Oltre 12.600 siti inquinati, più di 1350 comuni coinvolti e una media di quasi 300 euro per ogni metro quadro di superficie da bonificare. Secondo il rapporto di Federambiente, presentato ieri in anteprima a Ecomondo, sono questi i numeri che descrivono lo stato di salute del suolo italiano. Ma solo in parte. Perché a questi dati vanno aggiunti quelli non disponibili o non resi pubblici. La Regione Veneto infatti ha completato il censimento, ma non ha ancora diffuso i dati. E mancano molte regioni del sud, tra cui Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria, che certo non passano inosservate in quanto a rifiuti e avvelenamento del terreno.
In testa alla lista nera delle aree più avvelenate d’Italia svetta la Lombardia, con quasi 2 mila segnalazioni nella sola provincia di Milano. In Toscana l’88% dei Comuni è interessato da almeno un‘area contaminata. In circa 1.800 siti la causa della contaminazione è rappresentata da un’attività industriale e in circa 1.400 aree si tratta di punto vendita carburanti. In altri 800, invece, i problemi sono legati a impianti di gestione dei rifiuti, sia urbani che speciali. Più o meno un migliaio di siti risultano contaminati da idrocarburi e 500 da metalli pesanti.
L’unica buona notizia del rapporto, che da lunedì sarà sul sito di Federmabiente, è che nel 30% delle aree censite la bonifica è stata completata. Grazie anche all’innovazione tecnologica tutta italiana che fa bella mostra nei vari padiglioni: materiali isolanti, macchinari per la purificazione dei fanghi tossici, riprocessatori. Un numero molto elevato di stand, secondi per numero solo a quelli del trattamento rifiuti, che spaziano dai camion fino ai bidoni “fashion” per la raccolta differenziata. Il salone celebra anche la Spazzatura che si fa arte: nella mostra Ecoartproject si possono osservare cannucce che compongono paesaggi psichedelici, gomme che si fanno comodi puff, scatole che diventano pareti.
Uno degli eventi più attesi per gli operatori del settore rifiuti a Ecomondo sarebbe dovuto essere, oltre all’aggiornamento sulle novità legislative comunitarie e nazionali in materia, il focus proprio sul Sistri, il contestato sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, Per molti è una grandissima intuizione ma operativamente inapplicabile per come è stato progettato da Ministero. L’appuntamento è stato tuttavia annullato “per indisponibilità dei relatori”, tra cui Luigi Pelaggi, capo della segreteria tecnica della Prestigiacomo. E i tanti che erano arrivati apposta per capire come applicarlo sono rimasti ancora una volta senza risposte.
E mentre il Ministero dell’Ambiente deve risolvere la patata bollente del Sistri, il Tar ha annullato il decreto di dismissione da parte del Ministero dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti (Onr). Grazie ad una sentenza positiva da lunedì l’Onr tornerà a svolgere a pieno regime - seppur con pesanti difficoltà, innanzitutto di bilancio - l’importante funzione di organo di vigilanza ed indirizzo per la prevenzione nel settore rifiuti, secondo quanto prevede lo stesso codice ambientale.
Fonte: Terranews
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