Credit: Corpo di polizia penitenziaria
Due cittadini marocchini e un cittadino siriano sono stati espulsi dal territorio nazionale per motivi di pericolosità sociale. A riferirlo è stato lo stesso ministero degli Interni, che nota come siano ormai 202 i cittadini stranieri riaccompagnati nel proprio paese dal 2015 a oggi.
Il primo dei rimpatriati è un uomo di 38 anni che era detenuto per reati comuni ed era stato denunciato dal proprio compagno di cella perché, a causa della sua visione integralista islamica, gli imponeva rigide regole che impedivano una civile convivenza.
La pericolosità dell’uomo, di cittadinanza marocchina, era stata classificata come di livello “Medio”, nell’ambito del programma di monitoraggio del Dipartimento di amministrazione penitenziaria.
Nell’aprile 2017, il livello di allerta intorno alle attività del detenuto era salito a “Alto”, quando il 38enne aveva esultato alla notizia della strage terroristica avvenuta a Stoccolma e che ucciso quattro persone, ferendone altre quindici.
Il secondo espulso è un altro cittadino marocchino di 31 anni, che nell’aprile 2016 si era presentato alla prefettura di Alessandria, proclamandosi seguace del sedicente Stato Islamico. L’uomo era stato segnalato alle autorità sanitarie per “turbe psichiche”.
Il 31 enne era stato inoltre fermato più volte dalle autorità per furti e altri reati contro il patrimonio. L’uomo, residente nella provincia di Alessandria, era stato inoltre arrestato il 4 luglio scorso per aver rubato un minibus della società di trasporto pubblico della città di Tortona e con il mezzo aveva percorso oltre 150 chilometri.
Così, subito dopo la scarcerazione per il furto del minibus, il cittadino marocchino è stato accompagnato in un Centro di permanenza per i rimpatri da cui è stato successivamente espulso.
Il terzo rimpatriato è un cittadino siriano che era stato arrestato nel 2015 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e che era stato sottoposto a obbligo di dimora presso la sede della cooperativa “Stella del Sud” di Brognaturo, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria.
L’uomo aveva commentato positivamente l’attentato avvenuto a Manchester il 22 maggio 2017 e che ha causato la morte di 22 persone e il ferimento di altre 59. Inoltre, aveva anche tentato di convertire all’Islam un’operatrice del centro in cui aveva l’obbligo di risiedere.
Nel 2011, l’uomo aveva già ricevuto due decreti di espulsione, riuscendo ogni volta a evitare di essere rimpatriato.
Fonte: The Post Internazionale
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