venerdì 19 novembre 2010

Occhi chiusi sui gay


Dopo il blocco di Facebook e Twitter, ora la Regione Lazio mette un altro veto. A finire nella blacklist del server dell'amministrazione regionale sono i siti che contengono la parola "gay".
Da gay.it a gay.tv fino a gaynews. it che sono stati catalogati come "pornografici". Ad accorgersene è stato Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione radicale Certi Diritti e capo segreteria Lista Bonino Pannella (Federalisti Europei alla Regione Lazio).

Cliccando su una delle pagine vietate, dal suo ufficio, ha ottenuto il seguente messaggio, accompagnato dal logo ufficiale della Regione: «Accesso non consentito. Motivazione: le attuali policy aziendali non consentono l'accesso al sito richiesto».

Ma i dipendenti non sembrano avere intenzione di stare con le mani in mano: il 18 novembre è iniziata una raccolta di firme, nei gruppi consiliari, per eliminare la censura.

Fonte: Lettera 43

3 commenti:

Arcureo ha detto...

Poi magari sti penosi di pidiellini s'incazzano pure se si sentono dare degli ignoranti sottoculturati. Non sanno un cazzo di niente e per non sbagliarsi, vietano.
Vabè...

Andrea De Luca ha detto...

La Polverini è solo una ignorante fascista

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Senza giustificare, sono molti i sistemi automatici che identificano come pornografica - e quindi bloccano l'accesso - qualsiasi pagina web contenente la parola "gay". Non so - e sinceramente dubito - che la "black list" delle parole sia stata compilata dalla Regione, che credo abbia acquistato un sistema automatico sviluppato da altri. Il che è anche peggio: sarebbe bello se certe forme di ignoranza fossero relegabili alle Polverini e Co....