Un palazzo brucia nella periferia di Damasco dopo essere stato bombardato. Credit: Goran Tomasevic
Il gas letale iprite è stato utilizzato ad agosto 2015 nei combattimenti tra i gruppi ribelli in Siria e l'Isis, secondo quanto rivelato dagli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac).
L’iprite è stato usato nella cittadina di Marea, vicino ad Aleppo, il 21 agosto del 2015. Secondo gli ispettori, questa sarebbe la prima conferma concreta dell’utilizzo di armi chimiche in Siria.
“Siamo stati in grado di avere conferma dei fatti, ma non siamo riusciti a identificare i responsabili”, è quanto ha detto uno degli esperti all’agenzia stampa Afp.
Non è chiaro chi effettivamente abbia fatto uso di armi chimiche nei combattimenti, ma è invece certo l'utilizzo di gas letale iprite nel conflitto tra ribelli e Isis.
Il rapporto era ancora confidenziale quando l’Afp ne è entrata in possesso ed è stato inviato a tutti gli stati appartenenti all’Opac. Questo sarà discusso alla fine di novembre all'Aia.
La segnalazione per il possibile utilizzo dell’iprite era partita da un ospedale di Medici senza frontiere vicino ad Aleppo che aveva curato alcune persone sopravvissute a un attacco presumibilmente fatto con un gas tossico.
L’iprite è un gas asfissiante inventato in Germania e utilizzato durante la prima guerra mondiale. Il gas è stato vietato nel 1993.
Nel settembre 2013, dopo che centinaia di persone erano state uccise in un attacco col gas sarin nella periferia della capitale, Damasco, il governo siriano di Bashar al-Assad ha accettato di distruggere tutte le armi chimiche in suo possesso dopo aver firmato un accordo con gli Stati Uniti e la Russia.
La situazione in Siria continua a essere critica, i negoziati di pace sono in corso, ma il governo siriano non è stato coinvolto.
Un rapporto di Amnesty international denuncia la scomparsa di 65mila persone in Siria dal 2011 all’agosto 2015. Il responsabile delle sparizioni sarebbe attribuibile al governo di Bashar al-Assad.
Le stime delle Nazioni unite dicono che dall’inizio della guerra civile nel 2011 sono morte 200mila persone e 14 milioni hanno dovuto abbandonare le loro case.
Fonte: The Post Internazionale
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