Probabilmente molti di voi avranno letto dell'iniziativa che ha avuto luogo lo scorso gennaio a Olginate (LC) e da me promossa tra queste pagine proprio in memoria del genocidio degli armeni. Non posso quindi che accogliere con soddisfazione quanto deciso dal Congresso degli Stati Uniti e sperare che la Turchia eviti di utilizzare la questione come pretesto per interrompere il processo di riconciliazione avviato lo scorso anno con il Governo armeno ed incrinare le relazioni diplomatiche con gli stessi USA.
Come ben espresso dal Presidente della Commissione esteri, Howard Berman (nella foto), in risposta ai tentativi di Clinton di ostacolare il voto e riportato sul Sole 24 ore: «La Turchia è un alleato vitale e leale - ha detto all'inizio di un'audizione parlamentare sulla risoluzione - ma nulla giustifica la sua cecità davanti al genocidio armeno. La Germania ha accettato le sue responsabilità per l'Olocausto. Il Sudafrica ha creato una commissione per esaminare l'apartheid. E negli Stati Uniti continuiamo a fare i conti con l'eredità della schiavitù e del terribile trattamento degli indiani d'America. È ora che la Turchia accetti la realtà del genocidio armeno».
Il prossimo passo spetta a Obama. A lui il dovere di usare quella parola durante il messaggio annuale del 24 aprile in ricordo della tragedia del 1915. Sarebbe un gesto grave decidere di tirarsi indietro proprio ora e venir meno ad una promessa avanzata anche in campagna elettorale.
A tal proposito ricordo che, come ultimo evento della manifestazione culturale promossa da DinamoCulturale, proprio il 24 aprile si terrà la proiezione del film Uomini, anni vita. Cliccare qui per ulteriori info che saranno disponibili a breve.
Fonte: Blog Internazionale
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