domenica 14 novembre 2010

Biglietto d’ingresso nei parchi nazionali. Dopo i tagli arriva la natura a pagamento

Non scherzava mica. Il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo è tornata sull’idea di far pagare il biglietto ai visitatori dei parchi e delle aree protette. E stavolta lo ha detto durante la sua audizione alla commissione Ambiente della Camera: una sede ufficiale, ufficialissima.

Il biglietto sarebbe la contromisura ai tagli che hanno colpito il ministero dell’Ambiente, e che sono molto più pesanti rispetto agli altri dicasteri. Come ho già scritto, il ministro non se l’è presa troppo.

Infatti l’idea del biglietto d’ingresso ai parchi sottintende che Prestigiacomo accetta la riduzione dei fondi e vi si adatta. Sottintende soprattutto il concetto – tipico dell’attuale Governo – che il business è l’unico valore, e che anche i beni comuni (il caso dell’acqua è emblematico) devono essere occasione di business.

Durante l’audizione di mercoledì davanti alla commissione Ambiente della Camera, il ministro Prestigiacomo (secondo quanto riporta l’agenzia Dire) ha affermato che si va verso uno scenario in cui “ci saranno meno risorse pubbliche e ci saranno più aree da tutelare”.

Per cui, fermo restando che “i parchi restano pubblici”, bisogna fare in modo che essi “possano permettersi di crearsi fonti di reddito”. Dunque “pensare a riservare alcune aree a pagamento è assolutamente normale”.

Il ministro ha ribadito questa sua filosofia anche durante un convegno di Federparchi. Gli stanziamenti per i parchi sono dimezzati, non bastano neanche a coprire gli stipendi del personale: secondo Prestigiacomo è un errore che va corretto ma per risolvere il problema “non dico di far pagare il percorso di una strada in un parco, ma di pensare a riservare alcune aree a pagamento è assolutamente normale. E’ un vecchio tabù che deve cadere”.

Ovvero, la natura come Disneyland. Uno spettacolo per paganti.

Su agenzia Dire alcune aree dei parchi potranno essere a pagamento

Su Prima da Noi il convegno di Federparchi e i parchi a pagamento

Fonte: Blogeko

4 commenti:

Mr. Tambourine ha detto...

E tutto questo io ho dovuto apprenderlo qui!, che vergogna.

.RedAzioni. ha detto...

Si, avevo sentito a ascoltato con attenzione la Prestigiacomo. Mi sono fatto un'idea anch'io: la privatizzazione dei beni comuni è uno degli aspetti più brutti e meno liberali del liberismo all'italiana. Lungi dall'essere liberale in tema di economia e libera concorrenza, io sono un liberale rispetto alle idee e alle conoscenze: privatizzare i parchi naturali, è come togliere un pezzo di casa propria, divenendo quindi illiberali; ma soprattutto illiberali in tema di libera circolazione delle persone.

Francesca ha detto...

Se i miei soldi fossero un contributo per il mantenimento del parco ben vengano ma non ci devo pensare io!

Andrea De Luca ha detto...

Concordo