Quello che è balzato agli onori della cronaca ieri è uno dei più gravi casi di commistione perversa tra politica e affari, un’inquietante vicenda di malaffare, un sistema definito “gelatinoso”, non dalla magistratura, ma dagli stessi protagonisti. Nonostante, come emerge dall’ordinanza del gip, i favori ricevuti dai corrotti non siano stati ripagati in denaro ma più semplicemente in mobili, cellulari, soggiorni in hotel, ristrutturazioni di immobili privati ed altri benefit, si tratta di un fatto criminoso di prim’ordine. Per dare la dimensione del livello di corruzione, gli investigatori si “limitano” a dire che è pari al livello dei personaggi eccellenti coinvolti. Sono quattro gli arrestati.
DANNO GRAVE ALLO STATO – Finiscono in manette l’imprenditore romano Diego Anemone, dell’omonimo gruppo di costruzioni, e tre uomini legati alla sfera politica: Angelo Balducci, presidente del consiglio dei lavori pubblici, e gli ingegneri Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola. Pesanti le accuse a loro carico. Secondo gli inquirenti della Procura di Firenze le indagini, nell’ordinanza definite “lunghe, articolate, complesse e ben calibrate”, avrebbero permesso “di accertare in modo chiaro ed inconfutabile il totale e incondizionato asservimento della pubblica funzione” agli interessi dell’imprenditore Anemone, uomo che sarebbe “al centro di una complessa e intrecciata galassia di società ben articolata”. Si tratterebbe, insomma, di una pratica e di uno scambio di favori non occasionali e di entità non secondaria: “I fatti emersi – scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinanza di custodia cautelare – sono gravissimi proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti e di cointeressenza tra gli indagati e per le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello Stato”. Tutto ciò sarebbe stato possibile – scrive il gip – grazie ad “una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici che presuppone in chi la deve gestire ed applicare ancora di più un rispetto delle regole di trasparenza, fedeltà, imparzialità e di efficienza imposte da legge e Costituzione ai pubblici ufficiali”.
LE OPERE SOTTO ACCUSA – Con simili premesse i lavori al centro della vicenda non possono che essere alcune delle più importanti opere in cantiere nel Paese. Non è un caso che alle società riconducibili ad Anemone erano state assegnate tre gare d’appalto relative al G8 che si sarebbe dovuto svolgere alla Maddalena nel 2009, opere riguardanti precisamente la realizzazione del quarto, quinto e sesto lotto di interventi infrastrutturali e complementari, ovvero il palazzo della conferenza e dell’area delegati, la residenza dell’Arsenale e l’area stampa e servizi di supporto. Nelle mani dell’imprenditore romano sono poi finiti anche due appalti per opere da realizzare nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia del 2011: il completamento dell’aereoporto internazionale dell’Umbria Sant’Egidio di Perugia e il nuovo Parco della musica a Firenze dove deve sorgere il nuovo Teatro del maggio Musicale. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, inoltre, sarebbero finite, tra le altre, pure le gare d’appalto per i mondiali di nuoto di Roma 2009, per la ristrutturazione dello stadio centrale del Foro italico, per la realizzazione del nuovo Museo dello sport di Tor Vergata, quella per la scuola per marescialli dei carabinieri di Firenze. Una valanga di denaro che sarebbe stato puntualmente e doverosamente contraccambiato ai tre tecnici. Il prezzo della corruzione sono ristrutturazioni di immobili, auto di lusso a sbafo, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali con pagamento di escort a domicilio.
TUTTI PEZZI DA 90 – Anemone per ottenere appalti di quell’entità era riuscito ad affidarsi alle persone giuste. Personaggi di primo piano, non certamente dilettanti. Balducci, già capo del dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, faceva parte della struttura di missione (il soggetto attuatore) nominata dal commissario Guido Bertolaso, che doveva realizzare le opere del G8. Successivamente fu poi sostituito da De Santis, pare perché i costi lievitarono da 290 a 600 mln. Della Giovampaola, che lavorava nella stessa struttura, fino a ieri era il coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, oltre ad essere soggetto attuatore per il progetto Nuovi Uffizi. Anche Balducci ha lavorato per Italia 150, come coordinatore della struttura di missione. Come copertura l’organizzazione aveva curato anche i particolari: aveva perfino provveduto ad arruolare qualcuno che in magistratura facesse da scudo agli affari illeciti. I magistrati di Firenze avrebbero nelle mani prove di incontri tra il procuratore aggiunto Achille Toro, Balducci e Anemone, tra le quali vi sarebbero addirittura alcune intercettazioni telefoniche in cui il magistrato avverte delle indagini i due arrestati e li offre qualche consiglio prezioso per scongiurare il rischio di essere ascoltati dagli inquirenti. Toro, premuroso, avrebbe consigliato in luogo del telefonino l’uso di Skype, un metodo molto più sicuro delle normali carte telefoniche.
PIANGE IL TELEFONO - Per i favori con gli appalti il pagamento erano le prestazioni sessuali: il 21 novembre 2008 Bertolaso al telefono dice "Sono Guido, buongiorno… Sono atterrato in quest’istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse… io verrei volentieri… una ripassata“. “Perfetto“. “Perché so che è sempre molto occupata… siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d’ora”. Un altro appuntamento va in scena al circolo canottieri, e il gip dice che “è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village“. Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora a “fare terapia con Francesca“, “per riprendermi un pochettino“, “per uno dei soliti massaggi“.
STRANE AFFERMAZIONI - Che, dire, c’era anche la talpa. Non mancava proprio nulla. Eppure l’informatore speciale non è bastato per bloccare o quantomeno ostruire il corso della giustizia. La procura di Firenze aveva incominciato ad indagare su quelle vicende in seguito a delle strane affermazioni ascoltate durante telefonate aventi ad oggetto alcuni degli affari gestiti dagli uomini finiti oggi in manette. Una su tutte: quella dell’architetto fiorentino Marco Casamonti, già coinvolto in altre indagini per reati contro la pubblica amministrazione. In un’intercettazione dell’aprile 2008, riportata nell’ordinanza di oggi, parlando delle procedure di aggiudicazione degli appalti al centro dell’inchiesta, diceva: “L’ingerenza della politica assume toni vergognosi”. Come dargli torto?
Fonte: Giornalettismo
2 commenti:
c'e sempre qualklosa sotto a queste cose e vero proprio quando dico che ho il 6 senso :)
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e meno male che ci Proteggono loro..
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