La Riforma universitaria redatta dal ministro dell’Istruzione Gelmini dopo il parere favorevole del Senato approda dal 4 ottobre alla Camera. Vari punti del progetto sono stati già messi sotto accusa da voci di dissenso e dalla categoria dei ricercatori che rischia di vedere molto ridimensionata la sua presenza negli atenei e che a Bologna, Roma, Siena, Salerno ha iniziato vivaci azioni di protesta. Più d’un Rettore ha denunciato che i cospicui tagli economici colpiranno a fondo la didattica mettendo a rischio l’anno accademico. In particolare, Luigi Frati della romana Sapienza, evidenziando un bilancio per il 2011 già in rosso con un buco che s’aggira sugli 80 milioni, ha minacciato il commissariamento. Massimo Marrelli, della Federico II di Napoli, ha rinviato l’inaugurazione dell’anno accademico. Abbiamo posto alcune domande a tre docenti di tre poli del Nord, del Centro e del Sud: Alessandro Barbero, professore di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”; Vittorio Vidotto docente di Storia Contemporanea a “La Sapienza”; Geminello Preterossi che insegna Filosofia del diritto presso l’Università di Salerno.
Fonte: Terranews
6 commenti:
Dietro a tutti questi tagli sull'istruzione e sulla ricerca lo scopo di mantenere gli italiani nell'ignoranza. La cultura e l'istruzione per questo governo non conta niente e un Paese in cui non si investe nella formazione delle nuove generazioni e nella ricerca non ha futuro. Questa è la distruzione dell'Italia presente e dell'Italia che verrà. Non oso immaginare quale nero futuro potrà esserci per molti studenti universitari come me. Tutta questa politica che va contro all'interesse delle nuove generazioni deve finire: purtroppo molti italiani vivono ancora col paraocchi, altri si disinteressano e altri credono erroneamente che quanto sta facendo questo governo sia il bene del Paese. E la camera approverà l'ennesima legge suicida per il futuro della nazione.
E' come distruggere un edificio colpendone le fondamenta.
E' la rivalsa degli asini.
Qui a Messina molti corsi di laurea non sanno ancora se posso garantire le lezioni e gli esami, molti dei professori avevano il contratto da ricercatore e sono stati fatti fuori e adesso mancano docenti, che vergogna neanche studiare si può più.
Mi associo a te Mimmo in poche parole hai colto il segno.
Tenere il popolo nell'ignoranza è stata sempre la strategia di dittatori ed oppressori.
Alla Sapienza (dove studio) è a rischio l'anno accademico
Un paese senza istruzione fa paura..
Esatto, è una situazione che va fatta conoscere!
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