domenica 13 dicembre 2009

ONU: Somalia a rischio di crisi umanitaria gravissima


La recessione globale e il dirottamento degli aiuti internazionali sono i principali fattori dietro ai quali si cela la profonda crisi della Somalia. Per essere più precisi, la nazione africana, secondo quanto affermato dalle Nazioni Unite, rischia seriamente di dover far fronte a una crisi umanitaria che minaccia di decimare la popolazione, visto che i finanziamenti in questo senso stanno diminuendo. Come si è potuti arrivare a una situazione del genere? Le parole del coordinatore umanitario Mark Bowden sono significative: Se non provvediamo a risolvere questa faccenda in tempi rapidi, le conseguenze della crisi umanitaria saranno davvero gravi. I fari sono ora puntati sul primo trimestre del 2010: fonti dell’ONU sostegono che se per quel periodo non si dovessero reperire almeno 12 milioni di dollari, la questione assumerà contorni a dir poco catastrofici.

La Somalia si ritroverà letteralmente stritolata da una delle peggiori crisi umanitarie di cui il mondo è a conoscenza. Si tratta, senza dubbio, della principale conseguenza della guerra civile che infuria in questo territorio dal 1991, un conflitto che ha addirittura varcato i confini somali, coinvolgendo la vicina Etiopia nel 2006. Questo ulteriore coinvolgimento ha fatto sì che una vasta porzione della parte meridionale somala finisse sotto il controllo dei ribelli islamici. La siccità di quest’ultimo anno, poi, non ha fatto altro che esacerbare la situazione per oltre 3 milioni e mezzo di civili, i quali necessitano della primaria assistenza. Lo scorso giovedì, comunque, lo stesso Bowden ha lanciato un programma umanitario da 689 milioni di dollari, un progetto che intende sviluppare altri 174 interventi umanitari in Somalia per il 2010.

Una proposta simile era stata varata anche lo scorso anno, ma in quell’occasione l’iniziativa si fermò a metà strada rendendo tutto vano, quindi i propositi per l’anno che sta per incominciare sono soprattutto quelli di non ripetere lo stesso errore e di portare avanti fino alla fine l’aiuto umanitario. Tra l’altro, non bisogna dimenticare che le continue fluttuazioni che si stanno verificando negli scambi valutari, dovute principalmente alla crisi economica attuale, sono le responsabili della modestia quantitativa dei fondi destinati alla Somalia. Se qualcosa di drammatico dovesse avvenire, allora il 2010 si aprirà con un ammontare monetario vicino allo zero, quindi si cercano dei generosi donatori e altri gruppi che possano essere interessati a prevenire un simile gap finanziario.

Gli Stati Uniti sono la nazione più impegnata nell’assistenza umanitaria al Paese africano, ma sono anche entrati a far parte degli stati coinvolti nell’intercettamento terrorista degli aiuti stranieri. Il discorso di Bowden può rappresentare l’ideale chiusura di ciò che finora abbiamo descritto: C’è una sorta di visione indiscriminata, si tende a pensare che qualsiasi tipo di sostegno sia troppo difficile da spedire ed è ora di smetterla di ragionare in questo modo. Non è impossibile fornire assistenza in Somalia, anche se i disagi sono più che evidenti.

Fonte: Periodico italiano

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