sabato 3 ottobre 2015

Ricordando la tragedia di Lampedusa

Due anni fa, a largo dell'isola siciliana, 368 migranti persero la vita in un naufragio

di Stefano Mentana

(Reuters/Antonio Parrinello)

Il 3 ottobre 2013, due anni fa, un’imbarcazione di soli 20 metri, ma con a bordo oltre cinquecento migranti, colò a picco nei pressi dell’isola di Lampedusa.

I corpi ritrovati in mare furono 368 e solo 155 persone si salvarono. Venti sono i presunti dispersi, anche se è difficile calcolare con esattezza quante persone fossero a bordo dell'imbarcazione.

Nel 2013 sono sbarcati in Italia 42.935 immigrati clandestini. Di questi, 14.753 sono sbarcati proprio a Lampedusa: non perché sia la loro meta, ma semplicemente per un incidente geografico che vuole che la piccola isola, dalla superficie di soli 20 chilometri quadrati, si trovi nel mezzo della rotta tra le coste libiche e l’Italia.

Chi un tempo ambiva a trasferirsi in Italia, oggi la vede solo come una tappa intermedia. Per poi andare altrove (leggi l'articolo sui migranti fantasma).

Lampedusa è il punto più meridionale d’Italia: si trova a sud di Tunisi. È poco più grande del lago d’Orta, in Piemonte. Nel 2004 il comune di Lampedusa e Linosa ha ricevuto la medaglia d’oro al merito civile per le difficoltà che affronta nell’accogliere i migranti.

Qui una gallery sulla vita a Lampedusa

Dal 2000 al 2014 sono stati circa 40mila i migranti che hanno perso la vita durante un viaggio della speranza in mare, 22mila quelli morti percorrendo le rotte del Mediterraneo, dove nel solo 2014 sono state oltre 3mila le vittime.

Sono i dati impietosi che emergono da Fatal Journeys: tracking lives lost during migration, l'ultimo rapporto pubblicato dall'Oim, l'organizzazione internazionale per le migrazioni.

Fonte: The Post Internazionale

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