venerdì 20 gennaio 2017

Ci sono persone vive nell’Hotel Rigopiano

Proseguono le ricerche nell'albergo travolto da una valanga sul Gran Sasso per trovare altri dispersi e soccorrerli

(Vigili del Fuoco)

Sei persone sono state trovate vive nell’Hotel Rigopiano, l’albergo sul versante pescarese del Gran Sasso ricoperto mercoledì 18 gennaio da una grande valanga (inizialmente ANSA e altre fonti avevano parlato di 8 persone, nella confusione dei primi soccorsi, la notizia era stata ripresa anche dal Post). Un video diffuso dai Vigili del Fuoco mostra alcuni momenti del salvataggio di una donna e di un bambino. La notizia del ritrovamento delle persone vive era stata confermata dal viceministro degli Interni Filippo Bubbico, intervistato dal GR1



Ci sono ancora più di 20 persone disperse, che si trovavano dentro l’albergo al momento della valanga: circolano notizie difficili da confermare circa il ritrovamento di altri sopravvissuti, ma per ora i Vigili del Fuoco confermano solo di avere trovato sei persone, due delle quali già estratte.



Da ieri intorno all’Hotel Rigopiano proseguono le attività dei soccorritori per cercare le persone che si trovavano all’interno del resort e che risultano disperse. Le ricerche sono complicate dal freddo e dall’enorme quantità di neve, che si è insinuata negli ambienti dell’albergo rendendo difficili gli spostamenti al suo interno. I corpi estratti dalle macerie finora sono due, ha spiegato la Protezione Civile, ma nella giornata di ieri ANSA e altri giornali avevano annunciato il recupero di almeno un altro cadavere e l’identificazione di un corpo all’interno della struttura: la due notizie devono essere ancora ufficializzate dalle autorità. C’erano poche speranze di trovare vivo qualche disperso dopo un giorno e mezzo dalla valanga, considerati il freddo e la mancanza di corrente elettrica all’interno dell’albergo danneggiato, da dove non erano provenute richieste di aiuto.


La valanga
Ci sono ancora molti dettagli da chiarire sulle ultime ore degli ospiti e del personale all’interno dell’Hotel Rigopiano, prima dell’arrivo della valanga. L’albergo era un resort con piscina piuttosto rinomato, a circa 1.200 metri di altitudine al fondo di una strada lunga una decina di chilometri, che conduce a valle verso Farindola, il primo centro abitato della zona. Secondo le testimonianze raccolte finora da parenti e amici di chi si trovava nell’hotel, mercoledì 18 gennaio i clienti erano in attesa di partire, preoccupati dalle scosse di terremoto che si erano verificate nella zona e dalle copiose nevicate che avevano reso inagibile la strada per tornare a valle. Uno spazzaneve sarebbe dovuto arrivare intorno alle 15 per ripristinare il collegamento, ma a causa di problemi ancora da chiarire era stato annunciato agli ospiti che il mezzo non sarebbe arrivato prima delle 19. La maggior parte dei clienti aveva già fatto le valigie e si era radunata nella hall, poi in seguito al contrattempo aveva probabilmente occupato altre aree dell’edificio, mentre il personale era riunito nel bar dell’albergo.


Nel tardo pomeriggio del 18 gennaio, intorno alle 17:30, dal versante alle spalle dell’Hotel Rigopiano si è staccata una grande slavina che ha travolto parte di un bosco, automobili e del bestiame prima di entrare in contatto con le strutture dell’albergo. La grande massa di neve ha sfondato finestre e alcuni muri, spostando alcuni edifici del resort di una decina di metri verso valle. Il geologo Gian Gabriele Ori, dell’Università di Chieti, ha spiegato che probabilmente una delle scosse più intense di terremoto, superiore a magnitudo 5, ha fatto da “miccia e innescato il fenomeno”, rendendo più instabile un tratto di montagna ricoperto da uno strato di neve alto almeno 3 metri, già indebolito da un aumento delle temperature e dalla pioggia. La valanga ha raccolto detriti di ogni tipo, come alberi e rocce, e si è infine trasformata “in un enorme flusso di detriti che, a grande velocità, ha travolto il bosco e poi l’albergo con una potenza distruttiva”.


Chi ha dato l’allarme
Giampiero Parete, 38 anni, aveva trascorso un breve soggiorno con la famiglia all’Hotel Rigopiano. Poco prima della slavina era uscito dall’albergo per andare a recuperare un farmaco in auto per la moglie, che aveva mal di testa: “Mentre tornavo verso l’hotel ho sentito rumori e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all’edificio. Ha travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell’albergo ricoperto dalla neve. Ho provato a entrare, ma ho rischiato di rimanere intrappolato; allora mi sono aggrappato a un ramo e sono riuscito a tornare verso la macchina. Poi ho incontrato il manutentore dell’albergo e insieme abbiamo dato l’allarme. Dall’interno dell’hotel non ho sentito alcun rumore o movimento”.

Il manutentore è Fabio Salzetta, che stava eseguendo alcuni lavori all’esterno dell’albergo. Ha spiegato di non essersi accorto di nulla fino all’ultimo momento, finendo poi travolto dalla neve nel locale caldaia, protetto da un vano di cemento. È poi uscito alla ricerca di altre persone e ha trovato Parete, con il quale è riuscito a fare una telefonata tramite WhatsApp al suo datore di lavoro per dare l’allarme.

I soccorsi
Quinto Marcella, il datore di lavoro di Parete che fa il cuoco, ha detto di avere ricevuto la chiamata poco dopo le 17:30 di mercoledì, con una richiesta di aiuto e la notizia che l’intero albergo era stato sommerso dalla neve. Marcella ha detto di avere chiamato il Centro di coordinamento della prefettura: “Ma mi sento rispondere: abbiamo chiamato due ore fa l’albergo, era tutto a posto. Non hanno voluto prendere per vera la mia versione. Io ho insistito: ho chiamato 115, 117, 118, 113, 112. Fino a quando alle 8 si sono messe in moto le macchine”. La versione di Marcella, che spiegherebbe in parte i ritardi nell’arrivo dei soccorritori, deve essere verificata e sarà presa in considerazione dalle autorità che stanno indagando sulla valanga al Rigopiano.

Era ormai buio quando una prima colonna di soccorsi si è mossa da valle verso l’area dell’albergo, ma dopo pochi chilometri si è capito che la strada era impraticabile a causa della grande quantità di neve, portata in parte dalla slavina. Non potendo proseguire rapidamente con i mezzi, un gruppo di soccorritori del gruppo alpino ha continuato la salita a piedi, utilizzando gli sci, e impiegando quasi 4 ore di cammino al buio e sotto una fitta nevicata per raggiungere l’Hotel Rigopiano. Arrivati sul posto hanno compreso l’estensione dei danni causati dalla valanga e si sono messi al lavoro per cercare un varco ed entrare nella struttura. Hanno trovato Salzetta e Parete, entrambi in ipotermia e in seguito ricoverati in ospedale a Pescara per una serie di controlli sanitari.


Nelle ore seguenti, quando ormai era prossima l’alba di giovedì 19 gennaio, la zona è stata sorvolata e raggiunta dagli elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato, per portare aiuti e nuovi soccorritori all’albergo per dare il cambio a chi lo aveva raggiunto a piedi. Più a valle la colonna dei mezzi di soccorso ha proseguito, con molta difficoltà, lo sgombero della strada aprendo infine una via di accesso nelle prime ore del pomeriggio.

Il recupero dei corpi
Da più di un giorno i soccorritori sono al lavoro per cercare le persone rimaste intrappolate nel crollo dell’albergo e tra gli strati di neve che la valanga ha fatto accumulare al suo interno. Sul posto ci sono anche cani da valanga, addestrati per la ricerca delle persone disperse in queste situazioni, ma la presenza di grandi quantità di detriti e di macerie che si sono prodotte con i crolli rende molto difficoltosa l’individuazione dei corpi. Le autorità ieri hanno confermato il recupero di due corpi, anche se nel pomeriggio diverse fonti di stampa hanno parlato di un altro recupero e del ritrovamento di un quarto corpo ancora da estrarre dalle macerie. Le operazioni di ricerca continueranno per tutta la giornata, cercando al tempo stesso di liberare parte della struttura dell’albergo dalla neve, per rendere più agevoli e sicuri i soccorsi.

Fonte: Il Post

Nessun commento: