giovedì 14 ottobre 2010

Il calcio ai piedi dell'uomo nero


Torniamo a parlare dei fatti di Genova. L' articolo è a cura dell'amico giornalista Giorgio Velardi.


Doveva essere una serata di festa per il pubblico di Genova. Si era parlato, nei giorni scorsi, di un’Italia “al pesto”, perché in attacco Prandelli aveva deciso di schierare la coppia blucerchiata Cassano-Pazzini per far male alla Serbia. Il male, però, lo hanno fatto i tifosi della nazionale allenata da Vladimir Petrovic al calcio. A tutto il calcio. Scene, quelle che abbiamo visto ieri sera in tv, che sono arrivate come una pugnalata al cuore. Il perché è presto detto: lo sport, il calcio in questo caso, è divertimento, non guerra. Di quella ne abbiamo piene le tasche e le bare, in ultimo quelle dei nostri 4 soldati caduti sabato in Afghanistan. A Genova si è giocato per soli sei minuti, dopo oltre quaranta ad attendere che la partita cominciasse. Ma c’è di più, perché la domanda che sarà balenata nella testa di tutti i tifosi azzurri è stata: come hanno fatto individui di questo tipo ad arrivare in Italia e ad entrare allo stadio con dei fumogeni? Sarà capitato anche a voi di andare ad un concerto in uno stadio, con Carabinieri e Polizia schierati a requisire i tappi delle bottigliette d’acqua (poi all’interno i bar le vendono chiuse!) per evitare che vengano utilizzate come sassi. Ecco, mi chiedo: a me sequestrano un tappo, mettono le mani nello zaino, e ultrà feroci come quelli serbi portano all’interno di Marassi dei petardi? Solita storia italiana, solita barzelletta. Ma chiudiamo qui questa parentesi, non è il caso di fare polemiche. Noi, almeno, ci consideriamo un po’ più civili ed educati.

Il perché di tanta violenzaIl calcio non c’entra. Anzi, è l’ultimo dei motivi che hanno spinto gli ultrà serbi a scatenare il putiferio a Marassi. Alla base di quanto accaduto ci sono motivi politici. Sarebbe un discorso lungo e complesso da spiegare qui. In sintesi si può dire che la data zero è il 1999, quando l’Onu riconobbe l’indipendenza del Kosovo, dandole un governo e un parlamento provvisori sotto il proprio controllo. Nel 2008, invece, la Corte di Giustizia internazionale considerò legale la dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio, riconosciuta da 69 paesi (di cui 22 dell’Unione Europea). Il Kosovo è abitato in buona parte da cittadini di etnìa albanese: ecco perché ieri sera a Genova si è dato fuoco a diverse bandiere dello stato balcanico. E quel “tre” mostrato da Stankovic e compagni ai propri tifosi non era l’anticipazione del possibile risultato a tavolino della partita, ma il simbolo del nazionalismo serbo che non riconosce lo stato kosovaro come autonomo.

Bogdanov, tutti sapevano – Lo hanno arrestato alle 2.40 del mattino, nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultrà serbi. La fotografia più nitida di Italia-Serbia, che resterà a lungo nella mente degli spettatori italiani e non solo, è quella de “l’uomo nero”, Ivan Bogdanov. Ma chi è questo energumeno con il volto coperto da un passamontagna ed il corpo tatuato, che con un paio di cesoie in mano ha tagliato le reti di protezioni dello stadio di Genova? E’ un hooligan noto da tempo alla polizia serba. Secondo quanto riferito dall'emittente tv B92, Bogdanov (detto “Coi”) è uno dei leader della tifoseria della Stella Rossa, appartenente alla fazione estremista e militante degli “Ultra Boys”. L’ultrà, precisa B92, ha concluso la scuola media (che in Serbia dura fino a 18 anni) ed è attualmente disoccupato. Con la giustizia ha avuto a che fare almeno in quattro occasioni: per la partecipazione a una rissa, per lesioni e aggressione a pubblico ufficiale in servizio, per comportamento violento e per possesso di droga. Nel marzo 2005, durante una perquisizione della sua abitazione a Belgrado, la polizia aveva trovato 11, 06 grammi di marijuana. In quell'occasione Bogdanov aveva ammesso di aver acquistato la marijuana per 1.200 dinari (12 euro al cambio attuale) per uso personale.

La vicenda-Stojkovic – Che la serata fosse iniziata male lo si era capito quando il portiere serbo Vladimir Stojkovic ha chiesto al c.t. Petrovic di non giocare. La causa? L’estremo difensore è stato avvicinato da un gruppo di ultras della sua nazionale, che lo hanno minacciato incrociandolo fuori dall'albergo dopo aver cercato di assaltare il pullman della squadra. Stoikovic è stato pesantemente criticato per la papera (in condivisione con l’ex difensore dell’Udinese Lukovic) che ha spianato la strada all'Estonia nel match di qualificazione a Euro 2012 giocato venerdì, ma non solo. Su di lui pesa anche la rivalità fra la Stella Rossa e il Partizan, le due squadre di Belgrado. Stojkovic ha infatti iniziato la carriera nella Stella Rossa (gli fu addirittura donata una tessera, la numero 134, di socio onorario della società), per poi passare in questa stagione al Partizan. Cosa che non è andata giù alle frange più violente del tifo organizzato. Durante la conferenza stampa Prandelli ha rivelato che il portiere è entrato nello spogliatoio dell’Italia tremando, scosso per l’accaduto.

Il Gay Pride di domenica249 fermati e 157 feriti, più l’assalto alle sedi del Partito Democratico e del Partito Socialista Serbo. Dati da brivido, che forse avrebbero dovuto far riflettere in vista di questa partita. Sono i numeri dei violenti scontri di domenica a Belgrado, a margine del Gay Pride. Era già accaduto nel 2001, quando un gruppo di facinorosi cercò di forzare i cordoni disposti dagli agenti di polizia. Lo svolgimento regolare di questo avvenimento sarebbe stato un test della (presunta) maturità democratica e del grado di tolleranza sociale della Serbia, impegnata a dimostrare di essere idonea a entrare nell’Unione Europea. Evidentemente, però, i serbi sono ancora lontani anni luce da una almeno vaga propensione alla democrazia.

I precedenti – In Bosnia, nel 2007, il Partizan Belgrado giocò i preliminari di Coppa Uefa contro il Zrinjski Mostar. Gli scontri al termine della partita costarono al Partizan la squalifica dalla competizione. Non è l’unico episodio, perché nel settembre 2009 un tifoso del Tolosa fu ucciso a Belgrado dagli hooligan del Partizan prima di un match di Europa League. Un sostenitore della squadra serba del Vozdovac venne invece ucciso da un rivale del Rad nel 2009: l'assassino fu condannato a 30 anni di carcere. Nell'aprile scorso un tifoso della Stella Rossa rimase gravemente ferito da un colpo di pistola sparato dentro lo stadio durante la semifinale di coppa di Serbia con l'Ofk.

I giornali serbi La stampa serba condanna all’unanimità le violenze degli hooligan. Molti giornali parlano di "vergogna" sia per il calcio serbo che l'intero paese. “Vergogna nazionale, questa è la morte della Serbia” titola a caratteri cubitali il tabloid belgradese Kurir. "La mafia, attraverso il calcio, distrugge il paese intero", dice da parte sua Press, secondo cui "i servizi di sicurezza hanno informazioni in base alle quali dietro a tali violenze ci sarebbe il boss mafioso Darko Saric, che dopo gli scontri al Gay Pride vuole creare il caos in Serbia".”Serbia rossa di vergogna” è il titolo di Vecernje Novosti, che parla di “quasi linciaggio” per il portiere Vladimir Stojkovic. '”Terrore a Genova: gli hooligan hanno aggredito Stojkovic e hanno ucciso il calcio serbo" titola in grande Blic, l'altro quotidiano della capitale.

Giorgio Velardi

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Articolo correlato: La vergogna di Genova

6 commenti:

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

Sulla questione del "tre" qualcuno ha affermato che sia anche un simbolo religioso. Cmq va tenuto conto che in quei momenti i giocatori dovevano in qualche modo andare a calmarli e non ad aizzarli quindi anche se quel "tre" avesse quel significato potremmo tenere presente l'ipotesi di un tentativo di blandirli ed ammansirli peraltro miseramente fallito.

Adriano Smaldone ha detto...

ha portato proprio scompiglio Ivan il Terribile. Chissa se la facevano a Napoli se tutto cio accadeva :)

Francesca ha detto...

http://temporeale.libero.it/libero/fdg/4216108.html

Francesca ha detto...

http://dilatua.libero.it/attualita/genova-di-chi-e-la-colpa-bl8650.phtml?ssonc=84569785

Francesca ha detto...

Capitan Ventosa intervista il capitano della Serbia:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2010_10_vento14.flv

arrgianf ha detto...

http://ilblogdeglistudenti.blogspot.com/2010/10/il-kosovo-e-la-serbia-riflessioni.html ciao altro post su Kosovo e Serbia.