Secondo il giornalista Fabrizio D'Orefice, quasi certamente, tale spigolosissima vicenda, aprirà una tortuosa e pericolosa strada verso un altro caso, decisamente più ampio e complesso, che è quello della regione Campania. Per comprendere la quasi totale certezza di questa intricata dinamica, basta dare un rapido sguardo a quelli che sono gli amici di "O Merikano" e confrontare questi ultimi con la schiera, esigua e spesso silente, degli oppositori.
Quando la candidatura di Cosentino fu avanzata, infatti, solo Italo Bocchino osò rendere pubbliche le proprie perplessità.
I dubbi più o meno sotterati furono (e sono) invece quelli di due nomi importanti come Mara Carfagna e l'ex ministro Stefano Caldoro. E poi? A parte il fulmine lanciato da Gianfranco Fini che parla di "candidatura inopportuna", chi sono coloro i quali, per silenzio-assenso o per palese dichiarazione, non hanno preso le distanze dall'oramai ex candidato governatore per la Campania? Spiccano nomi di magistrati, scrittori, scienziati, carabinieri e politici di rilievo: tutti solidali con Cosentino e tutti, come intuibile, a conoscenza dell'intera vicenda che lo ha travolto e delegettimato.
Tanto per fare qualche esempio basta ricordare Amedeo Labboccetta, amico stretto di Fini nonchè membro della commissione anti-mafia e passato agli onori della cronaca per la sua strenua battaglia per lo scioglimento del comune napoletano di Castello di Cisterna a causa di accertate infiltrazioni mafiose. Poteva e può Labboccetta non essere a conoscenza dei "traffici" e delle connivenze malavitose associate a Cosentino? E potevano e possono non esserne a conoscenza l'ex Pm ed ex direttore generale del dicastero di Giustizia Alfonso Papa, l'ufficiale dei carabinieri e presidente della commissione Difesa alla Camera Edmondo Cirielli, il prefetto di Caserta Maria Elena Stasi e il plurilaureato ufficiale della guardia di finanza e fido collaboratore del ministro Tremonti Marco Milanese?
Da politici, magistrati e forze dell'ordine, se ci si sposta verso scienza e letteratura, Cosentino può vantare l'appoggio e il sostegno dello scrittore e senatore Luigi Campagna e dello scienziato ed ex presidente Asi e Cira Sergio Vetrella. Insomma: una schiera di nomi di incredibile peso e valenza che si unisce all'appoggio per la candidatura cosentiniana di 52 parlamentari campani su 55. I numeri (e i nomi) parlano chiaro: se le accuse all'ex possibile governatore della Campania si tramuteranno in sentenza definitiva, all'interno della regione si scatenerà un uragano di vergogna difficilmente contrastabile da dichiarazioni di facciata, finta volontà di rinnovare e ripulire la classe dirigente e omertà diffusa.
Intanto, che Berlusconi e i suoi vogliano ammetterlo o no, la vicenda Cosentino non solo ha sovvertito il pronostico di vittoria in Campania ma ha aperto uno squarcio enorme all'interno del Pdl.
A chi esulta però dovrebbero esser placati gli animi visto che, quell'alternativa di sinistra ancora troppo imbevuta di bassolinismo e vacuità, non può reputarsi una proposta di governo rassicurante e credibile.
Un commento duro e deciso è arrivato però dal leader dell'Udc Pierferdinando Casini:"E' aberrante - ha infatti dichiarato - che si pensi ancora alla candidatura di Cosentino dopo l'ordine d'arresto partito nei suoi riguardi".
Fonte: Julienews.it
2 commenti:
Ben venga la magistratura e che faccia una bella retata ... C'è bisogno di pulizia, solo così si potrà ritrovare l'Italia che abbiamo perso!!!
lo speriamo
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