giovedì 5 maggio 2016

Guida alle elezioni di Napoli

Le cose da sapere sulle amministrative di giugno: candidati, alleanze, sondaggi e di cosa si parla in campagna elettorale


Il prossimo 5 giugno ci saranno in Italia le elezioni amministrative. In tutto dovranno eleggere il sindaco e il consiglio comunale 1.368 comuni, tra cui 26 capoluoghi di provincia, compresa Napoli. Si voterà in in un solo giorno, dalle ore 7 alle 23. Il turno di ballottaggio è previsto per il 19 giugno.

I candidati
L’attuale sindaco di Napoli è Luigi De Magistris, ex magistrato ed ex parlamentare europeo, eletto nel 2011 con il sostegno dell’Italia dei Valori e della Federazione della Sinistra: aveva vinto contro il candidato del centrodestra Gianni Lettieri mentre quello del PD, Mario Morcone, era arrivato terzo al primo turno. Nonostante le complicate vicende legate alla legge Severino, che hanno portato alla sua temporanea sospensione dopo una condanna per abuso d’ufficio, De Magistris si è ricandidato: è appoggiato da liste civiche, da Sinistra Italiana, dall’Italia dei Valori e da Possibile.

Anche a Napoli, come a Roma e altrove, il centrodestra è diviso. Il candidato appoggiato da Forza Italia è di nuovo Gianni Lettieri, imprenditore napoletano del settore tessile, ex presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli: è cattolico e ha raccontato la sua storia in un libro intitolato “L’imprenditore scugnizzo”. Attualmente è amministratore delegato di Meridie Investimenti, società fondata per fornire capitali alle aziende del sud, ed è presidente di Atitech, società rilevata dal fallimento di Alitalia che si occupa di manutenzione di aerei. Lettieri è stato anche consigliere di amministrazione del Sole 24 Ore e di Edime (società editrice del Mattino). Lo slogan della sua campagna è “apri gli occhi Napoli” e la sua capolista è Mara Carfagna, il cui nome era circolato nei mesi scorsi come possibile candidata del centrodestra.

Lega Nord e una parte di Fratelli d’Italia appoggiano invece il deputato Marcello Taglialatela, eletto per quattro volte alla Camera prima con AN, poi con il Popolo della Libertà e infine, nel 2013, con Fratelli d’Italia.

Per il centrosinistra c’è una donna, Valeria Valente, candidata del PD che ha battuto Antonio Bassolino alle primarie dello scorso marzo. Le primarie del PD a Napoli erano finite sulle prime pagine di tutti i giornali per i presunti brogli durante le votazioni mostrati in un video pubblicato su Fanpage: si vedevano attivisti della lista Valente dare indicazioni agli elettori e pagare per loro l’euro necessario a votare. La procura ha aperto un’inchiesta e Bassolino ha presentato un ricorso respinto dal comitato organizzatore del Partito Democratico e ha minacciato di candidarsi con una sua lista alternativa, ma non l’ha ancora fatto.

Il candidato del Movimento 5 Stelle è Matteo Brambilla: ha 47 anni, è nato a Monza ma è residente a Napoli dal 2006. Si è laureato in Ingegneria meccanica con indirizzo energetico al Politecnico di Milano, si occupa di ambiente e milita con il gruppo del M5S a Napoli (dove si è trasferito dopo essersi sposato) lavorando soprattutto sulla questione dei rifiuti: è entrato nel Movimento nel 2008 in occasione delle proteste contro la discarica di Chiaiano, il quartiere dove vive. Brambilla ha vinto le votazioni online, contestate anche all’interno del Movimento, con il 48 per cento delle preferenze, pari a 276 voti.

I sondaggi
Il candidato favorito, secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Euromedia Research per Il Mattino, è il sindaco uscente Luigi De Magistris che è al 35 per cento. De Magistris, rispetto ai sondaggi di febbraio, ha però dimezzato il suo vantaggio nei confronti di Gianni Lettieri che è al 25 per cento e che ha recuperato nelle ultime settimane quasi 6 punti percentuali. Matteo Brambilla è al 16 per cento e Valeria Valente al 21: con questi risultati entrambi resterebbero fuori dal ballottaggio. Tagliatela è a poco più dell’1 per cento.


Che cosa si dice
La campagna elettorale è piuttosto movimentata. De Magistris è stato direttamente attaccato e criticato da tutti gli altri candidati su diverse questioni: qualche giorno fa per esempio aveva annunciato l’introduzione del reddito minimo per i disoccupati a Napoli e la firma di una delibera che ne stabiliva in modo dettagliato principi e criteri di accesso, ma non l’investimento e le coperture finanziarie per sostenerlo. Per diventare operativa, inoltre, la delibera dovrà essere votata dal consiglio comunale una volta approvato il bilancio di previsione per il 2016, quindi intorno a luglio e dopo le elezioni: solo dopo l’approvazione si potranno quantificare investimenti e tempi. Il candidato del Movimento 5 Stelle ha detto che è «una manovra elettorale», Gianni Lettieri ha parlato di «truffa vergognosa» e Valente ha invitato il sindaco «a fare la persona seria».

Le critiche più pesanti a De Magistris le ha fatte però, negli ultimi mesi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi: in particolare sulla questione del recupero dell’area dell’ex acciaieria di Bagnoli, che si trova sulla costa tra Napoli e Pozzuoli e della cui trasformazione in un’area polifunzionale si parla da anni con le consuete lentezze e interruzioni successive del progetto. Lo scontro va avanti da diverso tempo. Nell’agosto del 2014 Renzi disse che «a Bagnoli per vent’anni» non era «stato fatto nulla» e che ora ci avrebbe pensato lui. De Magistris aveva replicato assicurando i cittadini che non ci sarebbe stato alcun commissariamento «né della città, né di Bagnoli». Qualche mese dopo la legge 164 del 2014 tolse di fatto le competenze su Bagnoli a De Magistris per affidarle al governo.

A un anno di distanza dall’annuncio di Renzi («ora ci pensiamo noi») venne nominato Salvatore Nastasi, persona sgradita a De Magistris. Poi ci furono mesi di accuse, ricorsi, battute, contestazioni, scontri con la polizia, fino a quando qualche ora fa Renzi ha detto: «Al sindaco De Magistris ho detto ‘la bonifica a Bagnoli la fai tu?’ Lui ha risposto no e allora io l’ho commissariato e la bonifica la faccio, perché Bagnoli è un potenziale attrattore di ricchezza internazionale. È pazzesco. Ci sono cose che vanno fatte, ci sono quelli che chiacchierano e quelli che le cose vogliono farle. Io voglio stare nella seconda categoria». La replica: «Il premier parla in malafede perché sa che la bonifica la fanno i governi e se non lo sa è di una gravità inaudita. Quello che dice Renzi è molto grave. Usa la veste di presidente del Consiglio per fare propaganda elettorale, in piena par condicio, contro il sindaco di Napoli. È una scorrettezza istituzionale senza precedenti». E ancora: «Il presidente del Consiglio e segretario nazionale del PD Matteo Renzi ha perso un po’ la bussola istituzionale a furia degli scandali giudiziari che stanno travolgendo il suo partito».

De Magistris si riferiva, in particolare, all’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa contro il presidente del PD della Campania e consigliere regionale Stefano Graziano, che nel frattempo si è auto-sospeso dal partito. Secondo l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, Graziano è sospettato di aver «chiesto e ottenuto appoggi elettorali con l’impegno di porsi come stabile punto di riferimento politico e amministrativo del clan dei Casalesi»: «Io tengo per il Pd», è una delle frasi contenute in una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta pronunciata da una persona che è stata arrestata. L’inchiesta e le contestate primarie vinte da Valente hanno molto probabilmente contribuito a compromettere la reputazione del PD in Campania in vista delle prossime elezioni.

Negli ultimi giorni Lettieri, il candidato di Forza Italia, è stato accusato di fare una campagna elettorale troppo negativa su Napoli. Sono stati affissi per tutta la città dei grandi manifesti molto criticati e che dicono, per esempio, “Napoli agli ultimi posti in Italia per qualità della vita”, “Napoli prima in Italia per numero di rapine”, “A Napoli le tasse più alte d’Italia”. Il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo per spiegare che molti dei dati citati non sono corretti.

Fonte: Il Post

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