sabato 14 novembre 2015

Il punto sugli attentati a Parigi

Cosa sappiamo finora sugli attacchi che venerdì 13 novembre hanno colpito la capitale francese, causando centinaia di vittime

Una veglia a San Francisco negli Stati Uniti in solidarietà con le vittime di Parigi. Credit: Stephen Lam

Sette attentati hanno colpito Parigi nella sera di venerdì 13 novembre. Almeno 120 persone hanno perso la vita, mentre i feriti sarebbero più di 200, di cui 80 gravi. QUI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA più recenti

Nel corso della serata gli attentatori hanno tenuto in ostaggio tra le 60 e le 100 persone all’interno di un locale in cui si stava svolgendo un concerto.

Le autorità sono intervenute con un blitz. Otto terroristi sarebbero morti durante la serata, secondo il quotidiano francese Liberation, di cui sette sarebbero stati kamikaze che si sono fatti saltare in aria tramite le cinture esplosive.

I LUOGHI DEGLI ATTACCHI

I primi tre attacchi confermati si sono svolti all’interno di una sala per concerti, il Bataclan, in un bar-ristorante chiamato Carillon e vicino allo stadio di Parigi, dove si stava svolgendo la partita Francia-Germania.

Al momento dell’attentato, nel Bataclan, che si trova nell’undicesimo arrondissement, stava suonando la band americana Eagles of Death Metal. Le fonti della polizia avrebbero dichiarato che, in tutto, i morti al locale sarebbero stati 87. Gli attentatori si sono rinchiusi all’interno della sala concerti trattenendo circa un centinaio di ostaggi, che sono stati liberati dalla polizia nel corso di un blitz in piena notte.

(Qui sotto nella foto: alcuni feriti vengono soccorsi davanti al Bataclan)


I membri del gruppo metal sarebbero tutti vivi e avrebbero contattato i propri parenti subito dopo l’attacco.

All’esterno dello stadio di Parigi è scoppiata una bomba quasi in contemporanea all’attacco suicida al Bataclan. Al momento dell’attentato il presidente francese François Hollande stava seguendo dal vivo la partita Francia-Germania. Le forze di polizia lo hanno immediatamente portato al sicuro e hanno trattenuto tutti i tifosi all’interno dello stadio per motivi di sicurezza. La folla ha riempito il campo da gioco in pochi minuti.

Altre attacchi suicidi e numerose sparatorie sono state registrate in molte zone di Parigi. L’area più colpita è stata quella del decimo e undicesimo arrondissement. Si tratta di quartieri con una grande presenza di bar, ristoranti e locali. Molti francesi trascorrono il proprio venerdì sera in quella zona.

STATO D’EMERGENZA

Nella serata il presidente François Hollande si è riunito con il Consiglio dei ministri all’Eliseo per una riunione, al termine della quale ha dichiarato lo stato d’emergenza e la chiusura delle frontiere.

Il presidente può chiedere lo stato d’emergenza in caso in cui ci sia un grosso pericolo che attenta all’ordine pubblico o in caso di calamità pubbliche. In queste situazioni, il prefetto della città assume poteri straordinari: può bloccare la circolazione di veicoli e pedoni, imporre coprifuochi, isolare intere aree della città, fare perquisizioni e controllare i media nazionali e locali.

La notizia della chiusura delle frontiere è stata smentita nella mattina di sabato 14 novembre. Il governo francese non ha bloccato i confini, ma ha ristabilito i controlli per chiunque decida di entrare in Francia o lasciare il Paese.

LA RIVENDICAZIONE

Rita Katz, la direttrice di SITE, l’agenzia che monitora i gruppi estremisti, ha twittato nella notte tra il 13 e il 14 novembre un messaggio diffuso dall’Isis attraverso uno dei suoi canali ufficiali: “Francesi, dato che uccidete, sarete uccisi. Stiamo arrivando in Francia”.

(Qui sotto: il tweet di Rita Katz sul presunto commento dell'Isis agli attentati a Parigi)


Ancora non ci sono conferme riguardo a una rivendicazione ufficiale da parte del sedicente Stato Islamico. Alcuni testimoni avrebbero sentito gli attentatori urlare Allah Akbar – Allah è grande – prima di farsi esplodere.

REAZIONI

Il presidente dell’Iran Hassan Rouhani, che avrebbe dovuto visitare Roma durante un viaggio diplomatico il 14 e il 15 novembre ha deciso di cancellare la propria visita, in seguito agli attacchi a Parigi. Rouhani ha condannato gli attentati definendoli crimini contro l’umanità.

Anche il presidente statunitense Barack Obama è intervenuto pubblicamente per denunciare gli attentati, affermando che l’America si impegnerà e farà di tutto affinché i terroristi vengano portati davanti alla giustizia.

Il portavoce della Santa Sede Padre Federico Lombardi ha parlato in nome di tutto il Vaticano condannando questi atti “di pazza violenza terrorista”.

Il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha espresso le proprie condoglianze alle vittime della tragedia attraverso un post su Facebook e ha chiesto ai cittadini francesi di rimanere uniti.

Il primo ministro britannico terrà una riunione d'emergenza per fare il punto della situazione in Francia.

La cancelliera Angela Merkel ha convocato un incontro ministeriale dopo gli attentati a Parigi.

(Qui sotto nella foto: la Tour Eiffel spenta in segno di lutto)


La Tour Eiffel è stata spenta in segno di lutto a poche ore dal primo attacco. I monumenti delle città di tutto il mondo si sono colorati di rosso bianco e blu in segno di vicinanza ai francesi. Come per l’attentato di gennaio a Charlie Hebdo, molte persone in tutto il mondo hanno deciso di cambiare la propria immagine profilo sui social network in solidarietà ai cittadini di Parigi.

(Qui sotto nella foto: diversi monumenti in tutto il mondo vengono illuminati dei colori della bandiera francese)


Fonte: The Post Internazionale

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