Si stima che nella regione del Sinai siano attivi tra i 1.000 e i 1.500 miliziani estremisti
Un attentatore suicida alla guida di un camion per la raccolta dei rifiuti imbottito di esplosivo si è lanciato contro un checkpoint delle forze di sicurezza egiziane nel nord della penisola del Sinai, in Egitto, uccidendo almeno dieci persone e ferendone 22, lunedì 9 gennaio 2017.
L’attacco è avvenuto all’esterno di un edificio della polizia nella città di el-Arish poco dopo che alcuni miliziani con indosso maschere nere hanno sparato delle granate contro i soldati assegnati al checkpoint.
L’esplosione del camion è stata talmente potente che tre piani dell’edificio sono stati distrutti. I soccorritori hanno finora recuperato da sotto le macerie dieci corpi, tutti tranne uno agenti di polizia, ma temono che il bilancio sia destinato a salire. I feriti sono stati trasportati in ospedale.
Due uomini non armati in servizio al posto di blocco sono rimasti illesi, ma si sono diffuse notizie non confermate secondo cui altro personale sarebbe stato sequestrato da alcuni uomini armati.
Il camion per la raccolta dei rifiuti utilizzato nell’attacco era stato sottratto qualche giorno prima e i miliziani lo hanno rinforzato con delle placche di metallo.
Sebbene l’attentato abbia tutte le caratteristiche di quelli compiuti solitamente dall’Isis, non è ancora stato rivendicato.
Il gruppo estremista ha spesso colpito le forze di sicurezza egiziane nella penisola del Sinai, dove le forze armate faticano a contenere un’insurrezione che punta a creare una provincia del sedicente Stato islamico nella regione. Si stima che nell'area siano attivi tra i mille e i 1.500 miliziani.
(qui sotto la penisola del Sinai e, indicata dal pallino rosso, la città di el-Arish)
Fonte: The Post Internazionale
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