Credit: Miguel Medina
Gli Stati Uniti hanno deciso di ritirarsi dall’Unesco, l’agenzia dell’Onu per l’Istruzione, la Scienza e la Cultura.
Gli Stati Uniti avevano già annullato il loro sostanziale contributo al bilancio dell’Unesco nel 2011, in segno di protesta per la decisione di concedere l’accesso alla Palestina.
L’uscita ufficiale avverrà il prossimo 31 dicembre 2017.
“Questa decisione non è stata presa alla leggera e riflette le preoccupazioni degli Stati Uniti per l’arretratezza dell’Unesco, la necessità di una riforma fondamentale nell’organizzazione e tiene conto della sua perenne posizione anti-Israele”, ha affermato il dipartimento di Stato, aggiungendo che gli Stati Uniti cercheranno di “rimanere impegnati come stato osservatore non membro per contribuire alle opinioni, le visioni e le competenze dell’organizzazione”.
La direttrice generale dell’Agenzia dell’Onu ha espresso il suo rammarico per la decisione.
“Dopo aver ricevuto una notifica ufficiale da parte del Segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, come direttore generale dell’Unesco, desidero esprimere un profondo rammarico per la decisione degli Stati Uniti d’America di ritirarsi dall’Unesco”, ha dichiarato Irina Bokova, direttrice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Istruzione, la Scienza e la Cultura in una dichiarazione.
Bokova ha aggiunto che la decisione Usa ha segnato una perdita per il multilateralismo e per la famiglia delle Nazioni Unite.
Il presidente Donald Trump ha criticato in generale le Nazioni Unite e le sue agenzie, lamentandosi del costo che le istituzioni internazionali rappresentano per gli Stati Uniti.
L’Unesco è stata fondata durante la Conferenza dei Ministri Alleati dell’Istruzione (CAME), gruppo di Ministri dell’Istruzione dei Paesi Alleati contro il Nazismo che si è svolta tra l’1 e il 16 novembre 1945. Sono membri dell’Unesco, all’aprile 2016, 195 paesi più 10 membri associati. Il suo quartier generale è a Parigi.
Fonte: The Post Internazionale
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