sabato 4 marzo 2017

Due migranti sono morti in un incendio nel Gran Ghetto di Rignano, in Puglia

Il rogo si è sviluppato nella notte del 3 marzo nella baraccopoli di cui era iniziato lo sgombero il 1 marzo

La struttura è abitata da alcune centinaia di migranti impegnati nella raccolta di prodotti agricoli. Credit: Tony Gentile

Due cittadini di nazionalità africana, originari del Mali, sono morti a causa di un incendio che si è sviluppato nella notte di venerdì 3 marzo 2017 all'interno del Gran Ghetto, la baraccopoli che si trova nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico, in Puglia.

Quando si è sviluppato il rogo, che in pochi minuti ha coinvolto numerose baracche, sul posto erano già presenti i vigili del fuoco, i carabinieri e gli agenti di polizia che stavano presidiando l'area dopo lo sgombero cominciato il 1 marzo.

Il Ghetto è abitato da alcune centinaia di migranti impegnati nella raccolta dei prodotti agricoli nelle campagne della zona.

Il 1 marzo 2017 era cominciato lo sgombero da parte delle forze dell'ordine disposto dalla Dda di Bari nell'ambito di indagini avviate nel marzo 2016 e culminate con il sequestro probatorio con facoltà d'uso della baraccopoli per presunte infiltrazioni della criminalità.

Il 1 marzo, sempre nell'ambito di queste indagini, è stato deciso e avviato lo sgombero che non è avvenuto totalmente perché alcuni dei 350 migranti che erano nella baraccopoli si sono rifiutati di lasciare il Ghetto.

Nella mattina di giovedì 2 marzo alcuni di loro – circa 200 – hanno protestato davanti alla prefettura di Foggia, ribadendo di non voler lasciare il Ghetto e chiedendo di voler parlare con il prefetto.

L'incendio si è sviluppato su un'area di oltre cinquemila metri quadri e ha distrutto un centinaio di baracche.

Non sono chiare le cause che hanno scatenato l'incendio, ma non si esclude che possa essere di natura dolosa. “E' stato troppo violento ed improvviso e quindi non si esclude che possa essere stato appiccato da qualcuno”, ha riferito all'Ansa un vigile del fuoco presente sul posto.

Fonte: The Post Internazionale

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