sabato 18 settembre 2010

Città della Scienza: lavoratori in ginocchio contro Caldoro

Bufera senza fine a “Città della Scienza”. I lavoratori invocano lo stipendio e la colpa anche di Mara Carfagna che ha sostenuto l’attuale governatore durante la campagna elettorale, portandolo al "trono", arraffando voti per tutta la Regione Campania e lasciando, poi, l’elettorato nell’illusione di una vita migliore. Ora la giustificazione solita è come tutti quelli che fanno a scarica barile: dichiarare, cioè, di aver ereditato il tutto dal predecessore per non ammettere l’incapacità nel risolvere il problema mentre i lavoratori devono stringere la cinghia per mangiare un piatto di minestra, dal mese di luglio scorso".

Sono state chieste maggiori garanzie sul riavvio di tutte le attività della “Fondazione Idis” e della "Fabbrica della cultura". Tant’è che hanno deciso di fare uno sciopero di quattro ore al giorno fino a che gli impegni da parte delle istituzioni locali siano formalmente mantenuti. Decisione, questa, annunciata al termine dell'assemblea dei lavoratori di Fondazione Idis-Città della Scienza e di Cuen srl. “Ogni giorno - ha detto un lavoratore - presidieremo palazzo Santa Lucia, (sede della presidenza della giunta regionale della Campania), per ricordare al governatore Stefano Caldoro il ruolo di tutela istituzionale del lavoro e del diritto al lavoro”. Intanto, da palazzo Santa Lucia nulla ancora in risalto per eventuali interventi se non il mancato impegno dell’ennesima politica scadente espletata dal Pdl, gonfiata dal berlusconismo privo di sensibilità socio-culturale.

“Questo è il primo “regalo” di Caldoro, dalla data del suo insediamento in regione - ha spiegato ancora il lavoratore - Mettere in ginocchio centinaia di famiglie. Colpa anche dell’attricetta, Mara Carfagna, che ha sostenuto l’attuale governatore durante la campagna elettorale, portandolo al "trono", arraffando voti per tutta la regione Campania e lasciando, poi, l’elettorato nell’illusione di una vita migliore. Ora la giustificazione solita è come tutti quelli che fanno a scarica barile: dichiarare, cioè, di aver ereditato il tutto dal predecessore per non ammettere l’incapacità nel risolvere il problema mentre i lavoratori devono stringere la cinghia per mangiare un piatto di minestra, dal mese di luglio scorso".

Ma che cos’è Città della Scienza? Un museo scientifico interattivo di seconda generazione con un'area dedicata alla formazione, allo sviluppo territoriale e alla creazione di nuova imprenditorialità nel Mezzogiorno. È dotata, inoltre, di una serie di spazi dedicati ad eventi, congressi, meeting e conferenze. Città della Scienza rappresenta una delle iniziative più avanzate in Italia per quanto attiene alla creazione di un sistema organico di diffusione e trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche alla società.

Ideata dalla Fondazione Idis, dopo una fase di sperimentazione avviata nel 1987 con programmi di attività temporanee. Ed è stata realizzata dalla stessa Fondazione a seguito di un accordo di programma sottoscritto nel 1996 fra ministero del Bilancio, regione Campania, provincia di Napoli e comune di Napoli. Pertanto i lavoratori di Città della Scienza sono dipendenti della Fondazione IDIS che gestisce il museo e lo spazio eventi. Non sono dipendenti regionali. “Ma l’ente capitanato da Caldoro - secondo quanto fanno intendere gli stessi lavoratori - avrebbe molti debiti con la Fondazione, che ha eseguito dei lavori”. Ragion per cui i lavoratori non percepiscono lo stipendio. Il solo contributo regionale cui molti alludono, spesso confondendosi a causa della cattiva informazione data da organi di stampa compiacenti alla politica di regime, arriva a stento al 10% del totale degli incassi. Quindi, le ciance che si fanno sui criteri di probabili assunzioni di questa categoria di lavoratori in altri enti locali, sono inopportuni e senza alcun filo logico. In pratica, la Fondazione ha uno status di azienda privata alla quale la regione Campania deve sborsare milioni di euro. "Problema che un buon politico deve saper risolvere - ha aggiunto il lavoratore dando alle parole il sapore amaro - altrimenti è meglio per lui lasciare l’auto blu nel garage e andarsene a casa col pullman".

1 commento:

Francesca ha detto...

Un po' come la svastica!