martedì 31 maggio 2016

Le ultime sulla ragazza uccisa a Roma

Il fidanzato di Sara Di Pietrantonio ha confessato di averla uccisa ed è accusato di omicidio volontario premeditato e stalking

Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano in una foto tratta dal profilo Facebook della ragazza. Roma (ANSA-FACEBOOK)

Lunedì 30 maggio Vincenzo Paduano, una guardia giurata di 27 anni, ha detto alla polizia di aver ucciso la sua ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio, una studentessa di Economia di 22 anni trovata semicarbonizzata sabato intorno alle 4.30 del mattino in via della Magliana a Roma, a pochi metri dalla sua auto incendiata e distrutta. Il pubblico ministero Maria Gabriella Fazi, titolare dell’inchiesta, durante una conferenza stampa ha detto che l’uomo «non ha accettato di essere stato abbandonato». Paduano è accusato di omicidio volontario premeditato e stalking.

Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano avevano avuto una relazione per poco meno di due anni, cominciata nel 2014 mentre entrambi facevano gli animatori. Qualche mese fa, hanno raccontato le amiche di lei, c’era stato un episodio di violenza che la ragazza non aveva denunciato. Poi, circa una settimana fa, Di Pietrantonio aveva lasciato Paduano e aveva cominciato a frequentare un altro uomo. Sabato sera Paduano si era presentato a casa della giovane donna, e dopo aver discusso davanti alla madre di lei, era andato al lavoro (faceva il vigilante in un palazzo all’Eur). Da lì, scrivono diversi giornali, si sarebbe connesso all’iPhone della studentessa per seguirne gli spostamenti attraverso un’applicazione (probabilmente “Trova il mio iPhone”, su cui avrebbe usato nome utente e password di Di Pietrantonio).

Nel frattempo Sara Di Pietrantonio era con un’amica, Flaminia; dopo l’1.30 aveva raggiunto il nuovo ragazzo in un pub e poi la casa di lui. Vincenzo Paduano era lì sotto, aveva aspettato che la donna salisse sulla sua auto e poi l’aveva preceduta sul percorso verso la sua abitazione a Ponte Galeria. In via della Magliana l’ha speronata, costringendola a fermarsi, l’ha aggredita, inseguita e uccisa. Paduano aveva con sé una bottiglia di alcol (prova della premeditazione): dopo una lite in macchina ha cosparso di alcol l’auto e anche il viso e il petto Di Pietrantonio che ha provato a scappare scendendo dalla macchina per mettersi in salvo. Lui ha bruciato l’auto, poi ha inseguito la donna dietro un muretto poco lontano, forse prima l’ha strangolata (lo dirà l’autopsia che sarà predisposta oggi) e poi le ha dato fuoco.

Il tutto è avvenuto tra le 4.06 e le 4.20 di sabato notte. Qualcuno ha assistito a qualche momento dell’aggressione, ha detto la polizia: ha visto Sara Di Pietrantonio chiedere aiuto, ma non è intervenuto né ha chiamato aiuto. Il procuratore aggiunto di Roma, Maria Monteleone, ha detto: «Chi incontra una ragazza in difficoltà non si volti dall’altra parte, che questa morte non sia inutile. Due passanti non si sono fermati, se Sara fosse stata soccorsa ora sarebbe ancora viva». Alle giovani donne ha poi rivolto l’invito «a denunciare, a non tenere nascoste minacce e condotte violente nei loro confronti». Il capo della squadra mobile di Roma, Luigi Silipo, ha aggiunto: «Una telefonata al 113 è gratis: se si vedono cose strane è dovere chiamare le forze dell’ordine».

Vincenzo Paduano ha confessato dopo circa 8 ore di interrogatorio, ma gli indizi degli investigatori a suo carico erano considerati già chiari (la sua macchina era stata identificata sul luogo del femminicidio grazie a un video girato dalle telecamere di sicurezza di un’azienda di calcestruzzo). I giornali di oggi riportano anche diverse dichiarazioni che Vincenzo Paduano avrebbe fatto durante la confessione: «Volevo solo spaventarla», «Ho accesso una sigaretta e poi non sapevo più che fare, quindi sono scappato». E ancora: «Sì sono uscito dal lavoro e sono andato a cercare Sara. Sapevo che stava dal nuovo fidanzato e l’ho aspettata sotto casa», «li ho visti arrivare in macchina insieme e ho aspettato fino a quando lei non è andata via. So che strada fa per arrivare a casa e quindi l’ho preceduta per bloccarla. Quando è passata l’ho inseguita per un po’ e poi l’ho stretta con la macchina per farla fermare. Abbiamo cominciato a litigare e io ho tirato fuori una bottiglietta di alcol che avevo portato. L’ho spruzzato nell’auto, anche addosso a Sara. Ma volevo solo spaventarla. Quando è scappata ho deciso di rincorrerla. Eravamo vicinissimi. Poi non so bene che cosa è successo. Mi sono acceso una sigaretta e lei ha preso fuoco». A quel punto l’uomo è andato via, è tornato verso la sua auto ed è tornato al lavoro.

Fonte: Il Post

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