“Nel 1994, - ha dichiarato, - l’ingegner Lo Verde, alias Bernardo Provenzano, mi fece avere tramite il suo entourage una lettera destinata a Dell’Utri e Berlusconi. Io la portai subito a mio padre, che all’epoca era in carcere”. Con quella lettera, spiega Ciancimino, si doveva far “ritornare nei ranghi” Berlusconi e Dell’Utri. “Mio padre, - ha aggiunto Ciancimino, - mi diceva che il partito di Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti questi accordi”.
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Ingroia, Ciancimino jr ha ripercorso il contenuto di un pizzino che ha consegnato nei mesi scorsi ai magistrati di Palermo. E anche su questo pizzino, un giallo: il figlio dell’ex sindaco si è detto convinto che il documento fosse intero fino a quando, nel 2005, ci fu una perquisizione dei carabinieri in casa sua, nell’ambito di un’altra indagine. “Non so cosa sia successo dopo”, aggiunge Ciancimino, lasciando però intendere che molto probabilmente qualcuno si fosse introdotto in casa sua cercando quel documento e facendone sparire una parte importante.
In ciò che è rimasto nella lettera si legge: “... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive”.
Secondo Ciancimino jr, inoltre, la trattativa fra mafia e Stato non si è interrotta nel 1992, ma è andata avanti. Si sarebbe trattato di una “terza fase”. Nessun cambio di rotta da parte delle istituzioni o dello Stato, insomma, soltanto un cambio di interlocutore: il figlio del sindaco mafioso spiega che suo padre sarebbe stato sostituito Marcello Dell’Utri.
Fonte: Julienews
2 commenti:
come può mai cambiare qualcosa in meglio finchè la mafia è al potere?
Che novità!
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