Tuttavia di problemi e perplessità legate alla sua realizzazione ce ne sono a bizzeffe. Tanto per cominciare, il progetto prevede la realizzazione di almeno tre linee di trasmissione dell'elettricità a lunga distanza: una, di 3.500 chilometri, fino al Sud Africa, un'altra verso la Nigeria, mentre la terza, di ben 5.600 chilometri, dovrebbe attraversare tutta l'Africa per arrivare in Egitto e nei Paesi dell'Europa meridionale. Ciò che si dice oggi, infatti, è che l'unica possibilità per rendere economicamente sostenibile Grand Inga è costruire una linea di trasmissione che arrivi al Mediterraneo, per vendere elettricità all'Italia, l'Egitto e alla Turchia in primis. Insomma, sebbene in Africa solo il 30 per cento della popolazione abbia accesso all'energia elettrica (ma in alcuni casi si scende al 10), si intende tirare su un mega-impianto che alla fine dovrebbe andare in buona parte a vantaggio dei paesi più ricchi e delle loro multinazionali, che ovviamente si occuperanno dei lavori di costruzione. Come se non bastasse, la varie linee di trasmissione attraversano zone "calde" del Continente Nero, aree di pregio ambientale e circa 2mila chilometri di deserto. La possibile militarizzazione di ampi tratti del percorso, gli impatti sugli habitat naturali e i costi di manutenzione altissimi soprattutto per i segmenti installati nelle zone più inaccessibili fanno sorgere più di un dubbio sulla reale fattibilità economica del progetto.
Vista l'enorme quantità di denaro necessaria per veder sorgere Grand Inga, sono tante le realtà pubbliche e private che si sono dette interessate al suo finanziamento, che la Repubblica Democratica del Congo non si può permettere. Oltre alla Banca mondiale, si sono già fatte avanti la Banca africana per lo sviluppo, il World Energy Council e un nutrito gruppo di istituti di credito. Altre agenzie di sviluppo, invece, ritengono che con una spesa infinitamente minore e puntando sul fotovoltaico si potrebbe dotare di energia elettrica la popolazione locale che è sparsa su un territorio molto vasto e per la maggior parte non vive nelle grandi città. Ma questi "dettagli" sembrano interessare ben poco le grandi istituzioni finanziarie internazionali.
Fonte: Peacereporter
3 commenti:
Siamo alle solite. Pur di investire denaro e produrre profitto si generano simili mostri.
Purtroppo cosa possono fare i comuni mortali dinanzi a certa gente che calpesta i diritti di tutti? Denaro e sempre denaro, a svantaggio dei diritti dell'uomo e dell'ambiente
Bisogna ribellarsi contro queste mostruosità, che, migliorando la vita degli Africani, permetteranno loro di moltiplicarsi per poi, essendo incapaci di gestirsi, continuare invaderci spinti dalla fame.
Meglio che rimangano così, con l'ulteriore beneficio di farci sentire anime belle versando qualche spicciolo a qualche banda di approfittatori o starnazzando sui loro diritti calpestati.
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