Credit: Cesar Manso
Alle 10 di giovedì 19 ottobre è scaduto il secondo ultimatum di Madrid per il presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont, chiamato a fornire una risposta che chiarisca se lo scorso 10 ottobre ha effettuato la proclamazione dell’indipendenza.
Il presidente Puigdemont ha comunicato che il parlamento catalano avrebbe dichiarato l’indipendenza – annullando quindi la sospensione annunciata il 10 ottobre – se il governo di Madrid avesse “continuato la repressione”, attivando la procedura dell’articolo 155.
La decisione è stata votata ieri sera dal partito di Puigdemont, il PDeCat. Il premier spagnolo Rajoy ha risposto a questa eventualità, definendo questa scelta un “ricatto inaccettabile”.
Nel pomeriggio del 19 ottobre, Rajoy volerà a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo.
Sabato 21 ottobre è stata convocata una nuova protesta degli indipendentisti, dopo quella dello scorso 17 ottobre, per chiedere il rilascio dei due leader indipendentisti arrestati con l’accusa di sedizione, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart.
Lo scorso primo ottobre, in un referendum dichiarato illegale dalla Corte costituzionale spagnola, i catalani si sono espressi in favore dell’indipendenza da Madrid.
Il 10 ottobre, il presidente catalano Carles Puigdemont, in un discorso di fronte al parlamento regionale, ha di fatto dato il via all’iter per l’indipendenza della regione autonoma dalla Spagna.
I popolari di Rajoy hanno sancito un accordo politico con i socialisti che, a fronte del sostegno all’articolo 155, hanno chiesto che venga riformata la costituzione nella parte in cui disciplina le autonomie regionali, e che si vada alle elezioni in Catalogna.
Fonte: The Post Internazionale
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