Manifestanti indipendentisti durante il referendum catalano del 1 ottobre 2017. Credit: Pau Barrena
In Catalogna, ha vinto il sì al referendum sull’indipendenza della regione dalla Spagna, con oltre il 90 per cento dei consensi. Secondo la Generalitat de Catalunya, il governo della regione di Barcellona, hanno votato oltre due milioni di persone, mentre il governo centrale di Madrid ha definito la consultazione una “messinscena”.
Durante la consultazione, la polizia spagnola ha caricato alcune persone radunate al di fuori dei seggi. Gli scontri hanno provocato almeno 800 feriti, mentre le autorità di Madrid parlano di 91 persone rimaste contuse, tra cui 33 membri delle forze dell’ordine.
Un uomo, dopo la carica della polizia, è stato colpito da un infarto. Le sue condizioni sono gravi. La polizia ha usato proiettili di gomma contro la folla, e lacrimogeni per disperdere le barricate di persone.
La polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, ha deciso di non intervenire, come ordinato dalle autorità del governo centrale. Il governo di Madrid ha inviato la Guardia Nacional a intervenire ai seggi.
Domenica 1 ottobre i cittadini catalani sono stati chiamati alle urne nonostante il referendum fosse stato bloccato dal Tribunale Costituzionale spagnolo, perché dichiarato illegittimo e contrario alla norma che prevede l’indivisibilità della Spagna.
Nei giorni precedenti al voto la tensione era rimasta altissima nella regione, con manifestazioni da parte degli indipendentisti e decine di arresti da parte della polizia nazionale. Il governo centrale di Madrid aveva anche chiuso lo spazio aereo ai voli privati e agli elicotteri.
Gli indipendentisti, che hanno occupato i seggi elettorali, sono riusciti comunque a portare a termine la consultazione referendaria. A poche ore dal voto il presidente Puigdemont ha detto che i catalani si sono “guadagnati il diritto di avere il loro stato indipendente”.
Fin dalle prime ore di domenica 1 ottobre la situazione in Catalogna ha iniziato a essere molto tesa. La polizia nazionale ha fatto irruzione in diversi seggi per sequestrare schede e urne. È entrata con la forza al seggio dove avrebbe dovuto votare il presidente catalano Carles Puigdemont.
Il presidente della Generalitat però è riuscito a sfuggire al controllo della polizia spagnola e a recarsi alle urne in un altro seggio.
Il ministero dell’Interno aveva anche bloccato il sistema informatico che permetteva di poter votare in tutti i seggi e veder riconosciuto un solo voto, anche con schede stampate da casa, il cosiddetto “Censo universal”.
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha condannato fermamente l’uso “ingiustificato e irresponsabile” della violenza da parte dello stato spagnolo, definendo una “vergogna” quanto successo il 1 ottobre in Catalogna. “Lo stato ha perso molto di più di quanto avesse perso finora”, ha detto il presidente catalano.
La sindaca di Barcellona Ada Colau, ha inoltre chiesto le dimissioni del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Intanto a Madrid si è tenuta una contro manifestazione unionista, per ribadire l’indivisibilità del paese.
Fonte: The Post Internazionale
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