Un'attivista politica nazionalista vestita con un costume da coccodrillo fuori da un seggio elettorale nel nord di Belfast, in Irlanda del Nord, il 2 marzo 2017: durante la campagna elettorale il partito nazionalista Sinn Féin è stato descritto come un coccodrillo sempre bisognoso di mangiare dall'ex prima ministra Arlene Foster (Charles McQuillan/Getty Images)
Il 2 marzo si è votato per eleggere il parlamento dell’Irlanda del Nord, la regione irlandese del Regno Unito, che gode di alcuni poteri di autogoverno. Il Partito Democratico Unionista (DUP), conservatore, ha ottenuto il numero più alto di seggi nel parlamento, 28 su 90, ma la sua maggioranza si è notevolmente ridotta rispetto alle elezioni del maggio 2016, quando si era aggiudicato 38 seggi su 108 (il numero di parlamentari è stato ridotto, nel frattempo). Il DUP è la forza politica più grande tra quelle che rappresentano gli irlandesi del nord protestanti e favorevoli alla permanenza nel Regno Unito. Le elezioni sono state un successo per il Sinn Féin, il principale tra i partiti che in passato chiedevano l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito: ha ottenuto 27 seggi. Tenendo conto del cambiamento del numero di seggi del parlamento avvenuto l’anno scorso, il DUP è passato dal 35 per cento dei consensi al 31,1 in meno di anno; il Sinn Féin invece è passato dal 25 al 30 per cento.
Le elezioni sono state indette a causa di una crisi di governo cominciata con le dimissioni del vice primo ministro Martin McGuinness, leader del partito repubblicano Sinn Féin, che sosteneva che la prima ministra Arlene Foster, del DUP, dovesse lasciare il suo incarico per via di uno scandalo sulla gestione di un programma di incentivi per l’energia rinnovabile, che potrebbe costare all’Irlanda del Nord fino a mezzo miliardo di euro. Prima della crisi di governo, per circa dieci anni il DUP e il Sinn Féin hanno governato insieme, alleati con altri piccoli partiti, con un accordo che prevedeva che le cariche di primo ministro e vice-primo ministro fossero spartite (con il primo ministro sempre al DUP, il vice sempre al Sinn Féin). Ora il Partito Democratico Unionista e il Sinn Féin dovranno cercare di formare un nuovo governo di coalizione entro tre settimane: se non riusciranno ad accordarsi dovranno essere indette nuove elezioni e temporaneamente i poteri del governo nordirlandese saranno delegati al parlamento del Regno Unito. Sarebbe la prima volta che succede in dieci anni.
Alle elezioni del 2 marzo l’affluenza è stata la più alta dal 1998, quando fu firmato l’Accordo del Venerdì Santo, uno dei più importanti sviluppi del processo di pace in Irlanda del Nord dopo anni di scontri tra indipendentisti e unionisti. Ha votato il 64,8 per cento degli aventi diritto, contro il 54,9 per cento delle elezioni del 2016. Il partito per cui le elezioni sono andate peggio è stato il Partito Unionista dell’Ulster (PUU) – Ulster è il nome geografico dell’Irlanda del Nord – che è passato dal 14,8 all’11,1 per cento dei consensi: il suo leader Mike Nesbitt si è dimesso a causa del deludente risultato elettorale.
Fonte: Il Post
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