Ieri sera, a Palazzo Madama, è stato approvato - per l'ennesima volta con la fiducia - un decreto, il cosiddetto
"Milleproroghe". E' un decreto che si fa una o due volte l'anno e che proroga le scadenze di talune norme.
Ma in questo provvedimento ci sono molte norme contrarie agli interessi degli aquilani. Innanzitutto,
la proroga della sospensione delle tasse per gli aquilani, promessa dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, data la situazione della zona dopo il terremoto del 6 aprile scorso,
ci sarà solo se verranno stanziati i soldi a copertura della norma. Lo stesso dicasi per
la rateizzazione della somma in 120 mesi, altra promessa del premier. Ma finora il governo non ha stanziato neanche un euro. Di conseguenza, se il governo non trova le risorse necessarie,
a luglio gli aquilani si troveranno a dover pagare, in un colpo solo, tutte le tasse dell'anno scorso più quelle di quest'anno. Considerando che l'economia della zona è ancora pressochè paralizzata, sarebbe una mazzata - economicamente parlando - difficilmente sopportabile.
Altri due provvedimenti negativi contenuti nel decreto. Innanzitutto sono state depauperate le "zone franche". Si tratta di zone in cui gli imprenditori pagano meno tasse, in modo che questo possa agevolare la ripresa economica. Per il 2010 erano stati stanziati 45 milioni per la sola zona franca abruzzese. Adesso, con l'approvazione del decreto sono stati stanziati 50 milioni, che però si devono dividere tutte le zone franche che ci sono in Italia. E' ovvio che l'Abruzzo non ne potrà avere il 95%, che è la quota che servirebbe per pareggiare i fondi precedenti.
Infine, l'apposizione della fiducia ha fatto decadere un emendamento dell'Italia dei Valori che prevedeva la ricollocazione lavorativa di 1600 abruzzesi del gruppo Villa Pini.
Senza questo emendamento, ci saranno 1600 disoccupati in più, in una zona che certamente non ne ha bisogno.
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