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Nella mattina di oggi, domenica 9 aprile, c’è stata un un’esplosione in una chiesa di Tanta, a nord del Cairo, in Egitto. Al Jazeera ha scritto che sembra si sia trattato di una bomba. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara, così come la stima di morti e feriti: secondo il governatore della regione di Gharbiyya, dove è situata Tanta, i morti sono 15 e i feriti 40. I media statali egiziani parlano di 21 morti. Al momento l’attacco non è stato rivendicato.
L’esplosione è avvenuta nella chiesa di San Giorgio, una chiesa della comunità copta, una delle più antiche chiese cristiane del mondo. In Egitto i cristiani sono circa il 10 per cento della popolazione. Nella chiesa si stava celebrando la Domenica delle palme. Già in passato in Egitto decine di chiese copte sono state interessate da attacchi e incendi. Nel dicembre 2016 una bomba uccise 25 persone vicino alla cattedrale copta ortodossa di San Marco, nel centro del Cairo: il più grande luogo di culto dei cristiani copti ortodossi al Cairo, sede del patriarca Teodoro II, attuale papa della Chiesa copta ortodossa. L’attentato fu poi rivendicato dall’ISIS (o Stato Islamico).
I primi cristiani (allora non ancora copti) si stabilirono in Egitto nei primi secoli della cristianità e il copto, che quasi nessuno è più in grado di parlare, è considerato la lingua attualmente più vicina all’egiziano antico, quello che si scriveva con i geroglifici. A partire dagli anni Settanta dell’ultimo secolo, le relazioni tra i copti e i musulmani si sono fatte più tese, anche se durante il regime di Mubarak la costituzione garantiva la libertà religiosa ai copti e il Natale copto (che cade il 7 gennaio) era considerato una festa ufficiale. Dopo la caduta di Mubarak gli scontri sono aumentati.
Fonte: Il Post
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