrassi. Riguarda Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario, ed i medici Stefania Cordi e Rosita Caponnetti. Nel provvedimento appositamente emesso, si leggono le risultanze dell'indagine interna effettuata dalla Uoc Risk Management aziendale che nella relazione depositata il 30 novembre 2009 ha concluso: "Il gruppo audit ha individuato nel carattere improvviso e inatteso del decesso, in rapporto alle condizioni generali del paziente, l'elemento dell'avversità in oggetto delle indagini. L'analisi non ha messo in luce, sul piano organizzativo e procedurale, alcun particolare elemento relativo ad azioni e/o omissioni da parte del personale sanitario con nesso diretto causa-effetto con l'evento avverso in questione. Contestualizza e configura pertanto l'oggetto dell'indagine sotto il profilo dell'evento non prevenibile". È davvero sconcertante l'operato della Asl che prima condanna, poi assolve i suoi dipendenti in maniera del tutto arbitraria, chiude la propria inchiesta interna, ancor prima di quella penale e, oltretutto, sostiene che la morte di Cucchi sarebbe stata "improvvisa e inattesa". Ma, allora, cosa dovrebbe fare un ospedale se non prevenire un decesso e individuarne le cause? Nessuno vuole provvedimenti punitivi nei confronti dei medici prima che si concludano le indagini e quindi il processo. È evidente, tuttavia, che anche in questo caso, come in altri mille che passano inosservati in altrettante corsie d'ospedale, ma pure tra le scrivanie e le scartoffie della P.A. in senso lato, si è tristestemente misurato il peso di una classe dirigente a dir poco "leggera"! Ancora una volta, dobbiamo denunciare una dirigenza assai "confusa" e poco "preparata"!

Adriano Smaldone ha detto...

non sapeco mica questa notizia sai grazie di averla postat