Alla fine la Camera ha dato il suo ok anche al legittimo impedimento. Il verdetto, con 316 si, 239 no e 40 astenuti (i presenti erano 595), è stato però accolto con diversi malumori all'interno dell'aula. Appena saputo del semaforo verde, infatti, si è scatenato un copioso lancio di palline di carta tra i deputati del Pdl e quelli dell'Idv. Ovviamente, il provvedimento in discussione, rimarrà in vigore per un periodo non superiore ai 18 mesi; giusto il tempo necessario all'approvazione del lodo Alfano bis tramite via costituzionale.
Come noto, il legittimo impedimento "giustifica" l'assenza dalle aule dei tribunali del Premier e dei ministri qualora questi ultimi siano chiamati al dibattimento. A decretare l'utilizzo di tale "scudo" per le cariche istituzionali appositamente tutelate sarà Palazzo Chigi.
Secondo un emendamento proposto da Enrico Costa del Pdl ed approvato in commissione di Giustizia: "Ove la presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo ad udienza successiva al periodo indicato".
E su questa sorta di autogiustificazione cascano tutti i dubbi dell'opposizione; convinta che i membri del governo utilizzeranno tale mezzo per svignarsela dai veri processi senza avere l'onere di motivare in maniera circostanziata, dettagliata e credibile la loro assenza in tribunale.
In effetti i disordini registrati subito dopo i risultati pubblicati sul tabellone sono stati gestiti con non poche difficoltà dal presidente di turno Antonio Leone. I rappresentanti dell'Idv hanno sfoggiato cartelli con slogan come "Costituzione violata, giustizia calpestata" o ancora "leggina monouso" o ancora "casta di intoccabili".
In effetti i disordini registrati subito dopo i risultati pubblicati sul tabellone sono stati gestiti con non poche difficoltà dal presidente di turno Antonio Leone. I rappresentanti dell'Idv hanno sfoggiato cartelli con slogan come "Costituzione violata, giustizia calpestata" o ancora "leggina monouso" o ancora "casta di intoccabili".
Fortissime anche le critiche mosse dal segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani che ha esplicitamente parlato di "scorciatoie per uno o per pochi" che "suscitano in tanti repulsione e indignazione". "Convintamente no a questa legge porcata" che ha "un solo mandante esecutore, Silvio Berlusconi" lo ha ribadito anche Antonio Di Pietro. Astenuto il parlamentare Udc Michele Vietti, i lberaldemocratici e le minoranze linguistiche.
Diametralmente opposti le considerazioni di Roberto Cota e Fabrizio Cicchitto. L'esponente della Lega ha infatti parlato di "un provvedimento equilibrato, necessario per garantire il principio sacrosanto della sovranità popolare"; mentre, il capogruppo del Pdl alla Camera, con un parere molto più dettagliato ha sostenuto che "la proposta d'introduzione dell'istituto del legittimo impedimento mira a superare il conflitto tra la tutela dell'organizzazione e dell'esercizio dell'attività del Presidente del Consiglio e dei membri del Governo, - espressione, di una maggioranza legittimata dall'indicazione popolare attraverso il voto, - e l'attività giurisdizionale diretta ad accertare la responsabilità delle stesse cariche istituzionali per eventuali reati. Infatti, qualora non fosse approvata una tale normativa, ne deriverebbe inevitabilmente una consequenziale lesione degli interessi delle istituzioni Governative e quindi dell'interesse pubblico".
IL TENTATIVO (FALLITO) DEL VOTO SEGRETO
Nella confusione generale Pd ed Udc avevano tentato di proporre la votazione di un emendamento tramite scrutinio segreto per elidere la norma che estende ai ministri la facoltà di avvalersi dell'impedimento istituzionale per saltare un'udienza in un processo penale. Il tentativo è però miseramente fallito e ha decretato la bocciatura del provvedimento con 14 voti di scarto.
"PARTICOLARI" ORDINI DEL GIORNO DALL'OPPOSIZIONE
A dare un po' più di "colore" ad una giornata altrimenti plumbea sono stati gli ordini del giorno presentati dall'opposizione (ed approvati non senza riserve dal governo). Secondo tali disposizioni, infatti, non sono da considerare rientranti nel legittimo impedimento le partecipazione a sagre, feste di paese ed anche meeting politici ed incontri di partito. In pratica: se un ministro dovesse trovarsi alla sagra delle porchetta di qualche paesino e fosse invitato in quel momento a presentarsi in aula per un'udienza non potrebbe usufruire del legittimo impedimento per giustificare la sua assenza.
SCONTRO LEGA-ROSY BINDI
Ultimo episodio da segnalare riguarda uno scontro piuttosto aspro tra i rappresentanti della Lega e la vicepresidente della Camera Rosy Bindi. Durante la seduta di questa mattina, infatti, si è imposta una pausa di venti minuti dopo che, i membri del Carroccio, probabilmente confondendo l'aula parlamentare con una singolare "osteria-cartoleria", hanno esposto con orgoglio la prima pagina della Padania che propagandava l'approvazione di una legge anti-burqa da introdurre nel nostro paese. Notando il "giornale" la Bindi aveva invitato a riporlo al suono di "questa non è un edicola". Indignati, i virgulti del Senatùr avevano fatto esplodere il caos costringendo l'intera Camera al blocco dei lavori per quasi mezz'ora.
Fonte: Julienews
1 commento:
Ti capita di parlre con gente che ritiene che queste siano riforme? A me capita. Non so più cosa rispondere, francamente, mi sento sciocco a ribadire l'ovvio.
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