domenica 19 aprile 2015

Ennesimo eccidio di migranti, proclamare lutto nazionale. La colpa è nostra


E' innegabile che in questa società, è la quantità a fare la differenza. Dieci, venti, ma anche un solo migrante morto, galleggiante sulle acque del mediterraneo, o sprofondato giù negli abissi, o sbranato da qualche squalo non frega a nessuno, non turba gli animi, non turba.

Vi è bisogno della quantità. E pare, per l'ennesima volta, essere pervenuta.
Quella giusta. Quella che turba la nostra quotidianità.

Dicono che non ci sono fondi.
Ma per opere milionarie, inutili, incompiute, e l'Italia di esempi ne è stracolma, ma non solo l'Italia, i soldi, quelli che arricchiscono i soliti noti, ci sono. Ci sono.

Dicono che non possiamo, da soli, fare fronte a questa problematica, emergenza ordinaria, che si deve intervenire a casa loro. L'Italia è frontiera, ed ha l'obbligo morale, etico, giuridico, di doversi attivare per salvare, aiutare, persone che fuggono da situazioni determinate da noi occidentali. Ed è giusto che da quelle situazioni possano fuggire. L'Italia si vanta di essere una delle grandi potenze economiche mondiali, a maggior ragione ha il dovere di aiutare, aiutare.

Scaricare le responsabilità sull'Europa è il classico processo di de-responsabilizzazione nostrano, così come dire, si deve intervenire a “casa loro” dopo averla noi devastata, è il tipico modo di ragionare, per non fare nulla, sussistente dai tempi nefasti del fascismo. Possibile che con tutti i servizi segreti esistenti, con tutte le tecnologie esistenti, non si riescono a monitorare per giusto tempo le partenze? Partono per cercare la salvezza, una nuova vita, una condizione migliore di vita, per quanto degradanti quelle che troveranno in Italia, queste, per loro, sono sempre una cosa migliore rispetto all'origine dalla quale fuggono.

Sono nostri morti queste persone, di cui non conosciamo il nome, nulla. In Italia siamo pieni di sacrari, di militi ignoti, di celebrazioni ed esaltazioni per chi è stato mandato a morire per conquistare fazzoletti di terra. In Italia siamo pieni di indifferenza per chi è stato ucciso dalla nostra indifferenza. Non sono eroi, non sono martiri, sono il nulla. Persone senza nome, cognome, età. Migranti ignoti.
Il nulla risucchiato da quel mediterraneo, diventato frontiera di morte, simbolo di quel razzismo moderno di cui non occidentali siamo fautori.

Ennesimo eccidio di migranti, e la responsabilità morale è anche di chi professa odio contro di loro. Proclamare il lutto nazionale è doveroso, coscienza forse lavata per un giorno, e poi?

Marco Barone

Fonte: AgoraVox Italia

1 commento:

Cri ha detto...

Tipico del politico italiano fare queste mosse ipocrite per salvare la faccia. La situazione è a dir poco inquietante, ma più inquietante ancora è che una giornata di lutto nazionale è più che sufficiente anche per tanti, troppi italiani, e non parlo di quelli razzisti.