“Inviano cibi che non daremmo ai nostri figli come aiuti alimentari per i bambini che soffrono di malnutrizione nell’Africa sub-sahariana e in diverse parti dell’Asia”, ha scritto il presidente di MSF Unni Karunakara. “Bisogna smetterla con questo doppio standard.”
L’accusa arriva a poche ore dalla Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si terrà domani 16 ottobre. MSF ha scritto una lettera aperta al governo degli Stati Uniti, indirizzata al segretario di Stato Hillary Clinton, al direttore dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale Rajiv Shah e al segretario dell’Agricoltura Tom Vilsack. Nella lettera, la direttrice esecutiva di MSF Sophie Delaunay riconosce l’apporto degli Stati Uniti, che da soli provvedono a metà degli aiuti alimentari mondiali, ma ne lamenta l’inadeguatezza rispetto ai bisogni delle persone che li ricevono. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i composti di soia e cereali come il CBS (Corn-Soya Blend, un mix di mais e soia) inviati nei paesi poveri sarebbero quasi inefficienti a combattere la malnutrizione di un bambino sotto i due anni.
La malnutrizione colpisce circa 195 milioni di bambini in tutto il mondo — la cui maggior parte vive in territori in cui non si stanno svolgendo guerre — ed è responsabile di circa un terzo degli 8 milioni di morti infantili che avvengono ogni anno. I leader mondiali sono lontani dall’obiettivo fissato nel 1990 di dimezzare il numero di persone malnutrite entro il 2015. Diversi paesi dell’Asia del sud dell’Africa subsahariana come Ghana, Etiopia e Angola hanno fatto molti passi avanti, ma sono casi isolati rispetto a tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, due terzi delle persone malnutrite vivono in soli sette paesi: Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Pakistan, Congo ed Etiopia.
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