martedì 26 ottobre 2010

Grande Fratello o delitto efferato?


L’assassinio di Sarah Scazzi continua ad occupare i salotti televisivi e le pagine di quotidiani e settimanali. Ma tra i fiumi di inchiostro e le ore spese a parlare di come, perché, quando e dove sia stato compiuto il delitto, ancora non si è arrivati a rispondere alla vera domanda: qual è il movente che ha spinto Michele Misseri e la figlia Sabrina ad uccidere la 15enne?

Spero non si offenda nessuno, ma della vicenda che riguarda l’efferato delitto di Sarah Scazzi, francamente, ne abbiamo pieni gli occhi e le orecchie. Non per il caso in sé, attenzione: è un delitto brutale, perché consumato in una famiglia come tante altre, in un paese di poche migliaia di anime, da persone che potevano essere i vicini di casa di ognuno di noi. Un omicidio che le autorità competenti sono chiamate a risolvere. Sono altri gli elementi che facciamo fatica a digerire, e che ormai ci danno la nausea al solo pensiero. Starete pensando: vuoi o non vuoi, anche l’autore di questo articolo sta parlando di questa vicenda, quindi eccone un altro che predica bene e razzola male. Può darsi, ognuno si prende le sue colpe, me compreso. Quello che dirò in questo pezzo credo però abbracci il pensiero di molti di voi. Rivelo un dato, che serve da antipasto e che è utile per capire quanto la televisione stia nuotando beatamente in quello stagno di nome Avetrana: 10 ore. È questo il tempo giornaliero che viene dedicato dai telegiornali, dalle trasmissioni di intrattenimento, dai programmi di prima e seconda serata al dramma della piccola Sarah. Tante, troppe: non credete? La linea sottile fra informazione e intrattenimento è stata eliminata con un colpo di gomma da cancellare e sostituita con quello che in termini giornalistici viene definitivo “infotainment”, ovvero l’unione dei due elementi sopracitati. Con quali risultati? Beh, se si moltiplica il numero di viaggi organizzati nella piccola cittadina pugliese e il sindaco è costretto a chiudere le strade che portano alle abitazioni della vittima e del suo assassino Misseri non serve cercare altre risposte o interpretazioni.

La luce rossa sempre accesa – Quella delle telecamere, che dal 26 agosto, giorno della sparizione di Sarah, non si sono mai spente. Hanno ripreso il volto scavato della mamma Concetta, le lacrime e le mani sporche dello zio-assassino Michele, il fazzoletto bianco stretto fra le mani per asciugare il pianto a dirotto della cugina Sabrina e le urla della sorella Valentina, che pochi giorni fa si è scagliata contro i cronisti pescecani. L’Italia: un paese in cui la morte si trasforma in caccia allo scoop (e questo blog ne ha parlato poche settimane fa, quando la pur bravissima Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto?”, non ha resistito alla tentazione di dare in diretta alla madre di Sarah la notizia battuta dalle agenzie secondo la quale il corpo della figlia era stato ritrovato a pochi chilometri dalla loro casa), in cui tutto è finzione, in cui, come diceva il sociologo canadese Erving Goffman in un suo famoso saggio (“La vita quotidiana come rappresentazione”, 1959 ndr), non esiste più differenza fra palcoscenico e retroscena. Cosa rende diversi il “Grande Fratello” e questo delitto efferato? Niente, a quanto pare. Tutto è sotto gli occhi di tutti in qualsiasi ora del giorno, così come successo precedentemente (anche se in misura minore) per Novi Ligure, Cogne, Erba, Garlasco e Perugia.

Nel lontano 1932… – Il “circo mediatico” messo in piedi per il delitto di Avetrana è colpa delle nuove tecnologie e della sempre maggiore velocità dell’informazione? Ni. Perché quando nel lontano 1932 venne rapito e poi ucciso negli Stati Uniti il figlio del famoso aviatore Charles Lindbergh (autore nel 1927 della storica traversata aerea dell'Oceano Atlantico) si assistette all’esodo di massa dei più importanti cronisti dei maggiori quotidiani di allora, che documentarono con precisione chirurgica la notizia del ritrovamento del corpo senza vita del piccolo Charles August due mesi dopo. A quel tempo Internet non esisteva, la televisione muoveva i primi passi e ancora non era diventata la “compagna” di tutti noi. Eppure la voglia di fare uno scoop sembra essere la stessa, ieri come oggi.

Nove personaggi in cerca d’autore – Mi perdonerà Pirandello per aver storpiato il titolo del suo dramma più famoso. Ma in questa storia ci sono troppi personaggi sulla scena (9, per la precisione, se includiamo anche i genitori e il fratello maggiore di Sarah) e troppe versioni dei fatti. Di Michele e Sabrina Misseri sappiamo praticamente tutto, forse non ci hanno detto il loro numero di scarpe, ma arriveremo anche a quello. Di Cosima (la madre di Sabrina) e della sorella Valentina non abbiamo elementi a sufficienza: la prima, 55 anni portati male, è stata dipinta come una sorta di despota di casa Misseri. Una che comandava il marito a bacchetta, che lo costringeva a mangiare gli avanzi senza nemmeno le posate e poi a lavare i piatti sporchi la mattina dopo, all’alba. Pare sia lei la burattinaia scaltra di questa storia, lei che conosceva da subito il pozzo in cui Sarah era sepolta. Valentina invece è il cane da guardia della madre, che ce l’ha a morte con i giornalisti perché se la sorella è in carcere, a suo avviso, la colpa è loro (bisognerebbe ricordarle che ad accusarla è stata il padre, ndr). Ci sono poi Mariangela, l’amica del cuore di Sabrina che ha però di fatto accusato la stessa giovane, il bell’Ivano, il ragazzo conteso da Sabrina e Sarah e Claudio, il fratello di Sarah, che prima si è fatto ospitare da tutte le trasmissioni delle reti pubbliche e private, e poi ha vomitato livore sui giornalisti. Lui, che in camera ha appeso il poster di Renato Vallanzasca, ha detto giorni fa ai cronisti: “È meglio Vallanzasca di voi, che avete frugato nelle nostre vite”.

Ma il movente? – Tante versioni dei fatti, come detto pocanzi, ma ancora nessuna notizia del reale (non virtuale) movente dell’assassinio. È stato veramente solo il raptus di Misseri per le minacce di Sarah (“Dico a tutti che mi hai molestata”, avrebbe detto la vittima prima di morire al suo assassino) la causa scatenante di tanta violenza? Pare, francamente, un castello di carta pronto a volare via al primo soffio di vento. Si è scavato nella vita di quest’uomo, scoprendo che ha iniziato a lavorare prestissimo, “affittato” dal padre a soli 6 anni per sgobbare nelle masserie. Si è parlato di molestie subite in tenera età, che lo avrebbero spinto a ripetere le stesse su Sarah; poi c’è stata la macabra confessione repentinamente ritrattata (“L’ho violentata dopo averla uccisa. Anzi no, non l’ho fatto”) e l’accusa alla figlia Sabrina, descritta come la vera mente dell’uccisione. L’impressione è che qualunque sia la conclusione del caso resterà sempre qualche domanda e qualche dubbio per addetti ai lavori e non.

Amanda Knox, “Io vengo con te” – Ricorderete tutti il delitto di Perugia. La notte fra il 1° e il 2 novembre di tre anni fa moriva la giovane Meredith Kercher. Per l’omicidio sono stati condannati a 26 anni di carcere Raffaele Sollecito, l’ivoriano Rudy Guede e Amanda Knox, all’epoca fidanzata di Sollecito. La ragazza si è sempre dichiarata innocente, e in questi giorni esce un libro, dal titolo “Io vengo con te”, pubblicato dal parlamentare del Pdl e presidente dell’Associazione Italia-Usa Rocco Girlanda. Il testo è un diario delle conversazioni che Girlanda ha tenuto con la Knox in questi anni, e nel libro vengono rivelati aspetti meno conosciuti della sua personalità. Personaggi al centro di fatti simili diventano eroi da copertina. È sbagliato, credo: si possono scrivere libri su tanti altri argomenti. La società, o meglio questo eterno reality show, sembra però imporci le sue regole, a cui dobbiamo solamente obbedire.

Giorgio Velardi

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9 commenti:

Ubi Minor ha detto...

il fenomeno mediatico ti ha colpito a tal punto da farti scrivere un post. E anche discretamente lungo e accurato. Pensaci.

Andrea De Luca ha detto...

Salve Ubi Minor sono l'amministratore del blog Informare è un dovere. L'articolo non è mio, ma di un mio caro collega di università. L'articolo mi sembra, nonostante la prolissità, scritto bene e completo. Non ho capito cosa intendi col tuo commento

Francesca ha detto...

Forse vuole dire che ti ha preso troppo a cuore questo caso mentre di solito ti occupavi d'altro. Forse ha paura che comincerai a guardare la TV!

Francesca ha detto...

Altri particolari sconcertanti e la lettera della mamma (chi possiede il testo integrale mi dare il link per piacere?):
http://notizie.tiscali.it/feeds/10/10/27/t_02_20101027_000015.html?news

Francesca ha detto...

Sono pienamente d'accordo con quanto è stato scritto qui.

Ubi Minor ha detto...

no, volevo dire che si parla di bombardamento mediatico del fenomeno e che la cosa ha rotto le scatole. Bene, il risultato è un lunghissimo articolo -scritto discretamente, ok -che evidenzia come il fenomeno mediatico sia stato efficace. Come il bombardamento abbia colpito il bersaglio. Tutto qui. Odio quelli che stanno sempre a parlare delle cose che disprezzano. Se le disprezzassero per davvero non le cagherebbero di striscio. E scusa il francesismo ;) Cmq bel blog, un po' pesante a caricare, ma interessante.

Andrea De Luca ha detto...

Ora capisco

Francesca ha detto...

E' vero, come blog è pesante da caricare. Quando avevo il collegamento ad internet con la chiavetta e lo caricavo, internet si disconnetteva!

Anonimo ha detto...

Opppure ” ho un amico terrorista neonazista, pure assassino satanista, Gianluca Carli, un omicida che vive a San Miniato, in Provincia di Pisa, potete nasconderlo qui a Zurigo”? E infine ” vi e’ un altro pedofilo assassino fascistissimo, tale pervertito sessuale Angelo Pegli di Genova e Rapallo; vuole scapparfe dall’Italia, in quanto teme, vicinissimo arresto, posso mandarlo da voi”? Dopo tutti questi discorsi, abbiamo mandato a …… il criminale pazzo, e pure lui, pedofilo killer, Paolo Barrai di Mercato Libero e della mega riciclante denaro mafioso Bsi Business Services International Italia srl, sciacquone di soldi mafiosi, camorristi e ndranghertari. E lo abbiamo pure querelato. Volevo solo farvi sapere di tutto questo. Saluti cordiali. Adrien Baertschli Zurich CH Bernasconi Consulting, Indipendent Advisor di Michele Bernasconi.