giovedì 5 novembre 2015

A Tokyo si registrano le prime coppie omosessuali

Hiroko Masuhara (a sinistra) e Koyuki Higashi (a destra) mostrano il certificato che riconosce la loro unione fuori dal municipio di Shibuya a Tokyo, in Giappone, il 5 novembre 2015. (Yuya Shino, Reuters/Contrasto) 

La municipalità di Shibuya, un quartiere di Tokyo con 217mila abitanti, ha rilasciato dei certificati per riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso per la prima volta in Giappone. La legge giapponese non riconosce le coppie omosessuali e questa iniziativa ha in parte lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei diritti della comunità lgbt. I certificati sono stati rilasciati a coppie con età superiore ai 20 anni a cui è stato richiesto di firmare un documento notarile per confermare la natura amorosa della loro relazione. Più tardi nel corso della giornata anche la municipalità di Setagaya, un altro quartiere di Tokyo, ha rilasciato certificati simili.

Hiroko Masuhara, di 37 anni, e la sua compagna Koyuki Higashi, di 30 anni, sono state le prime a registrare la loro unione a Shibuya. Ora, potranno cointestarsi il contratto di affitto e vantare diritti pari a quelli dei familiari nel caso di un ricovero in ospedale. Ma la legge nazionale non garantisce questi diritti. Nel caso in cui una persona o un’ente discrimini le coppie riconosciute, le municipalità ne diffonderanno pubblicamente i nomi come unica misura deterrente.

Nonostante le posizioni contrarie del partito conservatore al governo, il consenso popolare verso il riconoscimento dei diritti civili della comunità lgbt sta crescendo. Un sondaggio realizzato quest’anno dal quotidiano Mainichi Shimbun mostra che il 44 per cento degli intervistati è favorevole ai matrimoni omosessuali. Negli scorsi giorni una società assicurativa, la Lifenet, ha cominciato a riconoscere i partner dello stesso sesso tra i beneficiari delle assicurazioni sulla vita. Due compagnie telefoniche, Ntt docomo e Kddi, hanno annunciato dei piani tariffari familiari anche per i partner omosessuali.

Fonte: Internazionale

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