mercoledì 21 ottobre 2015

Stati Uniti e Russia firmano un accordo per evitare scontri aerei in Siria

Il memorandum prevede un codice di condotta che i piloti devono tenere durante i bombardamenti che i due Paesi stanno conducendo separatamente

Un bombardamento aereo in Siria. Credit: Reuters

I governi di Russia e Stati Uniti hanno firmato un accordo con effetto immediato riguardo alle norme di sorvolo dei territori siriani durante le operazioni di attacco all’Isis svolte separatamente dai due Paesi. L’intesa mira a evitare che ci siano incidenti o scontri tra le forze aeree dei due schieramenti, ma non prevede coordinazione per quanto riguarda i rispettivi attacchi.

Martedì 20 settembre, la Cnn aveva sottolineato come nelle ultime due settimane i jet russi avessero volato per ben due volte a una distanza di appena 500 piedi - poco più di 150 metri - da quelli statunitensi, rischiando collisioni.

Il portavoce del Pentagono Peter Cook ha chiarito che l’accordo non prevede in nessun caso un piano comune tra Stati Uniti e Russia, che è ancora accusata dall’America di colpire appositamente obiettivi civili per spalleggiare il presidente siriano Bashar al-Assad nella guerra civile contro l’esercito ribelle. “Crediamo che la strategia di Mosca sia controproducente e che il suo appoggio al regime di Assad aggravi la guerra civile” ha specificato Cook.

Il Cremlino, che continua a negare pubblicamente di avere obiettivi diversi da quelli dell’Isis durante i suoi raid aerei, iniziati il 30 settembre, ha puntato il dito contro le strategie statunitensi in Siria: “Le azioni delle forze degli Stati Uniti e della coalizione anti-Isis guidata da Washington violano le norme internazionali”, ha dichiarato il viceministro della Difesa russo Anatoly Antonov

Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a sorpresa, martedì 20 ottobre, il suo omologo siriano Assad a Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitrji Peskov ha spiegato che la visita è stata un gesto di ringraziamento alla Russia per l’intervento in Siria contro l’Isis.

Fonte: The Post Internazionale

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