Il nuovo testo del Piano Casa, secondo Legambiente, viola la vigente normativa regionale sulle Aree agricole che (considerandole aree meritevoli di tutela, alla pari dei Beni culturali, dei Beni paesaggistici e dei Beni ambientali) avrebbe dovuto rappresentare un freno al processo di urbanizzazione che negli ultimi vent’anni ha radicalmente modificato la fisionomia del territorio laziale. Dal 1990 al 2005 ben 129.000 ettari su 225.940 ettari totali a destinazione agricola sono stati infatti “riconvertiti” all’edilizia. Una cifra non da poco: 129.000 ettari significa una quantità di territorio pari alla città di Roma. Il testo del nuovo Piano Casa andrebbe nella stessa direzione.
Altre vaste porzioni di aree agricole vengono infatti destinate alla trasformazione urbanistica, considerate alla stregua delle aree edificabili. C’ è poi il capitolo parchi. Secondo le analisi fatte da Legambiente, il Piano casa estende la “platea” di applicazione a quasi 1600 ettari di parchi regionali e aree protette. Nel testo, infatti, viene specificato che gli interventi si possono fare anche nelle «aree naturali protette» e in particolare «nelle zone di promozione economica e sociale individuate dai Piani di Assetto vigenti delle Aree naturali protette, ovvero, in assenza dei Piani d’Assetto, delle zone B individuate dalle Leggi istitutive delle Aree naturali protette, ai fini dell’applicazione delle disposizioni di salvaguardia».
Della norma è particolarmente preoccupato il presidente di Legambiente in Lazio, Lorenzo Parlati: «Si tratta con ogni evidenza dell’aspetto più grave e inquietante della manovra voluta dalla Giunta Polverini. Noi diciamo basta con lo sfascio del territorio e del paesaggio».
Fonte: Terranews
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