La sala del Vaticano dove Papa Francesco ha tenuto l'udienza per i capi di stato europei in vista a Roma per l'anniversario dei trattati firmati nel 1957 (ANDREW MEDICHINI/AFP/Getty Images)
Oggi è il sessantesimo anniversario dei trattati di Roma, due fra i documenti più importanti per il funzionamento dell’Unione Europea: in queste ore i leader di 27 fra i paesi dell’Unione (tutti tranne il Regno Unito) si trovano a Roma per festeggiarne l’anniversario. I trattati furono firmati il 25 marzo del 1957 nella Sala degli Orazi e Curiazi di Palazzo dei Conservatori, che attualmente ospita i Musei capitolini: erano presenti i rappresentanti dei governi di Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Fuori, sotto la pioggia, una folla di persone aspettava che la firma venisse ufficializzata per festeggiare. Fu un momento molto importante, da molti considerato alla stregua della “nascita” dell’Unione Europea, che si realizzò nel 1992 con il Trattato di Maastricht.
I trattati di Roma sono due, e istituiscono rispettivamente la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA). Il più importante è il primo: come suggerisce il nome, questo nuovo organismo avrebbe avuto un ruolo prevalentemente economico, e serviva a promuovere una crescita stabile e duratura dei paesi che vi avevano aderito attraverso la formazione del mercato comune e l’armonizzazione delle leggi economiche statali. Il provvedimento più importante previsto nel trattato fu l’eliminazione dei dazi doganali fra gli stati membri, cosa che consentì la creazione del cosiddetto “mercato unico” e fu la base per la successiva unità politica. Il trattato, considerato ancora oggi una delle “colonne” della legislazione europea, fu poi modificato una prima volta dopo il Trattato di Maastricht del 1992 (trattato che istituisce la Comunità europea) e una seconda dopo il Trattato di Lisbona del 2007, quando è stato rinominato col nome attuale di Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Il secondo trattato aveva invece come scopo quello di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all’energia nucleare e assicurare che venisse usata per scopi pacifici: fu firmato dagli stessi stati che firmarono il primo ed è ancora vigente.
Fonte: Il Post
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