mercoledì 10 novembre 2010

Alemanno: «Aiuti a famiglie ma più tasse a single e gay»

Più tasse per i single per avere risorse da dare alle famiglie con figli. No, non è democratico, non è rispettoso della Costituzione. Due posizioni opposte sulle quali si sono trovati, rispettivamente, i sindaci di Roma e di Bari in un dibattito pubblico alla Conferenza nazionale della famiglia. Sul palco, insieme ad altri colleghi fra i quali Letizia Moratti, Gianni Alemanno e Michele Emiliano hanno riproposto in modo acceso e deciso la contrapposizione fra famiglie tradizionali e famiglie di fatto.

"SPORCARCI LE MANI"
«In un momento di crisi - ha detto il primo cittadino di Roma - non si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, che sono quelle sposate, vuol dire aumentare le tasse ai single e alle coppie con pochi figli. La questione non riguarda solo le amministrazioni locali ma il governo nazionale. Bisogna sfuggire alla tentazione di voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay e ai single, altrimenti non faremo mai politiche familiari. Bisogna concentrarci sulla famiglia della Costituzione formata da un uomo e una donna che fanno figli. Questo - ha aggiunto - non vuol dire però discriminare le altre persone, vuol dire che la difesa dei diritti individuali non sono politiche familiari. Invito Giovanardi e il parlamento a fare già in questa legislatura la riforma del quoziente familiare».

BARI DICE "NO"
Emiliano, che è stato fra i sindaci più applauditi dalla platea della Conferenza, ha detto che il suo punto di riferimento è l'articolo 3 della Costituzione: per «trattare stesse situazioni in modo simile, fermo restando che la Costituzione parla di famiglia fondata sul matrimonio. Ma se ci sono stessi bisogni vanno affrontati alla stessa maniera. Se si rompe il femore il compagno di un uomo è uguale se se lo rompe la moglie di un altro. Non ho trovato nella costituzione motivo per discriminare queste situazioni». Non ha senso - ha continuato - «che per aiutare le famiglie con figli si tassino di più i single, non risolve il problema. L'incertezza del futuro riguarda tutti e tutte le fasce d'età». Il sindaco barese ha poi sottolineato che la sua azione è rivolta alla promozione della famiglia tradizionale ma «ci sono moltissime situazioni che non funzionano in questo modello».

Il livello territoriale - è emerso dal dibattito con le amministrazioni locali - è ricco di best practice sulle politiche familiari. A cominciare dal network Città per la famiglia (una cinquantina gli aderenti), un'idea della città di Parma (presente il sindaco Pietro Vignali), che promuove incentivi per le tariffe oltre che servizi in rete fra vari soggetti. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha detto di ritenere importante la collaborazione fra istituzioni e società civile; un'impostazione che facilita interventi di qualità come quello dell'assistenza domiciliare degli anziani (10 mila assistiti) che è quasi raddoppiata nel capoluogo lombardo. Importante poi, a suo avviso, per accelerare il federalismo fiscale definire i costi dei servizi standard.

Alemanno ha osservato che alcuni interventi sulle tariffe (ad esempio sulla tassa rifiuti che vede pagare di più le famiglie numerose) sono questioni che dovrebbero coinvolgere in primo luogo il governo nazionale. Il sindaco ha anche annunciato che la capitale darà vita solo ad asili nido convenzionati perchè costano al metà di quelli comunali (7 mila euro l'anno a bimbo contro i 13 mila). Per Emiliano, le famiglie si aiutano contenendo la precarietà del lavoro, altrimenti si «fa marketing elettorale»; ha citato il caso di un call center in Puglia che un anno dopo aver stabilizzato 2.500 lavoratori, sono nati 400 bambini.

Attilio Fontana, sindaco di Varese, ha annunciato che la città sta pensando ad una Carta per la famiglia. Le politiche familiari sono quelle che «abbandonano la logica dell'assistenzialismo» ha sottolineato Maria Luisa Tezza, delegata politiche familiari dell'Anci che sollecita azioni in rete del territorio. È necessario «legare le politiche locali a quella nazionali - ha esortato il vicepresidente dell'Upi Antonio Saitta - altrimenti si rischia di avere cittadini di serie A e B, a seconda di dove vivono. Importante è anche la concertazione fra soggetti pubblici e privati. Una delle priorità è la lotta al precariato e la tutela della maternità, per questo ci vuole più coraggio e trovare le risorse magari rivedendo le rendite finanziarie».

Fonte: l'Unità

4 commenti:

Francesca ha detto...

Anche Mussolini la pensava così! Chi mi sposa? Quanti figli mi toccherà fare?

Mr.Tambourine ha detto...

Devi sposare il figlio di Berlusconi, France'. Lo disse lui.

duhangst ha detto...

Quindi il mio status di single potrebe costarmi di più.. Non basta il fatto che non ci siano agevolazione se vuoi comprare casa..

Andrea De Luca ha detto...

Alemanno fascista