Pronta, depositata il 14 ottobre e oggi formalizzata, la proposta di legge del PDL sulla riforma della par condicio.
La proposta assicura a tutti i soggetti politici "con imparzialità", sulla base "della rappresentanza parlamentare" di usufruire degli spazi televisivi e radiofoniche.
Questo significa che gli spazi non saranno più suddivisi in "parti uguali" tra i partecipanti, ma in base alla rappresentanza che ogni partito avrà in parlamento; allo stato attuale delle rappresentanze in parlamento, il maggior beneficiario sarà il PDL seguito dal PD e tutti gli altri a seguire, esclusi tutti coloro che alle precedenti elezioni non hanno avuto seggi. Questo vale fino alla presentazione delle candidature.
In seguito, e fino alla data di chiusura della campagna elettorale, gli spazi sono invece ripartiti per il 10% secondo il principio della pari opportunità tra le liste in competizione che hanno presentato candidature in collegi o circoscrizioni che interessano almeno un quarto degli elettori chiamati al voto.
Inoltre, oltre ai messaggi autogestiti gratuiti, sono previsti spot elettorali a pagamento, ogni partito potrà avere la possibilità di sponsorizzare la campagna con pubblicità sulle reti tv e radio. Questo implica una sostanziale disponibilità di soldi che non tutti possono avere a disposizione.
I messaggi autogestiti, gratuiti e non devono “avere una durata sufficiente alla motivata esposizione di un programma o di una opinione politica”, possono durare tra 1 e 3 minuti per le emittenti tv e tra i 30 e i 90 secondi per le trasmissioni radio.
Viene inoltre eliminato il divieto per candidati, esponenti politici o del governo, di partecipare a trasmissioni che non siano di informazione (varietà) da trenta giorni prima delle elezioni.
Le norme valgono sia per emittenti nazionali che locali.
Una proposta di legge, questa, che va chiaramente a eliminare quella sulla par condicio.
Solo il punto sulle "RAPPRESENTANZE PARLAMENTARI" da solo va ad inficiare tutto l'impianto di una legge che vorrebbe dare spazio eguale a ogni formazione politica che si presenta alle elezioni, riducendo di molto la possibilità dei partiti minori, salvo i pochi secondi/minuti degli spot autogestiti gratuiti, e annullando quella dei partiti non presenti in parlamento.
Questa legge, come quella che si vorrebbe fare sul premierato - ma anche la mancanza di una legge sul conflitto d'interessi -, che, in teoria, mira a creare un sistema bipolare, in realtà creerebbe i presupposti per la creazione di un sistema senza opposizione; attraverso il controllo dei moderni mezzi di comunicazione di massa, non è difficile prevedere chi sarà in grado di gestire in modo efficace la propaganda elettorale. Eliminando dalla "competizione" le formazioni non presenti in parlamento e riducendo la presenza delle formazioni minori presenti, la competizione avverrà, in teoria, tra i due partiti maggiori, in pratica, solo chi disporrà di ingenti risorse finanziarie, avrà a disposizione gran parte del palinsesto. Questo significa che il cittadino non avrà modo di confrontare i programmi che i vari partiti propongono visto che la gran massa dei messaggi arriverà da una sola parte.
Questo significa che le elezioni esprimeranno un parlamento non più espressione cosciente della popolazione, perché avverrà in base a schemi del tutto estranei al dibattito politico/culturale tipico di una democrazia.
Il passo successivo, se dovessero passare in parlamento, non può che essere la modifica della costituzione a senso unico, senza cioè quell'apporto di tutte le componenti sociali che hanno caratterizzato la stesura dell'attuale costituzione; in questo modo, la possibilità di modificare anche i principi fondanti della democrazia italiana, diventa reale.
Fonte: Discutendoinsieme
2 commenti:
Buona giornata :)
Bavaglio. Regime e bavaglio.
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