giovedì 16 aprile 2015

I coriandoli e il perizoma


“Se indichi a un uomo un atto rivoluzionario, lui vedrà un perizoma. #Draghi“. E’ questo uno dei tweet che più mi ha colpito nella giornata di oggi, nel mare magnum di cinguettii seguiti all'”aggressione” ai danni del presidente della BCE, Mario Draghi. Un blitz condotto a colpi di coloratissimi coriandoli, con un solo difetto: quel perizoma nero che si è intravisto in una delle fotografie scattate a raffica durante l’azione. Già perché stato quello a finire su molte delle prime pagine dei giornali italiani come fermo immagine dell’aggressione, quel particolare che non ti aspetti da quella ragazza solare che ha lanciato manciate di coriandoli colorati a pioggia sul presidente della Banca Centrale Europea.

Lasciando da parte i commenti sulla sicurezza, letteralmente bucata da una giovane che per fortuna impugnava un’inoffensiva bustina di coriandoli e non un’arma, gli italici commentatori de noantri – sia su Twitter che su Facebook – si sono subito scatenati con battutine di vario genere su quel perizoma immortalato durante lo slancio verso il presidente della BCE. Come sempre: si guarda il dito e non la luna. La rivoluzione, invece, erano i coriandoli.

Dal punto di vista comunicativo, infatti, la scelta di lanciare su Mario Draghi un’intera busta di coriandoli colorati è stata quanto mai perfetta: il colore contrapposto al grigio, ai toni pacati e uniformi, all’austerity, alle conferenze stampa ingessate di un’Europa dei popoli troppo spesso distante dalle reali esigenze dei cittadini. E poi il dettaglio che a lanciare quella pioggia colorata e varia sia stata una ragazza sorridente, allegra, tanto che mentre la portavano via si è lasciata andare anche a un “uuuh!”: in un’epoca in cui a dominare attentati, stragi, decapitazioni e situazioni di tensione è il nero, anche questo è un modo nuovo di protestare. Come dire: giunta a pochi centimetri dal potere non scelgo la violenza, ma i colori, la beffa, la gioia. Nell’Europa prostrata – per tacer dell’Italia – che con difficoltà si sta rialzando da una crisi economica che ha falciato imprese e aziende, quanti avrebbero optato per questa forma di protesta? Eppure il messaggio è arrivato forte e chiaro: “No alla dittatura della BCE“, ha scandito più volte la ragazza. La stessa che, mentre la sicurezza la trascinava via, si è fatta fotografare sorridente.

A fare la differenza è stata quindi proprio la scelta dei coriandoli piuttosto che di un’arma, di “indossare” un sorriso a volto scoperto piuttosto che un passamontagna, della gioia piuttosto che della violenza. E anche il messaggio è arrivato non intaccato da strumentalizzazioni politiche contro questa o quella forma di violenza: “No alla dittatura della BCE”. Al di là dell’italico feticismo da perizoma.

Fonte: Diritto di critica

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